Che cosa sono i nomi collettivi e come si usano? Scopriamolo insieme grazie all’aiuto di alcune frasi con gli esempi. Nella grammatica italiana i nomi collettivi sono quei nomi che indicano una pluralità di soggetti appartenenti allo stesso gruppo o categoria. Sull’ Enciclopedia Treccani leggiamo "I nomi collettivi indicano un gruppo generico di persone, animali o cose."
In sostanza sono l’opposto dei nomi individuali, che designano invece un’entità singola.
Se in teoria questa definizione può generare dubbi o perplessità, nella pratica i nomi collettivi sono molto semplici da capire. Per esempio "gregge" è un nome collettivo, perché indica un gruppo di unità singole appartenenti alla stessa categoria, di animali della stessa specie (presumibilmente pecore). Anche "fogliame" è un nome collettivo, e indica un insieme di foglie.
"Folla" è un altro nome collettivo: indica un insieme, un gruppo di persone, di individui.
Sebbene i nomi collettivi abbiano una forma singolare, esprimono però l’idea di un gruppo di soggetti considerati come un insieme.
Per questo motivo è molto importante quando si usano i nomi collettivi prestare sempre molta attenzione alla concordanza del predicato. I nomi collettivi agiscono come nomi singolari, perciò i verbi a loro collegati vanno usati alla terza persona singolare.
Ecco alcuni esempi:
La folla si avvicinava al cancello. (Sebbene la folla sia composta da un ampio numero di persone, esse agiscono in questo caso come un tutt’uno. La folla dunque è un nome collettivo ed è singolare).
L’esercito marcia verso nord. (Con esercito intendiamo l’intero numero di soldati presenti in campo in quel momento)
Quali sono i nomi collettivi?
Ecco alcuni nomi collettivi che usiamo quotidianamente:
- ciurma
- combriccola
- compagnia
- crocchio
- esercito
- famiglia
- gente
- giuria
- gregge
- pinacoteca
- popolo
- pubblico
- scolaresca
Possono assumere valore collettivo anche altri tipi di parole, come alcuni numerali (es. Dozzina, e cioè un insieme di 12 unità; oppure centinaio); i nomi astratti utilizzati al posto di una categoria (es. La gioventù, che indica cioè i giovani); infine alcuni nomi concreti usati come collettivi in alcuni linguaggi specifici (es. Guasti sull’intera rete ferroviaria).
Tutto chiaro ora? La grammatica italiana è molto complessa e nomi, articoli e congiunzioni hanno regole ben precise. Ma con un po’ di studio e tanta pratica si può padroneggiare tutto benissimo.
E voi quali argomenti di grammatica trovate particolarmente ostici? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nomi collettivi: cosa sono e come si usano
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