Cos’è la procedura di infrazione? Con la bocciatura da parte dell’Unione europea della manovra dell’Italia, per il "non rispetto particolarmente grave" della regola di bilancio, si apre per il nostro Paese la temutissima procedura di infrazione. Sebbene la Commissione europea, nei mesi passati, avesse chiesto in più occasioni delle modifiche strutturali alla manovra, non si è riusciti a raggiungere un accordo e si dovrebbe quindi applicare la procedura di infrazione che tanto risulta temuta.
Ma come funziona la procedura di infrazione? Perché fa tanta paura a tutti? In verità questo è uno strumento piuttosto usato dalla Commissione e nel corso degli anni è stata applicata a tutti gli stati membri (anche se non si è mai arrivati con nessuno alle sanzioni), tranne a Svezia ed Estonia.
La procedura di infrazione è quindi una pratica molto comune, applicata soprattutto nel periodo della crisi economica. Di seguito facciamo quindi chiarezza su cos’è e come funziona la procedura di infrazione che sembra verrà applicata all’Italia a causa della bocciatura della Legge di Bilancio.
Cos’è la procedura di infrazione? Lo strumento dell’Ue
La procedura di infrazione, come abbiamo accennato, è stata applicata nel corso degli anni a tutti gli stati membri dell’Ue, tranne che alla Svezia e all’Estonia, ma fino ad oggi nessun procedimento è giunto sino alla conclusione e quindi alle sanzioni. La crisi economica dell’ultimo periodo ha infatti spinto la Commissione europea a ideare uno strumento che potesse obbligare gli stati membri a rispettare gli accordi e non gravare sul debito pubblico. La procedura ha lo scopo di evitare l’indebitamento ulteriore del Paese, che, per facilitare la ripresa, continuerebbe a produrre debiti.
Attualmente sotto procedura di infrazione è solo la Spagna, che però, dal 2019, dovrebbe riuscire ad uscire da questo meccanismo di controllo.
Il 21 novembre 2018, con la bocciatura ufficiale della manovra italiana, la Commissione dà il via ufficiale all’iter di procedura di infrazione per il nostro Paese che, con ogni probabilità, sarà ufficializzato il 22 gennaio. Il meccanismo prevede una sorta di monitoraggio dei conti che porta infine ad una penale.
Le sanzioni previste da questo procedimento nello specifico sono:
- una multa, che può arrivare ad un massimo dello 0,5% del PIL, calcolata in base all’importanza delle leggi violate e alla lesione effettuata ai danni dell’UE;
- il congelamento dei fondi strutturali, ossia i fondi provenienti dall’UE per politiche di occupazione e crescita economica;
- conclusione dei prestiti della Banca europea.
Questa specie di rete di salvataggio viene messa in atto quando i Paesi membri, trovandosi in un momento di particolare difficoltà economica, decidano consapevolmente di infrangere gli accordi con l’UE. Prima di giungere alle sanzioni vi sono però molti passaggi intermedi e per lo stato è possibile mettere in ordine la propria proposta seguendo i consigli della Commissione UE.
La sanzione è automatica una volta ratificata la procedura, ma tuttavia si deve precisare che ci sono diversi modi per evitare di giungere a questo "punto di non ritorno". Il Consiglio dell’Unione Europea può difatti stabilire, con maggioranza qualificata (ossia tenendo conto della popolazione dello stato votante) di non far scattare la trattenuta. Altro modo per evitare questa sanzione è la scappatoia per lo stato di appellarsi al codice di condotta del Patto di stabilità e crescita. In questo modo si potrà richiedere di basarsi su dati reali e non sulle proiezioni, così da avere un altro anno di tempo e di ripensare la questione alla fine dell’anno successivo.
Inoltre lo stato posto sotto procedura può modificare la manovra, seguendo le indicazioni dell’UE, in modo da evitare l’ammenda.
Prima di far entrare in vigore la procedura di infrazione l’UE tiene sotto controllo due parametri ben precisi: la variazione annuale del saldo strutturale e i parametri della spesa pubblica. Solo quando si sono violati questi due parametri in modo significativo, si aprono le procedure, come avvenuto in questo 21 novembre 2018 per l’Italia.
Come funziona la procedura di infrazione?
L’iter per la procedura di infrazione è però solo all’inizio dal momento che, dopo questo primo avvertimento, avutosi il 21 novembre 2018, da parte della Commissione europea, il Paese ha ancora un mese per mettere in regola la propria manovra, in questo caso la Legge di Bilancio. Il 3 dicembre ci sarà la riunione dell’ECOFIN, commissione che raduna tutti i Ministri di Economia e Finanza degli stati membri, durante questa giornata si discuterà nuovamente la manovra e in caso si approverà la proposta di avviare l’iter di infrazione.
La pratica vera e propria di procedura di infrazione si aprirà però solo il 22 gennaio 2019, quando dovrebbe esserci un nuovo incontro dell’ECOFIN.
In sostanza però i passaggi prima di arrivare alle vere e proprie sanzioni sono moltissimi e quindi, sebbene l’apertura della procedura ormai sia scontata, non lo è invece l’arrivo delle penali. Proprio per tale ragione fino ad oggi nessun Paese è stato sottoposto alle sanzioni, sebbene tutti si siano trovati a dover fare i conti con l’apertura di una procedura di questo genere.
Al momento quindi non è chiaro in che modo si evolverà la situazione per l’Italia, ma se il Governo non modificherà la rotta le sanzioni saranno pesanti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Procedura di infrazione: cos’è e come funziona il meccanismo UE
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