Il 23 settembre 1973 moriva Pablo Neruda, in circostanze misteriose che solo di recente sono state in parte chiarite. Il poeta cileno, premio Nobel per la Letteratura nel 1971, fu avvelenato dagli agenti di Pinochet in seguito alla sua opposizione al regime istituitosi con un colpo di Stato.
Oggi riposa in una tomba lambita dalle acque dell’oceano sull’Isla Negra, accanto alla sua ultima moglie ed eterna musa, Matilde Urrutia. A lungo Matilde, chiamata dal poeta con l’affettuoso ed enigmatico nomignolo di “Medusa”, è stata l’amore segreto di Neruda, sposato con l’artista e intellettuale argentina Delia del Carril.
La relazione clandestina tra i due fu coronata da un soggiorno a Capri nel 1952, presso la villa “Lo Studio” affacciata su un mare color zaffiro, e sarebbe proseguita per anni fino ad avverarsi alla luce del sole nel 1966.
Il poeta cileno dedicò alla donna, tra l’altro nota cantante lirica cilena, i propri versi più ispirati, I versi del capitano (titolo originale Los Versos del Capitán, Ndr), testimoni di un amore segreto e doloroso. Matilde Urrutia sarebbe rimasta accanto al poeta sino al suo ultimo giorno di vita; sarebbe stato suo “l’urlo nero” che avrebbe rivendicato giustizia sulla morte misteriosa di Neruda sigillata a lungo da un certificato di morte falso.
L’amore per Matilde è un fil rouge nella poesia di Neruda, la passione che rivendica sé stessa e sempre viene cantata, continuamente viene cantata, persino quando è celata o nascosta. Il “segreto amore” (secreto amor) palpita, come una vibrazione, in tutte le cose, negli oggetti, nella terra, nel mare, persino nel rosso del fiore di papavero che nella sua corolla scarlatta ne custodisce intatto il mistero.
Nell’anniversario della morte di Pablo Neruda ricordiamo una delle sue poesie più belle: Ode al segreto amore, pubblicata nella raccolta Odi elementari (1954) e dedicata, come sempre, a Matilde.
Le Odi elementari (Las Odas) rappresentano la raccolta della maturità di Neruda, furono scritte su proposta di Miguel Otero Silva, direttore del quotidiano di Caracas El Nacional, di una collaborazione settimanale di poesia. Le poesie di Neruda venivano pubblicate ogni settimana, con cadenza scandita, sulle pagine di cronaca.
Le poesie contenute nelle Odi nerudiane si caratterizzano per la grande eterogeneità dei temi trattati: nelle intenzioni del poeta c’era, infatti, la volontà di scrivere una lunga storia della propria epoca attraverso le cose, i mestieri, la gente, i frutti, i fiori, la vita, tutto ciò che poteva racchiudere la Creazione. Ma il vero tema delle Odi elementari, ciò che scorre sottotraccia in ogni poesia, è la libertà: Neruda afferma che, attraverso il proprio messaggio poetico, intendeva comunicare la libertà agli uomini.
Ode al segreto amore (nell’originale Oda al secreto amor, Ndr) deve essere letta in questo senso; si inserisce nel solco della dichiarazione di poetica fatta da Neruda alla rivista El caballo verde:
Una poesia impura come un vestito, come un corpo con macchie di nutrimento e atteggiamenti vergognosi, con rughe, osservazioni, sogni, veglie, sogni, veglie, sogni e veglie di nutrimento.
Una poesia “impura”, dunque, che rappresenta un inno alla libertà. Ode al segreto amore si muove in bilico tra veglia e sogno, inizia come un sussurro Tú sabes/que adivinan/el misterio e si conclude con un’invocazione struggente e accorata:
Amor, amor, amor/oh flor secreta, llama invisible.
Vediamone testo, analisi e significato.
“Ode al segreto amore” di Pablo Neruda: testo
Tu sai
che indovinano
il mistero:
mi vedono,
ci vedono,
e nulla
è stato detto,
né i tuoi occhi,
né la tua voce, né i tuoi capelli,
né il tuo amore hanno parlato,
e lo sanno
d’improvviso,
senza saperlo
lo sanno:
mi accomiato e cammino
verso un’altra parte
e sanno
che mi attendi.Felice
vivo
e canto
e sogno,
sicuro
di me stesso,
e in qualche modo
conoscono
che tu sei la mia gioia.
