1049
- Autore: Eugenio Pattacini, Alessandro Zelioli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Un giallo o la storia di una mitica corsa automobilistica su strada? È narrativa, ma prendiamo il libro di Eugenio Pattacini e Alessandro Zelioli come un omaggio ad un campionissimo dello sport e alla motoristica epica. “1049” era il numero di gara della Ferrari 166 SC di Tazio Nuvolari, nella Mille Miglia del 1948 ed è titolo del romanzo, pubblicato nel 2018 (416 pagine, 19.90 euro) dalla casa editrice Epika di Castello di Serravalle, Valsamoggia, Bologna.
Pattacini è un bancario di Montecchio (Reggio Emilia), che spazia tra diversi generi della scrittura creativa, con un debole per il poliziesco brillante. Non a caso, nella divisione del lavoro si è occupato dei contenuti gialli del volume.
Di automobilismo non ne masticava affatto prima di venire contagiato dal virus dei motori contratto da Zelioli, pubblicista sportivo appassionato d’auto d’epoca e voce ufficiale della Mille Miglia al passaggio da Reggio. Date le sue competenze, si è riservato la ricerca storica.
Una citazione al merito va riconosciuta inoltre a Giuseppe Bigliardi, detto “Biglio”, il fotografo al quale si deve l’immagine riprodotta sulla copertina.
Sono tre, quindi, gli artefici di questo omaggio ad un fuoriclasse indimenticabile del volante, Tazio Nuvolari, per loro “il più forte pilota automobilistico di tutti i tempi” e nelle parole di Ferdinand Porsche “il più grande pilota di ieri, di oggi e di domani”.
Al campione di Castel d’Ario (1892-1953), gigante delle ruote ma uomo esile, è dedicato questo prodotto editoriale, distinto in due parti: per cominciare, un noir con omicidi e colpi di scena, a seguire la storia del mantovano volante, raccontata dallo stesso “Nivola” con la moglie ed altri coevi della sua carriera motoristica, compreso il Drake, il grande Enzo Ferrari. In questa sezione, il contributo strettamente storico si concede qualche licenza, non tanto sui fatti, ma sull’interpretazione di aspetti e di sviluppi rimasti senza risposte.
Un prodotto composito, nato dalla sviscerata ammirazione per un protagonista della storia sportiva internazionale, ma anche un libro che gli autori considerano adatto tanto a mariti che a mogli, perché c’è lo sport e c’è il giallo, sembra di avvertire il rombo dei motori, ma si apprezza anche la trama evoluta di un poliziesco.
In effetti, si parte da due cadaveri riversi in terra, all’alba, a Reggio Emilia. Un uomo e una donna, due pallottole, il sangue scorre ancora. A raccontare la scena è l’assassino: si presenta come Stanislao Bilinsky nel sollecitare per primo l’intervento della Polizia, in modo da stornare sospetti nei passanti che si avvicinano.
Le indagini dell’ispettore Barletta si muovono nell’ambito del Museo della Mille Miglia e tra i suoi pezzi unici. Le vittime sono una venticinquenne toscana e un cinquantenne bresciano, lei molto bella, lui legatissimo alle rievocazioni della mitica competizione.
Per chi non lo sapesse, la Mille Miglia è stata una corsa gran fondo di regolarità individuale, disputata a tappe, su strade normali, per 24 edizioni tra il 1927 e il 1957, a cura dell’Automobile Club d’Italia. Si partiva da Brescia, si raggiungeva Roma e si tornava a Brescia, per 1600 km totali.
Alla fine degli anni Ottanta, è stata fatta rivivere come gara di regolarità per auto d’epoca e nel 2019 si festeggerà la 37esima rievocazione.
Di fronte ad una serrata trama gialla, quanto accennato dovrebbe bastare ad attrarre l’attenzione sulla prima parte, il format di Pattacini. Nella seconda, che autori e curatori dell’edizione chiamano Sezione storica, Zelioli fa raccontare particolari della vita sportiva di Tazio.
Viene inoltre sciolto un enigma, facendo chiarezza sugli interrogativi di due vicende. Ci si è finora chiesti dove sia mai finita la Garelli 350 Supersport, la moto con la quale Nuvolari corse tre gare in otto giorni, nel 1923. La sorte di quella due ruote introvabile era addirittura un mistero, che viene finalmente risolto dalle ricerche condotte per questo lavoro.
Quanto al 1049, era come si è detto il numero di gara dell’auto di Nuvolari nella Mille Miglia del 1948, affrontata col fidato meccanico Scapinelli come secondo a bordo. Nelle tappe di ritorno, la Ferrari (1992 di cilindrata) era largamente al primo posto, ma le strade impossibili dell’epoca avevano messo a dura prova la carrozzeria. A Reggio Emilia l’auto si presentò senza parafango e cofano anteriore, volati lungo il percorso col numero di gara fatidico impresso sul metallo. In periferia, cedette anche una balestra e perse colpi perfino il cuore del pilota. Dovettero rianimarlo con una puntura di canfora. Venne usata una siringa di vetro prestata dalla famiglia Prandi, sterilizzata in acqua bollente e iniettata dal maestro Pieraccini, nella stanza messa a disposizione dal sacerdote don Carretti, in cui “Nivola” era stato accolto, nella Canonica di Villa Ospizio, sulla via Emilia.
Il campionissimo era già malato e fu costretto al ritiro. Si dice sia deceduto l’11 agosto 1953, ma “un mito non muore mai”.
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