Oltre i confini del mondo
- Autore: Laurence Bergreen
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2019
I terrapiattisti dovrebbero odiare Ferdinando Magellano. È severamente vietato ai comunque pochissimi negazionisti della sfericità della Terra il libro di Laurence Bergreen dal titolo Oltre i confini del mondo (HarperCollins Italia, 2019, 641 pagine, 24 euro, traduttore S. Cherchi), riedito ad aprile da Harpercollins Italia nel quinto centenario della spedizione negli oceani del navigatore portoghese al servizio della Spagna.
Nato come un viaggio alla ricerca di nuove spezie, quello di Magellano si trasformò in una circumnavigazione completa del globo terracqueo, a dimostrazione che il nostro pianeta è una sfera.
Non fu il solo risultato, anche se va riconosciuto che già nell’epoca dell’esploratore di Sabrosa (1480-1521) quasi nessuno pensava ormai di vivere sopra un piatto. Ovviamente si parla di “quasi nessuno” che avesse un minimo d’istruzione. Sotto questo aspetto, in effetti, sono paradossalmente di più e più “ignoranti” i sostenitori attuali del Terrapiattismo, gente che dovrebbe avere quanto meno assolto all’obbligo scolastico fino ai 16 anni d’età.
Il 20 settembre 1519, una flotta di cinque navi e oltre duecento uomini salpò verso l’orizzonte dall’Andalusia. Tre anni dopo, fece ritorno un solo battello, con una ventina di uomini. Magellano era morto, ucciso dagli indigeni dell’isola filippina di Mactan, ma quell’andare e venire, senza mai tornare indietro sulle rotte già percorse, forniva un’indicazione geografica indiscutibile.
Aveva dato la prova che la spedizione non era scomparsa nelle brume che leggende e superstizioni collocavano alla fine dei mondi conosciuti. Non avevano incontrato terre galleggianti alla deriva, ma solida terraferma, tra piccole e grandi isole, territori e continenti. I marinai non erano stati ammaliati da sirene, né i chiodi delle chiglie erano stati attratti da chissà quali forze e il fasciame schiantato da mostri o stregonerie. Avevano messo la prua verso occidente e raggiunto l’oriente, una rotta molto semplice per una dimostrazione decisiva ai fini dello sviluppo del pensiero e delle scienze umane: la Terra è sferica.
Quello che era stato ideato come un progetto commerciale si era trasformato in una sfida dell’uomo ai segreti del suo pianeta, con la scoperta giorno dopo giorno di spazi e realtà inaspettate. Si voleva andare a procurarsi chiodi di garofano per arricchire la corona di Spagna ed erano stati scoperti un passaggio inaspettato tra gli oceani (lo stretto di Magellano), nuove terre e nuovi mondi nel proprio mondo.
Giornalista, scrittore, storico americano, l’autore offre un leggibilissimo e dettagliato resoconto, che sorretto dall’appassionato entusiasmo di Bergreen stesso per la vicenda scorre come un lungo romanzo d’avventura dal vero.
La prima stesura della sua cronaca della spedizione al comando di Fernando de Magalhaes risale a quindici anni fa, ma la ricorrenza del mezzo millennio dal via all’esplorazione ha suggerito una nuova pubblicazione.
L’origine di questo lavoro di accurata ricerca internazionale risale al soggiorno di studio dello scrittore presso la NASA, in preparazione del suo volume sulla conquista di Marte.
L’incontro con Magellano è stato casuale. L’aveva sentito citare ripetutamente nell’Agenzia spaziale: portava il nome dell’esploratore una sonda inviata su Venere, ma presto il personaggio e il suo viaggio hanno fatto breccia nell’animo stesso del cronista-storico, appassionato di scoperte.
Non sono disponibili carte e atti coevi, perduti nel corso delle navigazioni transoceaniche. Da qui la necessità di ricerche incisive, per venire a capo della personalità di un europeo del 1500, che gli appariva ispirato e visionario, ma anche misterioso, oscuro e al tempo stesso accorto nei comportamenti. Un uomo pieno di contraddizioni, Magellano e proprio per questo credibile.
Che emozione il contatto fisico a Yale con l’edizione originale del resoconto della circumnavigazione, redatto dal vicentino Antonio Pigafetta. Italiano, suddito della Repubblica di Venezia, si era associato alla spedizione assumendo il compito di raccontarla: le ansie, le incognite, le paure dell’andare incontro a qualcosa di sconosciuto e poi i massacri, le orge, le curiosità botaniche e faunistiche. Il vicentino aveva aggiunto anche qualche disegno di suo pugno, per aiutare i lettori a immaginare quanto aveva visto coi propri occhi, un mondo straniero, innocente.
Da cronista ufficiale e testimone privilegiato, si dimostra sorpreso e solo in parte rassicurato dal mancato incontro con forze distruttive di varia natura, emergenti dal mare. In compenso, dalle acque saltavano su pesci volanti di diverse specie, spesso tanti insieme da sembrare piccole isole.
Nelle profondità sotto di loro e nei cieli che li sovrastavano, avevano incontrato meraviglie insperate e si erano misurati con pericoli costanti, che andavano oltre ogni umana capacità di comprensione.
Il volume di Laurence Bergreen, allora settimo dei suoi titoli, è apparso per la prima volta nel 2003, riscuotendo tanto nei paesi di lingua anglosassone che latina un successo mondiale inatteso, per questo ancora più lusinghiero per l’autore.
Oltre i confini del mondo. La storia di Ferdinando Magellano e della prima straordinaria circumnavigazione della terra
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