Nel cuore della città. Ricerca/azione nel centro storico di Catanzaro di Antonella Aletta

Nel cuore della città. Ricerca/azione nel centro storico di Catanzaro (Città Calabria, 2019) è un libro interessante per capire come si vive effettivamente nel centro storico della città di Catanzaro cercando di rispondere alle questioni che riguardano la città con sei capitoli dedicati: allo spopolamento, all’immigrazione, alla povertà, alla criminalità, alle criticità e opportunità, alla valorizzazione del centro storico. Nelle conclusioni sono sintetizzati i risultati complessivi della ricerca, in maniera oggettiva e trasparente, utilizzando un metodo di ricerca qualitativa attraverso: osservazioni partecipate, interviste strutturate, interviste semi-strutturate.

Il titolo Nel cuore della città. Ricerca/azione nel centro storico di Catanzaro è una promessa: affronta il tema della città capoluogo della regione Calabria nel suo cuore con un’attività di rilevazione in forma di ricerca/azione con un’esplorazione sociologica attenta e una restituzione di dati con tabelle riassuntive molto interessanti. Il lavoro è stato svolto con la collaborazione di sei giovani in servizio civile volontario nell’ambito del progetto SolidAli, gestito dalla Fondazione Città Solidale della quale l’autrice è una dei volontari, nonché fondatrice.
Antonella Aletta scrive:

A Catanzaro bisogna volerci andare, non è una città di passaggio. Eppure, in un mondo in cui il globale e il locale si intrecciano e si intersecano, anche una città piccola e periferica può aiutare a capire le dinamiche di sviluppo della nostra società.

Infatti Catanzaro è un caso emblematico del disastro urbanistico italiano e di come ad arte siano stati alimentati sogni, illusioni, vere e proprie chimere che con grandi progetti immaginavano trent’anni fa una “grande Catanzaro” e si sono rivelati un enorme sciupio di soldi pubblici.
Nel libro l’indagine, svolta da gennaio a marzo del 2017, riguarda le risposte di 177 intervistati e, come dice Monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, nella presentazione, consentono di evidenziare importanti temi (spopolamento, immigrazione, povertà, criminalità).

Il tutto viene sintetizzato non tanto allo scopo di incrementare la lista delle cose che non vanno (ritardi cronici, mancati interventi) quanto per predisporre di un quadro scientificamente definito, per poi attivare processi virtuosi di cambiamento in cui anche la Chiesa ha un ruolo.

E stupisce come S.E., che pure è a Catanzaro solo dal 2011, abbia ripreso quello che dicono molti intervistati evidenziando che “la creazione della cittadella regionale ha impoverito il Centro e la città in generale” e scrive:

Certo che chi nell’ultimo trentennio ha avuto posizioni di potere, sia imprenditoriale che politico-economico, dovrebbe domandarsi fino a che punto il degrado percepito dalla gente del Centro Storico sia stato assecondato e governato in peius. I responsabili di ieri e di oggi non possono non chiedersi quando sia iniziato questo peggioramento, che dai cittadini viene percepito come iniziato da una trentina d’anni, con alcuni esiti terribili; crisi economiche e disoccupazione.