Puccini
- Autore: Julian Budden
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2005
Giacomo Puccini, purtroppo, non ci ha lasciato molte opere: appena dieci opere liriche in senso stretto (di cui l’ultima, “Turandot”, incompiuta e completata, dopo la sua morte, da Franco Alfano, e la penultima, il Trittico, composta da tre atti unici: “Il tabarro”, “Suor Angelica” e “Gianni Schicchi”), e una manciata di composizioni minori quali brani di musica sacra, romanze e brani strumentali, spesso composte su commissione e oggi dimenticate dal grande pubblico, che pure ha almeno una superficiale familiarità con le sue opere maggiori. Ebbe, è vero, una vita non lunghissima (morì per un cancro a circa 76 anni), ma questa non è certamente la causa della scarsità della sua produzione, che appare estremamente limitata se paragonata, per fare alcuni esempi, a quella di Verdi o di Rossini. Possono avere inciso la sua abitudine a viaggiare sovente, spesso per presenziare a rappresentazioni delle sue stesse opere o per assistere a quelle composte da suoi contemporanei, e anche la sua tendenza a gustare le gioie della vita, che per lui si manifestavano essenzialmente attraverso due grandi passioni: la caccia e le donne.
Ma forse la ragione principale per questo suo repertorio quantitativamente piuttosto scarso (al contrario dell’aspetto qualitativo) è proprio l’estrema cura che Puccini metteva nella composizione delle sue opere, unita a una certa indecisione nella scelta dei soggetti e a una mai del tutto soddisfatta ricerca di librettisti che potessero ben interpretare i suoi pensieri e le sue aspettative nei confronti dei soggetti stessi. Siamo abituati ad accostare Puccini alla coppia Illica-Giacosa, ma in realtà solo tre delle sue opere teatrali si avvalgono di un libretto composto da questa “strana coppia” messa insieme con grande lungimiranza dall’editore Giulio Ricordi: “La bohème”, “Tosca” e “Madama Butterfly”. Precedentemente era stata addirittura ricercata una collaborazione con il vate Gabriele D’Annunzio, ma, dopo un iniziale momento di entusiasmo e alcuni incontri, Puccini si rese conto che le sue idee drammaturgiche risultavano, per lui, troppo complesse. Del resto, il compositore era solito intervenire in modo non superficiale nella costruzione dei libretti e non si limitava certamente a metterli in musica: come esempio eclatante, sono sue le parole della romanza “Tu che di gel sei cinta”, nella “Turandot”: si trattava di versi da lui inviati a Giuseppe Adami a titolo di esempio e che il librettista ritenne di non dover modificare, essendo già di per sé ottimi.
Puccini di Julian Budden (Carocci, 2005, trad. di G. Biagi Ravenni) racchiude la vita e la scrittura di Giacomo Puccini attraverso la genesi, in ordine cronologico, delle sue opere teatrali. Un saggio approfondito e ricco di analisi compositive, ma anche un affascinante racconto della vita e della personalità del Maestro. Come si legge già in questa piccola divagazione “librettistica”, l’atteggiamento di Puccini verso la propria arte è certamente interessante e perfino intrigante: motivo per cui la lettura di questo consistente saggio (494 pagine, più varie sezioni dedicate a cronologia della vita e delle opere e definizione delle personalità più importanti fra quelle vicine la Maestro), arricchito anche dalla narrazione di episodi della sua vita, risulta gradevole anche per chi, non essendo un professionista della musica, fosse costretto a saltare gli approfondimenti relativi alla scrittura musicale, che costituiscono non di meno una parte importante e ricca del volume. La struttura è divisa in capitoli, ciascuno dei quali racconta la genesi di una delle opere teatrali del Maestro, in ordine cronologico e ripercorrendo così anche la sua vita, oltre all’evoluzione del suo stile e del suo metodo compositivo.
Il lettore “profano” si limiterà a leggere la vita di Puccini come un romanzo e a immaginare la sua personalità, quella di un uomo fondamentalmente buono e dai grandi sentimenti (del resto riflessi nella sua musica) e proprio per questo anche incline ai bisticci (memorabile quello con Toscanini) e a un poco di stizza, se riteneva che professionisti meno meritevoli avessero ottenuto più di ciò che aveva ottenuto lui. Molto complesso da definire il suo rapporto con la moglie Elvira, costellato di infedeltà da parte di lui; più stretto quello con la famiglia d’origine. Una vita umana e artistica sicuramente da scoprire.
Puccini
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Un libro perfetto per...
Sicuramente più adatto a professionisti della musica, può essere comunque letto anche da "profani", purché interessati alla lirica e alla vita dei compositori.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Puccini
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