

Prendersi tutto
- Autore: Anna Folli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2025
“Io, Aristotele Onassis” è il sottotitolo di Prendersi tutto (Neri Pozza, 2025) della giornalista e scrittrice Anna Folli, che ricostruisce la vita dell’armatore, imprenditore e socialite greco con cittadinanza argentina, nato a Karataş, un quartiere di Smirne in Turchia il 20 gennaio 1906 e morto a Neuilly-Sur-Seine, presso Parigi, il 15 marzo 1975.
Ci sono momenti, durante la notte, in cui i miei sogni si confondono con i ricordi e non so più se quello che sto rivivendo a quasi sessant’anni di distanza faccia parte del passato o di un presente che non avrà mai fine.
Pirata, filibustiere, arrampicatore sociale, parvenu, squalo della finanza dal patrimonio sconfinato. Marito e amante infedele, che ha sposato in seconde nozze un’icona, Jacqueline Bouvier, vedova Kennedy e ha tradito e malamente abbandonato un’altra, la divina Maria Callas. Padre amatissimo di due figli, Alexander (1948-1973, morto ad Atene in un incidente aereo) e Christina (1950-1988, morta suicida a Buenos Aires), avuti dalla prima moglie Athīna Mary Livanos (figlia dell’armatore greco Stavros), Aristotele ha dovuto subire il dolore più grande della sua vita: veder morire tragicamente il proprio figlio, l’erede della sua immensa fortuna.
In queste coinvolgenti pagine l’autrice dipinge un veritiero ritratto di un uomo che ha avuto tutto, anzi si è preso tutto, personaggio molto importante e famoso, miliardario proprietario di una delle flotte più grandi del mondo, imprenditore spietato partito dal nulla; la sua vita assume i contorni di una tragedia greca.
Il romanzo esce in occasione dei 50 anni della morte di Onassis, uomo conosciutissimo ma in fondo imperscrutabile, entrato in contatto con personaggi potenti, e qui viene raccontata la sua parabola esistenziale, affiancata dalle voci di amici e nemici, mogli e amanti, che parlano del loro Aristotele, tanto amato, quanto odiato, temuto e invidiato.
Come in un’appassionante pellicola, e il ricordo va al film del 1978 “Il magnate greco” (The Greek Tycoon) diretto da J. Lee Thompson, protagonisti Anthony Quinn e Jacqueline Bisset, tutto ha avuto inizio a Smirne.
Smirne mi ha trafitto e le ferite che ha lasciato nella mia carne non si potranno rimarginare. Ho perso troppo in quella città: non solo i familiari ma anche me stesso, o almeno la parte migliore di me. A Smirne è legata la mia storia, la storia del mio sangue.
Se è vero che si muore soli, a prescindere dalla ricchezza o dal censo, Aristotele Onassis, il cui nome è sinonimo di ricchezza e potere illimitati, che possedeva oltre ottanta società in dieci diversi Paesi e aveva proprietà in ogni parte del mondo, dipendenti che lavoravano per lui in terra, per mare e nel cielo, petroliere di sua proprietà che navigano negli oceani, un’isola meravigliosa (Skorpios, dove è sepolto N.d.R.), che ha trasformato in un Eden mediterraneo, un panfilo così lussuoso da suscitare l’invidia di ogni armatore, muore il 15 marzo 1975 all’età di 69 anni durante il ricovero nell’American Hospital of Paris a Neuilly-sur-Seine, nella periferia occidentale di Parigi, dopo un intervento resosi necessario a causa di un’infezione.

Prendersi tutto. Io, Aristotele Onassis
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