Opinioni di un clown
- Autore: Heinrich Böll
Tutti noi abbiamo una maschera. La utilizziamo senza accorgercene per muoverci con disinvoltura nella società e nascondere, per così dire, il nostro intimo io. Hans Schnier, clown di professione, si serve in questa vicenda della sua maschera per svelare la verità, e così facendo le sue pantomime diventano una critica sarcastica e feroce all’opulenza e al materialismo della società tedesca del dopoguerra.
Hans Schnier è un giovane clown che vive a Bonn in un alloggio in cui, in realtà, abita solo occasionalmente perché è sempre in viaggio per la Germania ad esibirsi. Tant’è che la sera in cui torna, dopo cinque anni di continuo girovagare, dovette fare uno sforzo incredibile per rompere quella automaticità che aveva caratterizzato la sua vita al di fuori del palcoscenico:
"scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi versi l’edicola dei giornali, comperare le edizioni della sera, uscire, fare cenno a un tassì".
Da quando è stato abbandonato dalla sua fidanzata, Maria, non è più lo stesso. L’automaticità, di cui parla simpaticamente all’inizio, non è altro che un vano escamotage per distogliere il pensiero da lei, divenuto ormai un assillo, che inciderà negativamente sulla sua vita professionale portandolo ad inanellare una serie di insuccessi fino a rimanere senza più un ingaggio. Proprio nell’ultima esibizione si ferisce persino ad un ginocchio come a suggellare la fine della sua carriera. Ridottosi sul lastrico, decide di fare qualche telefonata ad amici e parenti in cerca di denaro, ma la sua preoccupazione principale è quella di avere notizie di Maria.
La vicenda si svolge tutta nel suo alloggio, in un arco temporale di qualche ora. Tra bicchieri di cognac, telefonate ed incontri egli si abbandona ad una lunga commiserazione su se stesso, dispensando aspre critiche (le sue “opinioni”) verso la famiglia, borghesi benestanti sempre molto attenti a salvaguardare le apparenze, in particolare verso la madre che incoraggiò la figlia Henriette ad arruolarsi nella Flak; verso la Chiesa, soprattutto con i cattolici, che sono stati, di fatto, la causa principale della separazione dalla sua amata: l’unione di Hans con Maria, fervente cattolica, era stata sempre osteggiata dagli esponenti dei comitati cattolici locali. Alla fine, dopo una serie di alterchi sempre più accesi, Maria aveva deciso di unirsi a un uomo, un certo Heribert Züpfner, anch’egli cattolico, e di avere una relazione stabile e “borghese”; più in generale le sue accuse sono rivolte ad una società materialista ed ipocrita sempre pronta ad adattarsi alle convenienze in nome degli interessi. Ma questo clown non ha nessuna intenzione di piegarsi ad avvilenti compromessi. Forse sarà proprio a causa della sua indefettibilità che si ritroverà a mendicare sui gradini della stazione di Bonn cantando litanie lauretane in compagnia della sua chitarra senza trovare né i soldi per la sopravvivenza, né alcun modo per ritrovare Maria.
"Le opinioni del clown" sono il filo conduttore attraverso il quale Heinrich Böll descrive in modo satirico la Germania post nazista. Quando venne pubblicato, nel 1963 suscitò molto clamore nell’ambiente cattolico e governativo tanto da divenire non solo un fenomeno letterario, ma anche politico.
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