Cos’è il peculato? Che significa questa parola? In molti si stanno ponendo queste domande, dato il grande dibattito che si sta avendo in questo periodo e soprattutto lo scontro che si ha tra Movimento 5 Stelle e Lega su questo tema.
Il reato di peculato e di abuso d’ufficio, nella giornata del 20 novembre 2018, è infatti stato di gran lunga alleggerito con l’approvazione di quello che viene chiamato emendamento Vitiello.
Di seguito, per comprendere con precisione cosa sia il reato di peculato, andiamo a capire cosa significhi il termine e soprattutto cerchiamo di approfondire per quale ragione se ne stia parlando ora.
Peculato: cosa significa e da dove viene la parola
Il termine peculato ha un significato molto antico, che dobbiamo andare a ricercare direttamente del diritto romano. Il termine deriva dal latino pecus che significa "gregge" e si lega strettamente al reato che veniva commesso. Il de peculato in epoca romana era il reato che si commetteva quando si rubava il bestiame, mentre in un secondo momento ha assunto il significato che ha al momento nel diritto italiano.
Il reato di peculato è infatti l’appropriazione indebita del denaro pubblico ed è un reato che possono commettere i dipendenti pubblici, quando si appropriano di risorse e beni della collettività.
In base alle norme del Diritto Privato quello di peculato è un reato proprio, ossia un reato che può essere commesso solo da un soggetto che riveste una carica pubblica o svolga un servizio pubblico. Il reato si commette proprio quando, svolgendo le funzioni pubbliche, ci si appropria indebitamente di denaro o beni che sono a disposizione del funzionario per svolgere il proprio lavoro.
L’interesse su questo reato si è riaccesa in questo periodo per le discussioni del Governo e per la proposta di modifica alla Legge.
Reato di peculato: perché se ne parla?
Il reato di peculato torna ad essere di interesse nazionale dopo che, l’emendamento di Catello Vitiello, è stato approvato e il Governo è stato battuto nelle votazioni del 20 novembre 2018. La proposta, che risulta molto simile a quella presentata in precedenza dalla Lega, ma respinta, prevede una modifica del comma dell’articolo 323 del Codice penale. In sostanza la proposta approvata prevede un alleggerimento della pena in caso vi fosse un regolamento interno. L’articolo recita così:
La pena non può essere inferiore a due anni se il fatto del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio consiste nella appropriazione mediante distrazione di somme di denaro o di altra cosa mobile altrui delle quali ha il possesso o comunque l’autonoma disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, nell’ambito di un procedimento disciplinato da legge o regolamento che appartenga alla sua competenza.
La pena gli verrà quindi dimezzata, passando da 4 anni di reclusione a 2, mentre per il pubblico funzionario, come ad esempio i deputati, non sono punibili, dati i regolamenti che vigono presso la Camera. Una decisione che non risulta in linea con la parità di trattamento, ma che viene comunque approvata alla Camera con 284 Sì e 239 No.
Il Governo esce quindi battuto nella votazione per la Legge Anticorruzione che, con questo emendamento, risulta molto alleggerita nelle pene prescritte, ma solo per alcuni funzionari, come sopra abbiamo indicato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Peculato: cos’è e perché se ne parla
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