Pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin, Molière (1622-1673) è uno dei tre più importanti autori teatrali francesi del XVII secolo, insieme a Corneille e Racine.
Le sue commedie, rappresentate ancora oggi, hanno rappresentato un punto di svolta fondamentale per l’evoluzione del teatro e della comicità, superando le maschere fisse della Commedia dell’Arte — anticipando la rivoluzione teatrale portata in Italia da Carlo Goldoni.
Vita
La data di nascita di Jean-Baptiste Poquelin non è nota, ma si colloca prima del 15 gennaio 1622, giorno del suo battesimo. La sua infanzia è segnata da lutti: rimane orfano di madre a un anno e la nuova moglie del padre, sposata nel 1633, muore solo tre anni dopo. La mancanza di una figura materna si rispecchia anche nelle sue opere teatrali.
Fondamentali per la sua carriera furono da un lato la possibilità di assistere alle rappresentazioni dei comici italiani e alle tragedie dei comédien, grazie al nonno materno, dall’altro la prestigiosa educazione garantitagli dal padre.
Terminati gli studi di diritto nel 1641, inizia a frequentare gli ambienti teatrali, dove conosce Scaramuccia e ha una relazione con Madeleine Béjart — in seguito sposerà la figlia (ufficialmente sorella) di lei, Armande.
Superati i vent’anni Jean-Baptiste Poquelin sceglie di chiamarsi Molière in onore dello scrittore François de Molière e il 30 giugno 1643 firma il contratto con cui si costituisce la sua troupe teatrale di 10 membri, l’Illustre Théâtre. Il pubblico non accoglie con particolare entusiasmo la compagnia, che inizia ad accumulare debiti (Molière viene anche arrestato per insolvenza) fino al suo scioglimento.
Con alcuni membri della compagnia ormai sciolta, Molière lavora come attore ambulante. Quest’esperienza gli consente di migliorarsi nella recitazione e, soprattutto, indagare i gusti del pubblico. A questo periodo risalgono le sue prime farse e commedie: Lo stordito, rappresentata a Lione nel 1655, e Il dispetto amoroso.
Nel 1658 la sua compagnia torna a Parigi e conquista Luigi XIV, che la autorizza a occupare il teatro Petit-Bourbon.
La sua prima commedia Le preziose ridicole, ridicolizzando la vita mondana, provoca l’interruzione delle rappresentazioni, ma questo non arresta il successo del commediografo. In seguito alla demolizione del salone Petit-Bourbon, alla compagnia viene assegnata dal re la sala del Palais-Royal, dove saranno rappresentate le più famose commedie di Molière.
Molière muore di tubercolosi il 17 febbraio 1673. Collassa sul palco, mentre recita Il malato immaginario.
Molière: la poetica e le opere teatrali più famose
Attore e drammaturgo, Molière si impone sulla scena teatrale per il suo stile di scrittura e di recitazione lontano dalle convenzioni, sia nella forma, sia nel contenuto. La naturalezza realistica delle sue situazioni e dei suoi personaggi, che supera le maschere della Commedia dell’Arte e si trova alla base del futuro teatro borghese, nello scatenare il riso provocano anche una riflessione sulla morale dell’epoca, fortemente criticata.
Questa profonda critica della società contemporanea, sempre condotta tramite il riso, si riscontra il tutte le sue commedie. Tra le più famose, citiamo:
- Le preziose ridicole
È la commedia che ha rivelato Molière come genio comico. Sue protagoniste sono le cugine Magdelon e Cathos, ragazze borghesi di provincia. Arrivate a Parigi, respingono con fare snob due gentiluomini, che decidono dunque di burlarle: travestono due loro servi da gransignori, che subito entrano nelle grazie delle ragazze, convinte tramite loro di poter accedere all’alta società. - Sganarello o Il cornuto immaginario
L’intrigo comico è alla base di questa commedia: ognuno si preoccupa esclusivamente delle proprie passioni e del proprio interesse. I suoi quattro personaggi creano equivoci a cui credere, infittendo la trama di qui pro quo fino allo scioglimento finale. - La scuola delle mogli
Espressione della ormai raggiunta maturità artistica del commediografo, la commedia mette in scena il contrasto tra gelosia e ragione, impersonate dai due protagonisti Arnolfo e Cristaldo. Arnolfo, padre adottivo di Agnese, educa la figlia all’innocenza, affinché non somigli alla moglie traditrice, con l’obiettivo di sposarla una volta adulta. Raggiunta l’età da marito, però, Arnolfo non è l’unico a voler convolare a nozze con la sua pupilla. - Il Tartuffo
Il titolo completo della commedia è utile per riassumerne brevemente la trama: Il Tartuffo o L’impostore. Tartuffo, infatti, altro non è che un impostore, accolto in casa da Madame Pernella e dal figlio Orgone. La sua opinione è per i due d’estrema importanza e la sua abilità retorica riesce a salvarlo anche dalle situazioni più complesse, finché i suoi piani ipocriti non vengono smascherati. - L’avaro
L’avaro è uno dei personaggi tipici della commedia. All’Aulularia di Plauto (e altre commedie a essa affini) Molière si ispira per costruire una commedia in cui il timore di essere derubato e la successiva consapevolezza del furto subito si mescolano a una vicenda amorosa di maggior spessore rispetto al modello. - Don Giovanni
Anche in questo caso Molière parte da un personaggio già esistente: il protagonista della commedia El Burlador de Sevilla y Conbidado de piedra di Tirso de Molina. La commedia, che suscitò scandalo come inaccettabile apologia del libertinismo, offre in realtà una rappresentazione più complessa, in cui si intrecciano ateismo e fede, e elementi antichissimi, come la vendetta dei morti e l’esistenza di spettri. - Il misantropo
Abbandonato dalla moglie e amareggiato dalla censura che ha impedito la rappresentazione di Don Giovanni e de Il Tartuffo, Molière scrive una commedia più cupa, in cui il protagonista, Alceste, non ridicolizza solo l’ipocrisia delle convenzioni sociali dell’epoca, ma i difetti e le imperfezioni di ogni essere umano. È diversa dalle commedie precedenti anche per quanto riguarda la trama, che, meno vorticosa, si concentra sull’evoluzione dei singoli personaggi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Molière: vita e opere
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