Pseudolus è un testo plautino del cosiddetto gruppo del servus callidus, una classificazione convenzionale per indicare commedie in cui eroe e antagonista sono marcati in chiave iperbolica e caricaturale. Il primo è il servo furbo che aiuta il suo giovane padrone a ottenere l’oggetto del desiderio. Il secondo è lo sfruttatore di prostitute, che convoglia l’aggressività del pubblico in quanto antipatico per definizione.
La trama
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Un giovane innamorato (adulescens) confida al servo Pseudolo le sue pene d’amore, facendogli leggere le lettere della cortigiana (meretrix) di cui è innamorato. Ha urgente bisogno di denaro per riscattarla dal protettore (leno) che l’ha già venduta a un soldato macedone (miles). Così il servo ottiene dal protettore, per conto del suo padrone, una dilazione di sei giorni prima che l’atto di vendita diventi attuativo. Un tempo, spera, sufficiente per racimolare la somma necessaria per il riscatto. Il problema è come fare, perché il giovane innamorato dipende economicamente dal padre (senex).
Ma Pseudolo rassicura il ragazzo e si vanta con il padre dell’adulescens: è in grado di ideare un piano per strappare la ragazza al soldato. Anzi, ci riuscirà nell’arco della stessa giornata. In realtà il piano non ha ancora preso forma. Inutile aggiungere la disapprovazione del genitore per la tresca del figlio.
Le parole del servo sono solo una dichiarazione di intenti, perché il millantato progetto comincia a prendere forma dopo un incontro casuale con l’attendente del soldato. Ecco il piano: Pseudolo, simulando di essere servo del lenone chiede del denaro all’attendente, che però non ci casca. Affine anche se più articolato il piano B, sempre basato sullo scambio di persona. Il servo di un amico del giovane innamorato, travestito da attendente del soldato, fa uno scambio con il protettore che gli consegna la ragazza. Insomma una vicenda assai complessa e macchinosa, non priva di incongruenze strutturali, ma capace di soddisfare il pubblico Romano, alla ricerca di colpi di scena e risate scacciapensieri.
L’ultima parte della commedia è dedicata all’attuazione del piano da parte del servo. Fino a qui il pubblico è rimasto con il fiato sospeso: Pseudolo riuscirà ad aiutare il suo padrone? E come?
Le caratteristiche del testo
L’intera commedia palliata, ambientata ad Atene, ruota intorno al servo astuto (servus callidus), che elabora uno stratagemma per ingannare il leno. In questo modo ottiene una duplice vittoria, perché aiuta il ragazzo e vince la scommessa con il padre di quest’ultimo.
Esaminiamo ora alcune caratteristiche del testo:
- Pseudolo è una commedia della beffa sui generis, perché il piano non solo viene ideato e comunicato agli spettatori ai vv. 750 (su un totale di 1200 vv.), ma viene messo in pratica alla fine. Forse sarebbe più opportuno parlare di una commedia in cui la beffa, millantata, di fatto non c’è o compare tardivamente;
- Il termine latino indicante il piano orchestrato dallo schiavo è consilium, che, collocato spesso in un’area semantica militare, diventa un piano strategico a tutti gli effetti;
- Pseudolo è un nome parlante. Deriva infatti dal verbo greco pseudomai: mentire. In latino un nomen loquens che significa bugiardo, nel senso di ingannatore;
- Il servo ha una fisicità caricaturale: capelli rossi, ventre prominente, polpacci massicci, guance rubizze da avvinazzato, piedi grossi e sgraziati;
- Il servo furbo è l’eroe necessario in ogni tipo di narrazione, che Plauto eredita dalla tradizione, interpreta e arricchisce;
* In che modo Pseudolo si paragona a un poeta? Come il poeta inventa qualcosa che non esiste, così lui troverà la somma di 20 mine necessarie per riscattare la ragazza.
Pseudolo è una di quelle commedie che non hanno età. Pensiamo che a Sarsina, città natale del commediografo latino, ogni anno dal 1956 si svolge un ciclo di rappresentazioni teatrali estive dedicate a Plauto. L’ultima è stata allestita nel 2019.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pseudolo: riassunto, trama e caratteristiche della commedia di Plauto
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