Sabato 9 settembre 2017 è stato assegnato il Premio Campiello 2017 e il vincitore è stato il libro L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato dalla casa editrice Einaudi.
Il libro della Di Pietrantonio ha conquistato la vittoria in mezzo ad una cinquina finalista di tutto rispetto, ottenendo ben 133 voti sui 282 espressi dalla Giuria dei Trecento Lettori Anonimi.
Il libro vincitore della 55esima edizione del Premio Campiello - uno dei più prestigiosi premi italiani che ha lo scopo di di promuovere la “narrativa italiana e di incentivare e diffondere il piacere per la lettura” - è stato annunciato sabato 9 settembre dal teatro La Fenice di Venezia.
Per quanto riguarda gli altri finalisti, al secondo posto troviamo Qualcosa sui Lehman (Mondadori) di Stefano Massini con 99 voti, al terzo La città interiore (La nave di Teseo) di Mauro Covacich con 25 voti, al quarto La notte ha la mia voce (Einaudi) di Alessandra Sarchi con 13 voti e al quinto La ragazza selvaggia (Marsilio) di Laura Pugno, con 12 voti.
Premio Campiello 2017: di cosa parla L’Arminuta?
La protagonista del libro è una ragazzina di 13 anni che si trova a suonare ad una porta sconosciuta con in mano solo una valigia e una sacca: la porta è quella dei genitori biologici che - avendo pochi soldi e molti figli - avevano deciso molti anni prima di affidarla ad una zia Adalgisa - per lei sua madre - e a suo marito, con cui lei era vissuta fino ad allora.
“Arminuta” è un termine dialettale abruzzese e significa “la ritornata”: nel libro un ritorno sofferto, che porta una ragazzina abituata a vivere in città, nell’agio, a dover lasciare tutto ciò che per lei era casa, soprattutto sua madre e suo padre, per tornare in una famiglia che non riconosce come sua e che vive in una situazione ben più modesta.
Inizia una nuova vita, tanto diversa dalla precedente quanto difficile, che nasce da un profondo senso di abbandono e che prosegue nella privazione e nella povertà.
Nel libro, la Di Pietrantonio affronta con grande intensità il tema della maternità, dell’abbandono, della cura, catapultando il lettore in una storia intensa e graffiante che parla di perdite e conquiste, facendoci conoscere anche la regione dell’Abruzzo da una nuova prospettiva.
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Premio Campiello 2017: le parole della vincitrice
Donatella Di Pietrantonio - scrittrice nata ad Arsita, in provincia di Teramo - non è nuova ai riconoscimenti letterari: nel 2011, infatti, vince il Premio Tropea per il libro Mia madre è un fiume e nel 2014 il Premio Brancati con Bella mia.
Ora è toccato al prestigioso premio creato dalla Confindustria Veneto, sicuramente uno dei più importanti del nostro paese, in occasione del quale la scrittrice ha dichiarato:
Sono emozionatissima, felicissima. Voglio dedicare il premio alle mie due famiglie: quella che mi ha generato e quella che ho costruito e alle persone che hanno lavorato con amore intorno a questo libro. Ringrazio i lettori che lo hanno amato e le due giurie che lo hanno votato e i librai. Voglio portare questo dono in Abruzzo, nella mia regione che viene fuori da un anno orribile, che ha subito terremoti, valanghe e incendi. Infine voglio dedicarlo a tutte le arminute e tutti gli arminuti, le persone che hanno vissuto nella loro vita e sulla propria pelle l’esperienza dell’abbandono.
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