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Outsiders
- Autore: Lyndall Gordon
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2025
Outsiders (Fazi, 2025, titolo originale Outsiders: Five Women Writers Who Changed the World, traduzione di Sabina Terziani) di Lyndall Gordon racconta la storia di “Cinque scrittrici che hanno cambiato il mondo”: Mary Shelley nata Mary Wollstonecraft Godwin (Londra, 30 agosto 1797 – 1º febbraio 1851), Emily Brontë (Thornton, 30 luglio 1818 – Haworth, 19 dicembre 1848), George Eliot, pseudonimo di Mary Anne (Marian) Evans coniugata Cross (Arbury, 22 novembre 1819 – Londra, 22 dicembre 1880), Olive Emilie Albertina Schreiner (Wittebergen, 24 marzo 1855 – Città del Capo, 11 dicembre 1920) e Adeline Virginia Woolf, nata Stephen (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941), e dei loro famosi romanzi.
Outsider nel linguaggio sportivo è chi abbia conseguito la vittoria in una gara, pur non trovandosi fra coloro che erano considerati come probabili vincitori, colui che sta al di fuori della conformità sociale, chi opera in campo letterario, artistico e simili al di fuori di ogni scuola o movimento, chiunque riesca a imporsi in qualsiasi campo, nonostante non sia tra i favoriti o si trovi in una situazione marginale.
Le cinque scrittrici qui prese in esame hanno fatto propria questa identità, perché con le loro opere cambiarono il panorama della letteratura mondiale. È straordinario come la loro forza d’animo e resilienza traspaia dalle loro immortali pagine. Le loro esistenze complicate, difficili, alcune volte drammatiche, emozionano, commuovono e affascinano i lettori anche perché la loro biografa rende le loro vite simili a romanzi.
Tra autore e lettore si crea uno strano legame e finiamo per conoscere un poeta o un romanziere classici in modo più intimo rispetto ai nostri contemporanei, lo sentiamo più vicino della persona che amiamo o di un amico.
Virginia Woolf, che considerava condizione indispensabile per una vita da scrittrice riservarsi “una stanza tutta per sé”, cacciatrice notturna capace di vedere dentro il cuore e l’anima degli outsider; George Eliot dal carattere ambizioso; Emily Brontë e il suo vigoroso disprezzo per il mondo esterno in favore di quello interiore. Tutte sono state outsider e questa esclusione dalla società ha permesso loro di esprimere quello che avevano da dire. Persone fuori dagli schemi che riuscivano a fare della loro distanza dal mondo uno strumento per osservarlo in modo inedito. Outsider anche perché ci indicano con i loro scritti chi potremmo essere.
Cinque donne, cinque voci straordinarie, che si sono levate nel corso del XIX secolo: quelle di una fanciulla prodigio, di una visionaria, di una fuorilegge, di un’oratrice e di un’esploratrice. Queste donne hanno vissuto, hanno agito e ci hanno cambiato. Vengono da luoghi e situazioni diverse, ma le accomuna il fatto che, attraverso le generazioni, hanno trasmesso conoscenze l’una all’altra e poi a noi. Mary Shelley, figlia di Mary Wollstonecraft, la pioniera dei diritti femminili e di William Godwin, filosofo politico, Emily Brontë, George Eliot, Olive Schreiner e Virginia Woolf sono state lettrici prima di diventare scrittrici, ovvero ciascuna ha ascoltato la voce di colei che l’ha preceduta, in una sorta di catena di montaggio. L’intento di Lyndall Gordon è quello di studiarne gli anelli per capire come ciascuna donna abbia creato un nuovo genere.
Com’è accaduto che ognuna delle cinque abbia raggiunto una voce così smisurata? Come fecero a diventare scrittrici nonostante gli ostacoli che trovarono sul loro percorso in quanto donne? Nell’Ottocento le donne perbene dovevano stare zitte e questa era una verità universalmente riconosciuta. Non prendevano la parola in pubblico, perché era sconveniente, poco femminile. L’assertività, il mettersi in mostra in modo egotistico venivano considerati qualcosa di anomalo, per questo è notevole che tre spiriti ribelli come Mary Shelley con il suo Frankenstein (1818), George Eliot con Adam Bede (1859) e Olive Schreiner con Storia di una fattoria africana (1883) abbiano parlato immediatamente alle lettrici e ai lettori della loro epoca. Le opere ancora più coraggiose di Emily Brontë e Virginia Woolf, invece, hanno raggiunto un pubblico più vasto soltanto dopo la loro morte.
Tutte e cinque si ritrovarono orfane di un modello femminile, e impararono a vivere dai libri. Le più fortunate ebbero a disposizione una figura maschile di larghe vedute. Tutte percepirono il pericolo di restare in famiglia, di non vivere la vita in modo pieno e, per quanto fosse pericoloso rimanere, andarsene poneva rischi ancora maggiori, tra cui perdere la protezione, troncare i legami con la famiglia, essere sfruttate, vivere senza fissa dimora. Persero la reputazione in un periodo storico in cui era il capitale più importante per una donna e dovettero affrontare le tenebre dell’esclusione sociale.
La vita di ciascuna è stata mutevole al punto da potersi definire una metamorfosi.
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Outsiders. Cinque scrittrici che hanno cambiato il mondo
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