Vedono
attraverso i pantaloni oscuri
le chiavi
della tua porta,
le chiavi
della carta, della luna
nei gelsomini,
il canto nella cascata.
Tu, senza aprire la bocca,
sbrigliata,
tu, chiudendo gli occhi,
cristallina,
tu, che custodisci
tra le foglie nere
una colomba rossa,
il volo
di un cuore nascosto,
e allora
una sillaba,
una goccia
del cielo,
un suono
dolce d’ombra e di polline
nell’orecchio,
e tutti
lo sanno
amor mio,
circola tra gli uomini,
nelle librerie,
vicino alle donne,
vicino
al mercato
rotola
l’anello
del nostro
segreto
amore
segreto.Lascia
che se ne vada
rotolando
per le strade,
che spaventi
i ritratti,
i muri,
che vada e torni
ed esca
con i nuovi
legumi del mercato,
ha
terra,
radici
e in alto
un papavero,
la tua bocca
un papavero.
Tutto
il nostro segreto,
la nostra chiave,
parola
nascosta,
ombra,
mormorio,
quello
che qualcuno
disse
quando non eravamo presenti,
è solo un papavero,
un papavero.Amore,
amore,
amore,
oh fiore segreto,
fiamma
invisibile,
chiara
bruciatura!
“Ode al segreto amore” di Pablo Neruda: analisi e commento
Ode al segreto amore è una poesia sciolta, in versi liberi, che sembra cantata tanto è densa di allitterazioni, consonanze, suoni ripetuti e flautati.
Del resto tale era l’obiettivo che Pablo Neruda si prefiggeva attraverso le sue Odi elementari ovvero quello di riproporre un “fondamento di nascita”, riscrivendo molte delle cose già “cantate, dette e riscritte” come un bambino che, succhiando pensieroso la cima della matita, è chiamato a scrivere un componimento originale su un tema come il sole, l’orologio, la famiglia e tutto ciò che è quotidiano.
Ne derivano poesie e poemi che si configurano come un inventario di cose semplici, scritte con un linguaggio popolare che non si perde in complessità verbali o congetture, ma giunge dritto al punto, svelando l’essenza intima e segreta delle cose.
Nei versi, scanditi, ritmati e rimati, Neruda si preoccupa di dare una forma visiva all’amore segreto nutrendolo di immagini in grado di palesarlo. L’amore invisibile si rivela nei gesti, negli sguardi, nell’intesa che avvera la sintonia tra i due amanti; ben manifestata, tra l’altro, nel principio della poesia che si costruisce su perfetti parallelismi:
“Mi vedono/ci vedono”.
Pablo Neruda avvera il contrasto tra ciò che è e ciò che appare rendendo tangibile il lato nascosto delle cose: persino ciò che non è detto ad alta voce diventa di una chiarezza lampante, di una evidenza disarmante. Gli sguardi si rivelano capaci di vedere oltre le barriere, scrutando persino attraverso le fibre di tessuto, scorgendo il mazzo di chiavi riposto nelle tasche. Questa visione alterata sembra essere un’allegoria delle chiacchiere della gente, ma anche una chiara rappresentazione della tacita consapevolezza dei due amanti, certi che non potranno nascondersi per sempre.
Il tentativo di mantenere il segreto si frantuma, si scioglie come neve al sole: nulla è stato detto; eppure tutto è stato detto.
e lo sanno
d’improvviso,
senza saperlo
lo sanno
L’amore, secondo Neruda, si compie nei gesti, negli sguardi, in una tensione invisibile che si crea tra due persone e, nonostante tutto, esiste. Non è necessario che due persone siano vicine perché il loro amore sia visibile; a volte possono anche trovarsi agli estremi opposti di una stanza e incrociare semplicemente lo sguardo generando una vibrazione che si propaga come un’onda a tutti i presenti.
In questi versi Pablo Neruda rivendica l’urgenza di un segreto che brucia e non trova riparo né protezione; così è il suo amore per Matilde Urrutia, la “parola nascosta” e tuttavia evidente, manifesta, palese, che si riverbera nell’usura del quotidiano e diventa fiore e fiamma, infine si incide nel corpo come un marchio indelebile, una bruciatura, una sorta di “lettera scarlatta” che identifica con evidenza i due amanti clandestini.
