La casa dalle finestre sempre accese
- Autore: Anna Folli
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2020
“Una storia del Novecento” è il sottotitolo di La casa dalle finestre sempre accese (Neri Pozza, 2020) di Anna Folli, che ricostruisce la storia d’amore tra Giacomo Debenedetti (Biella, 25 giugno 1901 – Roma, 20 gennaio 1967) scrittore, saggista e critico letterario, e la moglie Anna Maria Renata Orengo Debenedetti (Torino, 24 ottobre 1907 – Roma, 4 maggio 1998), scrittrice e traduttrice.
“C’era una volta, dunque, una casa dalle finestre accese fino a tardi. La loro luce festosa era come un faro agli occhi dei passanti frettolosi che, nelle sere di nebbia e di freddo, percorrevano quel tratto del lungo Po...”.
A Torino, in un palazzo sobrio e molto sabaudo, situato all’incrocio tra corso San Maurizio e il Lungo Po Cadorna, a un passo dall’immensa Piazza Vittorio, una targa ricorda che in questo edificio color sabbia, con le finestre che guardano il fiume e la collina, Giacomo Debenedetti ha vissuto per oltre vent’anni. In un appartamento del secondo piano, Giacomo Debenedetti, il più grande critico italiano del Novecento. e Renata Orengo, scrittrice e fedele custode e divulgatrice dell’opera del marito, iniziarono la loro vita insieme.
“Una giovane coppia felice delle sue capricciose infelicità”, come scrive loro figlio Antonio in Giacomino (Bompiani, 2019), talmente felice che allora la loro vita somigliava a quella di una favola. Infatti il mitico reame di Giacomo e Renata era popolato da uomini e donne che avevano bisogno dell’arte e della bellezza come dell’aria che respiravano e che, nonostante il fascismo e la guerra, avevano scelto di vivere coltivando la speranza che un giorno i venti avversi di tempesta sarebbero cessati. Se è vero che di quella mitica e leggendaria generazione di scrittori, poeti, artisti e intellettuali quali Umberto Saba, Eugenio Montale, Alberto Moravia e Elsa Morante, la cui vocazione non poteva prescindere dalla loro stessa esistenza, si sta perdendo il ricordo, vale dunque la pena raccontare la storia d’amore di Giacomo e Renata, che è anche la storia del Secolo Breve.
Tutto ha inizio una sera d’inverno del 1919 al Teatro Regio di Torino. Renata Orengo, figlia del marchese ligure Antonio Orengo e della contessa russa Valentina Orengo de Tallevitch (“viene da una famiglia che sembra appena uscita da un romanzo di Tolstoj”), ha solo dodici anni quando la sua vita si incrocia con quella di Giacomo Debenedetti, che undici anni dopo diventerà suo marito. Quella sera Renata è seduta nella prima fila del loggione per ascoltare I maestri cantori di Norimberga, dove si trova con la madre e la sorella minore. Accanto a Renata è seduto un ragazzo pallido, dai lineamenti regolari e dal sorriso timido.
"Molti anni dopo, in un’intervista, Renata racconterà di quell’incontro al Teatro Regio che le ha cambiato la vita: “Giacomo si era subito reso conto che dopo le prime battute mi ero persa in quel ginepraio di note e di temi e incominciò a voltarmi le pagine e a segnare col dito il punto in cui eravamo”. Non dice però che lei, già da quella sera, di Giacomo un po’ si innamora".
Dopo MoranteMoravia (Neri Pozza 2018), Folli torna a raccontare un’altra celebre coppia letteraria, Giacomo Debenedetti, uomo geniale e tormentato e Renata Orengo, donna sensibilissima, affascinante e colta, entrambi passati attraverso le peggiori tragedie del Novecento, i cui giovani volti sorridenti risplendono nella bella fotografia in apertura insieme ai piccoli figli Antonio ed Elisa.
“Eppure le loro finestre accese fino a tardi non si sono mai spente”.
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