Omicidio di Stato. Storia dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni
- Autore: Nicola De Palo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Armando Curcio Editore propone Omicidio di Stato – Storia dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni, un libro scomodo, una storia dolorosa e sgradita al potere: due reporter italiani, inviati per un’inchiesta a Beirut, spariti nel nulla il 2 settembre 1980. Una vicenda oscura – purtroppo non una novità da noi -, in cui qualcuno, nascondendosi dietro la ragione di Stato, è riuscito a impedire per oltre trent’anni che si arrivasse a scoprire la verità, e ai familiari di ottenere indietro almeno i corpi dei due.
Graziella De Palo, giovane inviata di Paese Sera, e Italo Toni, esperto di questioni mediorientali e collaboratore di diverse riviste internazionali, tra le quali Paris Match, erano giunti in Libano, ospiti dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, per un servizio sulla guerra civile in corso tra cristiani-maroniti e musulmani libano-palestinesi.
I due, in particolare, erano impegnati a far luce su un illegale traffico internazionale di armi nel quale erano coinvolti anche alcuni alti esponenti politici italiani e il Sismi.
Significativa, a questo proposito, la testimonianza di Falco Accame, già deputato Psi nella VII e VIII legislatura, già comandante della Forza multilaterale Nato nel Mediterraneo:
Avevano cercato di scavare, di capire in che cosa consisteva il complesso militare- industriale italiano, in che cosa consisteva questo traffico di armi che era stato oggetto di molte mie interrogazioni parlamentari (…). Io penso che, diciamo, se è stata decisa la loro fine è per via di questi segreti ed è più probabile che la loro fine sia stata decisa in Italia. (pag. 43).
Nel corso della guerra tra i maroniti, sostenuti da Israele, e gli arabi palestinesi, appoggiati dalla Siria, il Libano rappresentava in quel periodo una piazza importante per il traffico di armi e droga, oltre ad essere un autentico paradiso fiscale per i fiumi di denaro provenienti da tutto il mondo.
Prima della loro scomparsa, De Palo e Toni chiesero all’Olp di farsi accompagnare a sud, dove era attivo il Fronte di Liberazione Democratico della Palestinese, l’ala più radicale e intransigente nella lotta contro gli israeliani. Il viaggio era stato fissato per il 2 settembre 1980: da allora, appunto, dei nostri connazionali non si seppe più niente.
Nicola De Palo, cugino di Graziella, ricostruisce tutta la drammatica vicenda. I familiari della giovane in questi anni non si sono mai dati per vinti, bussando a tutte le porte che contano, ma con scarsi risultati: il Ministero degli esteri, l’Ufficio di Rappresentanza dell’Olp a Roma, l’Ambasciata italiana di Beirut, il Sismi, la Segreteria di Stato Vaticana e persino il Quirinale.
La vicenda è narrata con estrema precisione di date, fatti, nomi e cognomi dei protagonisti coinvolti più o meno direttamente: ne emerge una fitta rete di relazioni a maglie strette dove massoneria, servizi segreti deviati, politica, settori industriali degli armamenti, terroristi internazionali, giocano una triste e ambigua partita a scacchi ai danni dei familiari dei due reporter, con l’intento – soprattutto da parte di qualche enigmatico agente del Sismi di stanza a Beirut - di intorbidare le acque, depistare, insabbiare, ostacolando con ogni mezzo la ricerca della verità.
Sembra di leggere un intrigato romanzo di spionaggio internazionale. La realtà, tuttavia, supera di molto la fantasia: inquietante è la sospetta connessione tra il rapimento della De Palo e di Toni e la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, così come i rapporti di collaborazione tra Brigate rosse e terroristi palestinesi. Probabilmente, attraverso la loro inchiesta, i due inviati stavano pervenendo a conclusioni che avrebbero messo in grave imbarazzo taluni esponenti delle nostre istituzioni e creato uno scandalo di dimensioni inimmaginabili, e pertanto qualcuno decise di eliminarli. Si adombra anche l’ipotesi che entrambi assistettero per caso a un incontro avvenuto tra un ministro dell’allora governo in carica e il terrorista di destra Stefano Delle Chiaie - anche una parte delle frange neofasciste erano implicate nel mistero De Palo-Toni, dunque? -, incontro al quale non avrebbero certo dovuto essere presenti: questo, secondo Nicola De Palo, potrebbe essere un altro dei motivi per cui fu ordinato di uccidere i pericolosi testimoni.
Come per altri inviati di guerra, morti in circostanze e per cause ancora tutte da chiarire – Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Marco Lucchetta, Antoni Russo, Maria Grazia Cutuli e l’elenco potrebbe proseguire - anche nel caso De Palo-Toni il nostro paese ha scritto un’altra vergognosa pagina di storia, indegna di una nazione civile.
La magistratura si è mossa arrivando a incriminare alcune figure di vertice del Sismi, all’epoca dei fatti: ma tanto, anzi, tutto ancora resta da svelare su questo ennesimo mistero italiano.
Omicidio di Stato si occupa di una vicenda difficile, dura, angosciante, fastidiosa, allarmante, interessante soltanto per una ristretta cerchia di lettori. Oltre a essere un tributo alla memoria dei due sfortunati inviati, questo è un libro coraggioso, di grande importanza e qualità documentativa, che apre uno squarcio su una dimensione oscura e sinistra di una parte malata delle istituzioni.
Lo consiglio a tutti: sia per la scioltezza e la chiarezza nella sua lettura sia per ripercorrere alcuni misfatti accaduti durante la Prima repubblica, dove alcuni settori marcescenti dello Stato hanno agito tramando nell’ombra.
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Sono il fratello di Graziella e ringrazio l’autore di questa recensione per la sua bella testimonianza. Mi limito a ricordare che tutti gli altri casi ricordati sono avvenuti dopo questo.
Ringrazio dell’intervento il signor Giancarlo De Palo, e lo saluto con cordialità.