Nel 2023 si celebra in tutto il mondo il 50ennale della morte di Pablo Picasso che ha attraversato da protagonista il ’900 e che più di altri ha unito pittura e letteratura, firmando poesie e opere teatrali e dedicando quadri ai suoi amici poeti e scrittori: Carlos Casagemas, Max Jacob, Guillaume Apollinaire, Gertrude Stein. Sulle sue tele il celebre artista rappresenta Parigi e la generazione che ha dato forma a un secolo, divertendosi, amando e litigando.
Amava le corride e le donne, fu accusato del furto della Gioconda, ha realizzato 15 mila opere tra dipinti, disegni e ceramiche: estroverso e geniale, Pablo Picasso, l’artista del Novecento.
Cinquant’anni dalla sua morte sono un tempo troppo breve, forse, per comprenderlo appieno. Sufficiente tuttavia per sentire la mancanza della sua inarrestabile creatività. Le celebrazioni dell’anniversario, avviate in aprile, proseguono in tutto il mondo: a Malaga, Barcellona e Parigi, le sue città.
Per l’Italia meritano una nota, tra le altre, la mostra a Milano da poco conclusa, quella a Napoli ancora in corso e in autunno l’evento che raccoglierà trecento opere a Torino. Capace di intercettare lo spirito di un secolo non facile e farne arte, Picasso è un uomo dal carattere complesso. E un artista in grado, più di altri, di intessere profondamente pittura e letteratura. Lui stesso è poeta e autore di opere teatrali, ma scrittori e letterati finiscono spesso nei suoi quadri. Sono amici, interlocutori, protagonisti di un dialogo che continua per tutta la vita.
Così i celebri ritratti degli scrittori riuniti in un’ipotetica galleria potrebbero formare una mostra originalissima che parla di Parigi e della generazione che ha ideato un secolo, il ‘900, divertendosi, amando, litigando.
Picasso, Carlos Casagemas e il periodo blu
È pittore, ma soprattutto poeta Carlos Casagemas. Con Picasso studia a Barcellona e insieme partono per Parigi. Un amore deluso e un’intensa depressione gli sono fatali. La tragedia, inaspettata, si compie una sera del gennaio 1901. Picasso ne rimane sconvolto: la notizia lo raggiunge in Spagna dove è tornato per un breve periodo. Si sente in colpa: vive il rimorso di non essere stato a fianco dell’amico nel momento del bisogno. Ritrae più volte Casagemas, all’obitorio e durante la cerimonia funebre. E dà inizio al suo periodo blu. Durerà tre anni esprimendo un forte disagio: le figure sulla tela sono un trionfo di azzurri e verdi, appena rischiarati dal bianco e da tenui sfumature gialle per rappresentare la pelle dei soggetti. Sono emarginati, poveri, detenuti: un’umanità disperata. La critica e il pubblico rifiutano le opere. Nessuno vuole appendere quadri spettrali alle pareti di casa.
Picasso e la stanza condivisa con Max Jacob
È un Picasso a terra quello che riceve l’aiuto e l’ospitalità di un altro amico poeta: Max Jacob, ebreo, gli offre di condividere una stanza e un letto. Dormono a turno: Max di notte, Pablo di giorno. Insieme combattono la quotidianità. Jacob scrive e progetta la conversione al cattolicesimo che non lo salverà: nel 1944 morirà in un campo di concentramento alle porte di Parigi, a Drancy. Nel tempo libero posa per Picasso. Celebre è il suo ritratto a matita che lo stesso poeta definisce molto bello e somigliante.
Picasso, Apollinaire e l’affaire della Gioconda
Con Guillaume Apollinaire è tutta un’altra storia. Lui e Picasso sono entrambi affamati di novità, decisi ad affermarsi, ed animati da una certa ingenuità. Così finiscono al centro dell’affaire della Gioconda, vicenda surreale ma esemplificativa della noncuranza che solo i poeti e gli artisti sanno dimostrare alla vita e alle questioni pratiche. I due vengono sospettati del furto della tela, sparita dal museo del Louvre. La polizia indaga: c’è di mezzo una vicenda non proprio chiara di traffico di oggetti rubati. La questione si risolve con un niente di fatto e, passato lo spavento, dopo un periodo di freddezza tra i due ritorna il sereno. Restano l’invenzione del cubismo da parte di Picasso e Braque, assistiti dalla vigorosa propaganda di Apollinaire. E la corrispondenza tra i due (Lettere tra Picasso e Apollinaire, pubblicate da Biblioteca d’Orfeo, nel 2020 a cura di Gianni Eugenio Viola). Apollinaire intanto si arruola come volontario nel primo conflitto mondiale, ma viene ferito. Nel 1918 Picasso lo ritrae in divisa e con la testa fasciata a pochi mesi dalla morte.
Picasso e la sua mecenate Gertrude Stein
Sicuramente più formale è il rapporto di Picasso con la scrittrice e poetessa americana Gertrude Stein che compra i suoi quadri, lo incoraggia. E gli dedica una biografia in 87 pagine pubblicata per la prima volta nel 1938 e di recente riedita per Adelphi. Trent’anni prima, nel 1905, Picasso realizza per lei il celebre ritratto oggi conservato al Metropolitan Museum of Art. Espone la tela tra le critiche di quanti dicono di non riconoscere la scrittrice: la tela sarebbe, secondo molti, poco verosimile. La replica di Picasso ai detrattori è da manuale: con il passare del tempo, spiega, la somiglianza sarà ottima.
L’amicizia con Paul Eluard tra poesie e ritratti
Ma la fusione tra pittura e letteratura raggiunge il culmine con Paul Eluard. I due condividono ideali e ispirazione politica. Si influenzano a vicenda grazie ai i rispettivi talenti, si scambiano poesie e ritratti. Paul Eluard compone La Vittoria di Guernica, mentre Picasso dipinge la tela che lo renderà celebre e illustra inoltre la poesia Il volto della pace, ribadendo il manifesto antibellico che li accomuna.
Il ritratto mai eseguito di Picasso: Marcel Proust
E in questa galleria di quadri ispirati alla letteratura c’è anche il ritratto mai eseguito a Marcel Proust. La proposta resta nell’aria per un po’. L’idea viene allo scrittore inglese e traduttore di Alla ricerca del tempo perduto, Sidney Schiff nel 1922. Ne scrive a Proust per la prima volta in giugno. Non riescono a formalizzare un accordo. Basterebbe un’ora di posa, secondo Shift. Proust ammira Picasso e il quadro che ha realizzato per Jean Cocteau. Ma l’ultima lettera del 14 novembre non raggiunge Proust che muore il 18. Chissà come lo avrebbe dipinto Picasso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Picasso e la galleria ideale degli scrittori: i ritratti di Stein, Jacob, Apollinaire
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