In uno dei versi più celebri della letteratura italiana, il principio della Divina Commedia, troviamo una peculiare figura metrica detta sinalefe. Di che si tratta? Lo scopriamo leggendo a viva voce uno dei passi fondamentali dell’Inferno dantesco: “mi ritrovai per una selva oscura”, ecco selva oscura è una sinalefe perché nella metrica del verso troviamo le sillabe finali della prima parola e quelle iniziali della seconda unificate. Nella lettura ad alta voce questo è più evidente perché avvertiamo il preciso concatenarsi delle sillabe l’una nell’altra.
Vediamone più nello specifico significato ed esempi.
Sinalefe: significato
La sinalefe è una figura metrica che consiste nella fusione tra la vocale finale di un termine e la vocale iniziale di quello successivo, direttamente conseguente. In seguito a questo fenomeno metrico le due parole vengono conteggiate come un’unica sillaba, sebbene nel testo rimangano distinte.
“Sinalefe” deriva infatti dal greco “synaliphé”, letteralmente “fondere insieme”, è utile nell’arte retorica a rendere scorrevole il verso, lineare; il termine “aléiphein” che forma il composto da cui deriva sinalefe significa “ungere”.
Il fenomeno contrario alla sinalefe è la dialefe, circostanza abbastanza rara in cui le sillabe del verso mantengono la propria indipendenza fonetica senza assimilarsi tra loro neppure nel caso di due vocali consecutive (esempio: Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena).
L’uso della sinalefe in Dante
La sinalefe è una figura metrica ricorrente nella Divina Commedia, in cui Dante ne fa un uso abbondante per legare le vocali tra loro all’interno del verso dando così una certa espressività fonetica alla lingua volgare. Era una novità e un espediente utile alla versificazione che consentiva alle sillabe di unirsi insieme nella lettura ritmica.
La Divina Commedia segue la metrica dell’endecasillabo (undici sillabe metriche, la penultima delle quali è accentata) e Dante tende a unificare nella sillabazione del verso l’equilibrio tra singola parola e un gruppo di parole, proprio come nelle sue opere precedenti, quali il celebre sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare in cui prevale la metrica degli endecasillabi piani e l’uso della sinalefe, utile a dare al testo un ritmo più armonioso e scandito.
Sinalefe: esempi
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Mi ritrovai per una selva oscura (Dante)
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Tra me dico, a voce alta. - In bocca al lupo! (Pascoli)
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Le donne, i cavallier, l’arme, gli‿amori... (Proemio Orlando Furioso, Ariosto)
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Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (Petrarca)
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Erano i capei d’oro a laura sparsi (Petrarca)
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E il naufragar m’è dolce in questo mare (L’infinito, Leopardi)
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Dolce e chiara è la notte, e senza vento (La sera del dì di festa, Leopardi)
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Nel muto orto solingo (Pianto Antico, Carducci)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sinalefe: significato ed esempi della figura metrica
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