Dopo aver collezionato l’ennesimo rifiuto editoriale, nel luglio 1973 Guido Morselli si suicida con un colpo di pistola alla testa; Dissipatio H.G., l’ultimo romanzo scritto, sarà pubblicato solo quattro anni dopo, nel 1977, da Adelphi.
Se in Italia è già qualche decennio che, con un colpo di coda postumo, le opere di Guido Morselli si sono imposte all’attenzione del mondo editoriale e critico, il loro sbarco oltreoceano è novità recente: dopo The Communist (2017), lo scorso 14 dicembre è arrivato in America Dissipatio H.G., trascinando Morselli, "il più postumo degli scrittori italiani del Novecento" 1 sulle pagine di quotidiani e riviste.
L’America riscopre Guido Morselli
A inizio dicembre Morselli aveva fatto la sua comparsa sul New York Times con l’articolo di Dustin Illingworth It’s the End of Humanity. Maybe It’s for the Best (È la fine dell’umanità. Forse è meglio così; l’articolo, in seguito, è stato aggiornato lo scorso 5 gennaio).
Di Morselli in America era già stato pubblicato il romanzo Il comunista (The Communist), edito New York Review Books nel 2017. Il 14 del mese scorso è arrivato nelle librerie americane l’ultimo romanzo dello scrittore, Dissipatio H.G., pubblicato dalla stessa casa editrice con la traduzione di Federika Randall. È questa recente uscita che Illingworth saluta con entusiasmo sulle pagine del NY Times:
“Caustico, solitario e ossessivo, il romanzo offre un ritratto ampiamente speculativo del precoce congedo dell’Antropocene”.
Tra fine dicembre e inizio gennaio, il romanzo dello scrittore italiano è stato recensito anche sul New Yorker tramite un secondo articolo, di Alejandro Chacoff – il pezzo è apparso prima sul sito della rivista con il titolo The Italian Novelist Who Envisioned a World Without Humanity (Il romanziere italiano che ha immaginato un mondo senza umanità) e in seguito sul cartaceo, come Solitaire. The eerie resonance of "Dissipatio H.G." (Solitario. L’eco inquietante di "Dissipatio H.G.").
Sul settimanale americano Chacoff riassume, commenta e inquadra il romanzo nel contesto biografico di Guido Morselli, ma non solo: costruisce un parallelo tra le vicende narrate e quelle recentemente esperite dall’intero genere umano2: la quarantena imposta per contenere la diffusione del virus.
“Ogni fase della quarantena sembra essere rappresentata in questo breve romanzo”.
Il richiamo al Covid-19 potrebbe far storcere il naso a chi ha già letto Dissipatio in tempi non sospetti. Ma potrebbe anche, in fondo, essere preso come la conferma che il romanzo di Morselli ha superato la prova del tempo: è diventato un classico e in quanto tale, calvinianamente, "non ha mai finito quel che ha da dire".
Dissipatio H.G.: di cosa parla?
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Dissipatio H.G. si apre con il tentato (riuscito?) suicidio di un intellettuale sulla quarantina. Disgustato dalla città e dall’umanità, l’uomo ha abbandonato Crisopoli, dove viveva e lavorava, per trasferirsi in un paesino montano; in seguito, ha deciso di togliersi la vita annegandosi.
Dopo aver perso coscienza per un breve intervallo di tempo, il protagonista (e voce narrante) torna a casa, per scoprire che proprio in quei secondi l’intero genere umano si è dissolto nel nulla.
L’uomo si ritrova così unico rappresentante di una stirpe odiata, da cui desiderava solamente congedarsi; la sua narrazione è un monologo lucidissimo, ironico, in cui dissertazioni filosofiche e ricordi si alternano alla disperata ricerca di un qualsiasi sopravvissuto.
Recensione del libro
Dissipatio H.G.
di Guido Morselli
Guido Morselli: una collezione di rifiuti editoriali
“In breve: interessante, ma troppo ambizioso. Peccato. Cordiali saluti”.
Con queste parole Bompiani boccia Dissipatio H.G. a dicembre 1973. Guido Morselli è già morto da quattro mesi. Il telegramma di rifiuto, inviato all’amica Maria Bruna Bassi dalla direzione editoriale Bompiani, è la beffa ultima di una vita dedicata alla scrittura e alla caccia disperata di un editore.
Per quasi trent’anni, dal 1947 al 1973, Morselli ha collezionato infatti una lunga serie di rifiuti. Autore instancabile, è riuscito a pubblicare in vita solo due saggi, cui si somma qualche altro articolo apparso su rivista.
Manoscritti persi, ritrovati e rifiutati, romanzi bloccati in fase di redazione, pubblicazioni rinviate all’infinito, un carteggio con Calvino (su carta intestata Einaudi), l’interesse affettuoso di Sereni (all’epoca direttore letterario in Mondadori)... La storia editoriale sciagurata di Morselli è documentata per filo e per segno in una cartella curata dallo stesso autore, con il titolo Rapporti con gli editori e un fiasco, decisamente rappresentativo, disegnato a matita sul frontespizio.
Qualche esempio? Il comunista, terminato nel 1965, viene rifiutato prima da Einaudi – Calvino, che "rimpiange" che il libro sia scritto in forma di romanzo, scrive a Morselli che il testo gli ha "mosso pensieri" e "ci ha imparato", ma che tuttavia "si scrive per questo: non per piacere, o stupire, o aver successo". Poi, il rifiuto arriva da Mondadori e Garzanti. In mano alla casa editrice Rizzoli, il romanzo viene accettato (è il 1966), ma un cambio di dirigenza dà il via a una serie di rinvii, giustificazioni e contrasti. Nel 1968, esasperato, Morselli chiede che gli vengano restituite le bozze corrette, sciogliendo il contratto.
Gli altri due romanzi scritti nel 1966, Brave borghesi e Roma senza papa, vanno incontro allo stesso destino: il primo è rifiutato da Rizzoli, Longanesi e Lerici, il secondo da Mondadori ed Einaudi.
Guido Morselli continua a cercare un’alternativa e, tramite Sereni, si rivolge ad Adelphi. La casa editrice valuta e accoglie positivamente gli scritti dell’autore, ma quando comunica di voler pubblicare i suoi libri è costretta a interfacciarsi con i suoi eredi: Morselli è già morto da mesi. Il suo primo romanzo pubblicato, postumo, è Roma senza papa (1974).
1 G.C. Ferretti, Siamo spiacenti. Controstoria dell’editoria italiana attraverso i rifiuti (Bruno Mondadori, 2012)
2 Le due lettere puntate del titolo, "H.G.", significano "humani generis" ("del genere umano").
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il New Yorker scrive di Dissipatio H.G.: lo scenario del romanzo di Morselli ricorda quello della pandemia
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