Il proemio delle Metamorfosi di Ovidio ci permette di conoscere un testo innovativo. Per interessare il pubblico colto dell’età augustea, Ovidio sceglie il meraviglioso alla ricerca di fama e successo. Il poeta latino non è uno di quelli che partecipano, lui vuole vincere, anzi stravincere.
Testo, traduzione e significato del proemio delle Metamorfosi
In nova fert animus mutatas dicere formas/corpora: di, coeptis – nam vos mutastis et illa -/adspirate meis primaque ab origine mundi/ad mea perpetuum deducite tempora carmen!
Trad. Il mio intento è quello di raccontare i mutamenti di forme in corpi nuovi: dèi, dal momento che anche questa è opera vostra, favorite la mia impresa e tessete un carme continuo dall’origine dell’universo fino a tempi recenti.
Il proemio conferma l’abilità di Ovidio di sorprendere il lettore, proponendo qualcosa di diverso dalle aspettative. In questo caso la sorpresa è un prologo che in soli 4 versi contiene i dati salienti del poema:
- invocazione
- oggetto del poema
- genere letterario di appartenenza
- arco cronologico in cui è disposta la materia trattata
Una tale concentrazione espressiva fa pensare a Tito Livio o a Dante.
Rimarrete stupiti dalla quantità di informazioni contenute nel prologo, come nel cilindro di un prestigiatore. E Ovidio ne fa di magie!
Vediamole insieme nel dettaglio
Invocazione
Ovidio non si rivolge a una singola Musa, ma a tutti gli dei.
Oggetto del poema
Il poema in esametri dattilici racchiude in 15 libri 246 storie che hanno in comune una metamorfosi. Ogni storia è dotata di una propria autonomia, ma il poema non è una raccolta, perché le storie, collegate tra loro secondo diversi criteri, formano un insieme compatto e omogeneo senza soluzione di continuità, che il poeta di Sulmona definisce carmen perpetuum, componimento poetico ininterrotto.
Il collegamento tra una metamorfosi e l’altra è calibrato su cinque indicatori:
- criterio cronologico,
- contiguità geografica,
- analogie o contrasti tematici,
- analogie tra metamorfosi,
- rapporto genealogico tra i personaggi coinvolti.
Il risultato è inaspettato: in relazione al poema epico tradizionale manca l’eroe. I protagonisti sono la trasformazione da intendere in senso astratto, insieme alla gioia di raccontare.
È opportuno precisare che il mito viene depotenziato della sua carica religiosa per diventare una “favola bella”, come direbbe D’Annunzio, grande estimatore ça va sans dire di Ovidio.
Un punto delicato, questo, in quanto divergente dalla restaurazione moraleggiante promossa da Augusto.
Le sorprese non finiscono qui. Dal punto di vista strutturale, Ovidio inserisce numerose digressioni ad incastro, cosicché a condurre le danze è il piacere di raccontare e la narrazione procede di slancio, sostenuta dal suo stesso movimento. Il lettore, piacevolmente inghiottito dal carmen perpetuum si smarrisce in questo cangiante labirinto, dominato dall’illusione e dallo spettacolo e dalla voglia di stupire con effetti visivi cinematografici ante litteram.
Come se non bastasse, talvolta una storia di metamorfosi viene spezzata tra libri diversi per dilatare la suspense.
Per finire, tra metamorfosi e digressioni, non manca la dottrina pitagorica della metempsicosi. Un’altra metamorfosi!
Genere letterario delle Metamorfosi
Sulla carta è un poema epico narrativo, di fatto scardina il poema epico tradizionale perché:
- non svolge una funzione celebrativa;
- il suo eroe non veicola valori positivi, anzi l’eroe non c’è proprio;
- il poeta non vuole tramandare la memoria storica;
- il mito è sganciato dalla religione.
Arco cronologico in cui è disposta la materia trattata
La materia è ordinata cronologicamente in tre blocchi di ampiezza diversa:
- l’età dei primordi, con il passaggio dal Caos al Cosmo.
- l’età del mito, il più ampio, perché i miti per definizione sono collocati in una dimensione atemporale.
- l’età della storia, dalla guerra di Troia al Principato Augusteo.
A ben vedere, anche il divenire storico dal Caos ad Augusto è una trasformazione.
I miti nelle Metamorfosi di Ovidio
Le Metamorfosi racchiudono una raccolta di miti che condensano e traducono pulsioni umane, come un trattato di psicologia. Non ci credete?
Narciso è pura identità, in quanto innamorato di se stesso.
Eco è pura alterità, perché non esiste se nessuno pronuncia il suo nome. Due esempi di un rapporto disfunzionale tra l’individuo e la comunità.
Oggi per esempio molti si accostano ai social da Narciso… per ritrovarsi come la ninfa Eco.
Fetonte è la metafora dell’adolescente che con prove di coraggio cerca la sua identità. L’incosciente Icaro che paga a duro prezzo l’accondiscendenza del padre.
Un magnifico regalo per le feste.
Un magnifico regalo sempre.
Immagine: Fetonte fulminato da Zeus. Incisione di Johann Wilhelm Bauer, per le Metamorfosi d’Ovidio, stampate nel 1703.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Proemio delle Metamorfosi di Ovidio: testo, traduzione e analisi
Lascia il tuo commento