Non avevo capito niente di Diego De Silva

Finalista per il Premio Strega 2008

A Vincenzo Malinconico capitano improvvisamente due miracoli. Il primo è una nomina d’ufficio, grazie alla quale diventa difensore di un becchino di camorra, Mimmo ’o Burzone, e si trova coinvolto in un’avventura processuale rocambolesca. Il secondo miracolo si chiama Alessandra Persiano: la donna piú bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero. Ma il vero miracolo, per noi lettori, è la voce svagata, digressiva ed eccentrica intorno a cui ruota l’intero romanzo. Il vero miracolo è il pensiero storto e irresistibile di Vincenzo, che riflette su tutto quello che attraversa la sua esistenza e la sua memoria, seducendoci, di deriva in deriva, fino in fondo. (Tratto dalle note di copertina)

Già noto per "Certi bambini", questo scrittore napoletano ci regala un romanzo di forte presa, data l’attualità dei tanti temi affrontati. L’avvocato Vincenzo Malinconico, il cui cognome promette molto, si trova coinvolto, contemporaneamente, in diversi serissimi problemi, sia familiari che professionali: si sta separando da una moglie psicologa supponente, ha due figli difficili, ai quali ha fatto da padre in modo spesso elusivo, la sua professione di avvocato è traballante, vive in una casa da single tutta piena di mobili IKEA, così come è triste anche il suo studio in condominio con altri sfigati. L’incontro con una vicenda di camorra dai risvolti inattesi, mette improvvisamente in frenetico movimento la sua vita e obbliga Vincenzo, solitamente titubante incallito, a prendere continue decisioni. Ma certamente l’aspetto più originale di questo libro è la lingua: un misto di italiano basic, inflessioni del parlato napoletano che non è il dialetto, incursioni nel linguaggio della pubblicità, degli outlet, dei grandi centri commerciali. Non mancano, però, pagine raffinate, con citazioni di Hopper e Proust. Un pastiche letterario che prende, affascina, e talvolta commuove, quasi che l’autore volesse mostrarci attraverso il suo personaggio la potenziale ricchezza e le contraddizioni in cui sembra dibattersi oggi la società napoletana.