Pazzi scatenati. Usi e abusi dell’editoria italiana
- Autore: Federico Di Vita
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
Se non vi chiamate Fabio Volo o Giorgio Faletti (e dunque vendete vagonate di libri per il solo fatto di chiamarvi Volo e Faletti), vi siete chiesti perchè vi ostinate ancora a barcamenarvi per l’alto mare aperto della media e piccola editoria? Poiché a scrivere (bene) si fatica da bestie, i riconoscimenti sociali stanno a zero (i simulacri dei premietti condominiali non valgono) e sulle royalties meglio stendere un pietoso velo, o siete sadomasochisti persi oppure, per dirla con il (sagace) titolo del saggio di Federico Di Vita, siete “Pazzi scatenati” (effequ, 2011).
Non è che ci sia tanto da girarci intorno: la lettura di questo “libro nero” sull’editoria italiana (dato che i libri neri di questi tempi fanno decisamente trend), a meno di fortissimi disturbi della vista, può spalancarvi gli occhioni belli (e ingenui) sul cul de sac in cui vi siete cacciati il giorno in cui avete deciso di sbugiardare il detto che carmina non dant panem.
Di Vita sa benissimo di cosa scrive quando descrive i gironi infernali in cui si contorce l’editoria “de noantri”. Nel suo pamphlet le regioni sulfuree della via crucis libraria, sono scandagliate una a una, con la perizia perfida e implacabile di un regista da mondo movies che furono. Con la sua penna sarcastico-affilata che in un paese normale (come belerebbero i politicanti del nostro scontento), se non proprio Mondadori avrebbe dovuto garantirgli quanto meno di che vivere ultra-dignitosamente, Di Vita ci introduce nelle interzone paurose/perigliose di un settore alla canna del gas (tolti i moloch delle grandi concentrazioni editoriali), affollate da personaggi in cerca (di diritto) d’autore, librai sull’orlo di una crisi di nervi, promotori cazzuti per senso del dovere, tipografi sfangati, stagisti over 40, precari umiliati & offesi, (micro) editori narcisisti patologici, fiere e fieruzze che lasciano il tempo che trovano: resa l’idea, no?. Robusto è anche il novero dei testimonial arruolato ad hoc da Di Vita tra le fila di ex, sedicenti, e/o addetti ai lavori, tutti insieme appassionatamente a rafforzare la tesi ultima e sacrosanta di questo saggio al vetriolo: gli “usi e abusi dell’editoria italiana” cui sbandiera il sottotitolo (terroristico solo per chi fosse deficitario di senso di ironia) altro non sono che la diretta conseguenza di un settore alla frutta; facciamocene tutti una ragione perché così è e così sarà, anche se non ci pare.
Ultima cosa: lo iato che passa tra i libri neri serioso-pontificanti e questo, invece, acuminato & scanzonato di De Vita, è che tra le pagine di “Pazzi scatenati” si sorride spesso. Magari per non piangere, ma si sorride. Dieci e lode al suo misconosciuto autore, alla faccia di Volo e di Faletti.
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