Ode al segreto amore inizia con un sussurro e si conclude con una triplice invocazione che sembra personificare l’amore rendendolo presenza:
Amore,
amore,
amore,
oh fiore segreto,
fiamma
invisibile,
chiara
bruciatura!
Interessante notare come il cromatismo rivesta un ruolo dominante nella poesia: predomina il colore rosso, unito al campo semantico del fuoco (bruciatura, fiamma) che si fa metafora dell’amore che brucia e non si consuma. Pur utilizzando parole semplici, elementari, Neruda riesce a identificare sensazioni precise, rendendo visibile l’astratto tramutandolo in emozione, in pensiero, addirittura in ossessione.
Lungo tutta la successione inarrestabile dei versi, simile a una fisarmonica che si allunga e restringe, Neruda ci sta descrivendo, con termini diversi, sempre la stessa cosa, ovvero “l’amore segreto”.
E proprio come ogni segreto, quando viene continuamente detto, viene a rappresentare la verità, così alla fine è impossibile liberarsi dall’evidenza di questo sentimento.
Diventa parola che scorre di lingua in lingua, mormorio, pettegolezzo, maledizione o rimprovero, che passa di voce in voce e si fa enorme, tramutando un sospetto in una certezza.
e tutti
lo sanno
amor mio,
circola tra gli uomini,
nelle librerie,
vicino alle donne,
vicino
al mercato
rotola
l’anello
del nostro
segreto
Verso dopo verso diventa sempre più tangibile, vincolo e legame suggellato da un anello che sembra una chiara parodia dell’anello matrimoniale degli sposi, sino a concretizzarsi infine in una bruciatura, segno e simbolo, immagine infamante dell’amore clandestino.
Il chiasmo finale contiene tutto il senso della poesia, il concetto stesso di “amore segreto”:
fiamma
invisibile,
chiara
bruciatura
Un segreto che non può essere occultato: qualcosa che gli amanti cercano di nascondere a ogni costo, a volte persino a sé stessi, eppure viene percepito dagli altri. Qualcosa che, infine, inesorabilmente lascia il segno, poiché non ci si può esporre alla fiamma dell’amore impunemente. Pablo Neruda in questi versi elementari, scritti con la docile trasparenza di un bambino che mordicchia la sommità della matita e scarabocchia sul quaderno, è riuscito a rivelare, con parole semplici, la passione e il tormento, la forza e la fragilità, le discrezioni e le evidenze, insomma tutti i contrasti che sono contenuti nella parola “amore” che è, prima di ogni altra cosa, un mistero.
La grandezza di Pablo Neruda è stata la capacità di rendere tangibile questo mistero, di spiegarlo attraverso versi di luminosa chiarezza che non cessano mai di dire, persino quando tentano di “non significare”, ma di celare. Anche la poesia d’amore del poeta cileno è, in fondo, una “poesia civile” perché porta con sé un messaggio politico e una tensione inesausta verso una forma di libertà.
La poesia doveva essere “impura”, affermava il poeta premio Nobel, e muoversi in bilico tra veglia e sogno, tale è infatti la sensazione che si avverte leggendo Ode al segreto amore e che è testimoniata anche dalle lettere dello stesso Neruda:
E quando arrivai a Capri, in compagnia di Matilde Urrutia, la sensazione irreale dei sogni si fece più forte.
Quando parla dell’amore segreto, Neruda sta affermando consapevolmente qualcosa che non dovrebbe esistere, eppure esiste. E dura al di là del tempo; come ci testimoniano ora le due tombe affiancate all’Isla Negra, eterne testimoni di una passione che né le convenzioni né le avversità sono riuscite a ostacolare.
Sarebbe stata Matilde Urrutia a rivendicare la morte di Neruda; il suo pianto inconsolabile si è propagato a lungo finché giustizia è stata fatta.
Le parole del poeta cileno si riverberano attraverso il tempo come un omaggio inscalfibile e perenne alla donna amata, dai Versi del capitano ai Cento sonetti d’amore: il desiderio di dire quello che non è conveniente dire, eppure, ecco, è detto.
e in qualche modo
conoscono
che tu sei la mia gioia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Ode al segreto amore”: la poesia di Pablo Neruda dedicata a Matilde Urrutia
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