L’alluvione spaventosa che aveva travolto la città di Firenze, in quel 4 novembre 1966, portandosi via vite, opere d’arte, ricchezza, attività, aveva davvero sconvolto il mondo. Un film documentario di Franco Zeffirelli, girato in inglese con l’allora celeberrimo Richard Burton che faceva il narratore commosso di quel disastro, fece il giro delle tv, all’epoca poche.
Noi ragazzi, io frequentavo la prima classe del liceo romano Mameli, accogliemmo volentieri la proposta della presidenza: passare le mattinate di scuola all’Archivio Centrale, all’Eur, per collaborare alla salvezza delle migliaia di volumi dell’Archivio di Stato di Firenze, devastati dall’acqua sporca e dal fango.
All’inizio fu per noi una vacanza: si salta latino, greco, matematica, ma presto si trasformò in un vero impegno, una voglia di fare, di aiutare, di salvare. Fummo forniti di grembiuli, di guanti di gomma, di fogli di carta assorbente: dovevamo staccare con molta cura e pazienza le pagine incollate dalla melma e introdurre un foglio di assorbente per tentare di asciugarle per salvarle dal degrado e dal pericolo di perdere documenti preziosi ed unici.
Più tardi nel film La meglio gioventù quella epopea fu ripresa e raccontata come una grande avventura, quella degli Angeli del fango. Ricevemmo anche un riconoscimento, un attestato firmato dall’allora Ministro dell’Interno, Paolo Emilio Taviani, che rimase attaccato nella mia stanza per anni.
Ora, mentre scorro le immagini continue fornite dai media che raccontano l’enorme marea che distrugge Venezia, i suoi tesori, i libri, la ricchezza di una città unica al mondo, non posso che gioire vedendo i giovani degli anni 2000 accorrere con lo stesso entusiasmo di allora e questa volta con mezzi più adeguati. Con i telefonini e i social è più facile prestare aiuto dove serve, avere informazioni live delle necessità e dei metodi di intervento: i nuovi angeli del fango sono numerosi, determinati, informati.
Dai social arrivano i messaggi di tante librerie e fondi che ringraziano le numerose squadre che si sono formate per riuscire a salvare quanti più volumi possibili.
Venezia, come Firenze oltre cinquanta anni fa, appartiene all’umanità intera e ha bisogno della forza e delle energie dei più giovani, volontari, italiani e stranieri.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I nuovi angeli del fango: i ragazzi che a Venezia salvano i libri
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Angeli del fango
bravissimi i volontari sia quelli di Firenze che quelli ora impegnati nel salvare i libri di Venezia allagata. Conosco la libreria menzionata "Acqua Alta , stupenda, direi unica, nel suo genere, difficile da trovare se non sei di Venezia.