Lo scrittore Stefano Benni, con la sua inconfondibile capacità di mescolare ironia e poesia, ci regala una scena romantica - e un po’ surreale - in una manciata di versi. “Prima o poi l’amore arriva” - una poesia inserita nella raccolta omonima, pubblicata da Feltrinelli nel 1981 - si muove tra lirismo e paradosso, raccontando una storia semplice e universale: l’amore che arriva, all’improvviso, sconvolgendo ogni cosa. Perfino la puntualità dei treni.
Leggiamo insieme la poesia, analizzando i tratti stilistici e il suo significato.
“Prima o poi l’amore arriva”: il testo della poesia di Stefano Benni
A un passaggio a livellolontano dal mondoun giorno d’agosto assolatoun capostazione annoiatovide a un finestrinodi un acceleratouna signora brunae più non lavoròpassava le seratea guardare la lunae i treni si scontravanoma lui non li sentivaprima o poi l’amore arriva.
“Prima o poi l’amore arriva”: analisi metrica e stilistica
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La poesia di Stefano Benni “Prima o poi l’amore arriva” non segue uno schema metrico fisso o tradizionale: si compone di tredici versi di lunghezza variabile, una scelta stilistica che permette all’autore di privilegiare il ritmo fluido del linguaggio naturale, e che si addice perfettamente al tono ironico e narrativo della poesia.
Anche in merito alle rime non c’è uno schema regolare, anche se alcune assonanze emergono in modo spontaneo, come ad esempio “assolato”, “annoiato”, “accelerato”, oppure “luna” e “bruna”.
Inoltre, è presente la figura retorica dell’enjambement, che è utilizzato per sostenere il ritmo del racconto, come nel passaggio “passava le serate” / “a guardare la luna”: qui l’enjambement sottolinea la continuità dell’ossessione del capostazione, che si prolunga nel tempo.
Il lessico è semplice e quotidiano, la scelta delle parole è volutamente colloquiale, quasi prosastica, poiché ha il fine di mettere in contrasto la banalità della situazione iniziale (“un giorno d’agosto assolato”, “un capostazione annoiato”) con l’ironia del finale.
Benni gioca con i toni, mescolando il registro serio (l’idea dell’amore che travolge) con quello umoristico (il capostazione distratto e i treni che si scontrano). Questa opposizione è visibile anche nelle immagini scelte dal poeta, che sono tutte prese dalla quotidianità, ma posseggono un forte valore simbolico: la luna rappresenta la contemplazione romantica e la distrazione, mentre i treni sono simbolo di ordine e regolarità, ma diventano vittime del caos travolgente dell’amore.
In merito alla struttura narrativa, la poesia si sviluppa come una piccola storia:
- Introduzione (vv. 1-4): presenta il contesto e il personaggio principale, il capostazione, in un’atmosfera calma, assolata e monotona.
- Evento centrale (vv. 5-7): il capostazione vede la donna bruna, innescando il cambiamento.
- Conseguenze (vv. 8-13): la vita del capostazione viene sconvolta, portando al caos (i treni che si scontrano) e alla conclusione filosofica e ironica.
“Prima o poi l’amore arriva”: il significato della poesia di Stefano Benni
Stefano Benni, nella poesia “Prima o poi l’amore arriva”, non si limita a descrivere il colpo di fulmine, ma lo estremizza, portandolo a un livello superiore.
La poesia “Prima o poi l’amore arriva” esplora il tema dell’amore come forza sconvolgente e imprevedibile, capace di cambiare la prospettiva da cui si guarda, il senso delle cose, anche nella vita più ordinaria. Il significato del testo ruota attorno all’idea dell’amore come un impulso irrazionale e incontrollabile, che sfugge alla logica: la figura del capostazione, simbolo di ordine e regolarità, viene travolta da un’ossessione romantica che lo porta a ignorare le sue responsabilità, una conseguenza che fa riflettere sull’impatto dirompente che un sentimento come l’amore può avere. Un altro tema è, quindi, quello dell’alienazione: l’uomo smette di lavorare perché immerso in un mondo fantastico e romantico, mentre la realtà sfuma di fronte all’ossessione per quella donna vista al finestrino.
Immaginiamolo, questo capostazione: un uomo che, fino a quel giorno d’agosto, viveva una routine fatta di binari e fischi di locomotiva; la sua vita scorreva monotona, scandita dai ritmi del passaggio a livello. Poi, un evento banale: un “accelerato” passa, e lui vede una donna. Non è una scena da romanzo rosa, non ci sono incontri indimenticabili o dialoghi struggenti: solo uno sguardo fugace, in grado però di ribaltare tutto, con conseguenze comiche e potenzialmente disastrose.
Il capostazione, ormai distratto e perduto, smette di lavorare. La luna, il simbolo romantico per eccellenza, diventa la sua nuova ossessione, mentre “i treni si scontravano / ma lui non li sentiva”.
La poetica di Benni si tinge di ironia: l’uomo che dovrebbe garantire l’ordine sui binari è talmente assorto dai suoi pensieri da scatenare il caos. Eppure, non importa. Perché? Perché “prima o poi l’amore arriva”.
Questa conclusione, lapidaria e disarmante, è il cuore della poesia. Alla fine, l’amore è così, ce lo dice anche Benni: imprevedibile, sconvolgente, non si può programmare né fermare, proprio come un treno in corsa, che arriva e travolge tutto. Persino le vite più ordinarie, trasformandole in storie degne di essere raccontate.
Il messaggio è volutamente esagerato: naturalmente, non è un invito a ignorare le proprie responsabilità, ma è un monito, tinto delle mille sfumature di ironia di cui Benni è un maestro assoluto, volto a ricordare che l’amore ha il potere di rendere imprevedibile il perfettamente ordinario, trasformando giorni qualunque in racconti indimenticabili.
E che forse, proprio come il nostro capostazione, dovremmo imparare a guardare più spesso fuori dal finestrino.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Prima o poi l’amore arriva”: testo e analisi della poesia di Stefano Benni
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