Oro, argento e birra
- Autore: Antonio Caprarica
- Genere: Sport
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2012
Le Olimpiadi di Londra. I giochi di ieri e di oggi nel Paese che ha inventato lo sport
Anche se le Olimpiadi di Londra 2012 sono già andate in archivio, la gradevolezza e l’interesse suscitati da questo lavoro di Antonio Caprarica restano intatti. Non si tratta infatti di un titolo legato esclusivamente all’attualità, anche se le ultime trenta pagine sono dedicate tutte alla preparazione e ai numeri della kermesse londinese, ma di un libro che dispensa un gran numero aneddoti e curiosità.
La premessa, che forse non piacerà ai più, rivendica - purtroppo a ragione - la leadership assoluta della Gran Bretagna in fatto di sport. E’ lunghissima, in effetti, la lista delle attività agonistiche nate in terra d’oltremanica: baseball, calcio, ippica, tennis… Hockey, boxe e polo invece, hanno trovato delle regole definitive grazie agli inglesi.
Digerito questo boccone amaro (almeno per chi vorrebbe sempre e comunque l’Italia in prima fila), Caprarica passa a raccontare, con lo stile asciutto e divertente che gli è proprio (oltre ad essere stato corrispondente della Rai in vari Paesi, è stato anche direttore di Radio Uno e dei Giornali Radio Rai) una serie di aneddoti e di piccole storie avvenute durante le precedenti edizioni delle Olimpiadi ospitate da Londra, nel 1908 e nel 1948.
Storie di uomini, prima ancora che di atleti, che risalgono a tempi in cui lo sport era soprattutto passione e non una professione.
Scopriamo così la figura del garzone emiliano Dorando Pietri, eroico maratoneta che cade stremato a pochi metri dal traguardo, e che lo supera solo portato a braccia dall’ispettore di gara e dal capo dello staff medico. La squalifica avverrà dopo quasi due ore, dopo persino la premiazione, ma il gesto resterà nella storia.
Come resterà nella storia il forfait della squadra americana di tiro alla fune, sconfitta dagli inglesi, rei di… aver indossato delle scarpe troppo pesanti: scarponi bordati d’acciaio sui tacchi contro normali scarpette da atletica.
Leggendarie anche le sfide dell’edizione 1948, la prima dopo la guerra mondiale, così come l’affermazione di Micheline Ostermeyer, francese a dispetto del cognome, che vinse la medaglia d’oro nel lancio del disco e nel lancio del peso: nipote di secondo grado dello scrittore Victor Hugo e pianista di talento, aveva iniziato a lanciare l’attrezzo solo poche settimane prima.
Curiosa anche la storia del maratoneta Emil Zàtopek, che trionfò nei 10.000 metri, ma perse di soli 2 decimi la finale dei 5.000 dopo un finale travolgente.
Pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2012, Oro, argento e birra di Antonio Caprarica ci racconta storie di ordinario agonismo.
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