Qualche lontano amore
- Autore: Carla De Bernardi
- Genere: Romanzi d’amore
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2011
I più romantici non posso assolutamente perdersi “Qualche lontano amore”, edito Mursia, di Carla De Bernardi. Si tratta infatti di uno di quei romanzi in grado di toccare le corde del cuore trascinando il lettore in un turbinio di passioni intense, travolgenti, in grado di emozionare anche se vissute di seconda mano.
Il merito, ovviamente, va alla scrittrice e alla sua prosa scorrevole e poetica, che riesce a coinvolgere con la sola forza delle parole e dei sentimenti, senza che nel romanzo, in realtà, accada nulla di eclatante. Perché la storia che ci racconta la Bernardi è una storia come tante, ce ne sono moltissime uguali e leggendo la trama si potrebbe pensare a una vicenda banale, scontata e noiosa: niente di più falso. Se è vero che di storie clandestine è pieno il mondo, e la tormentata relazione tra l’inquieta quarantenne Clara e il tenebroso – e sposato – Juan è così frequente nella narrativa come nella vita reale da essere ormai uno stereotipo tra i più diffusi, è anche vero che la potenza narrativa di una qualsiasi storia sta nel mondo in cui essa viene narrata, e Carla de Bernardi possiede quel particolare tipo di talento letterario in grado di rendere interessante perfino gli eventi e le persone più anonime.
È proprio questa virtù dell’autrice a rendere “Qualche lontano amore” un piccolo gioiello, un romanzo breve ma incantevole, che parla di un amore fatto di assenze, di gioie e dolori che si susseguono frenetici, a velocità impressionante, di emozioni forti, di sesso appassionato condito da un tormento che toglie il respiro e non dà tregua. Il dolore di Clara, la protagonista, è così ben descritto da trasmettersi al lettore, che piange, spera e si arrabbia insieme a lei.
Personalmente, pur non condividendo l’agire della protagonista e la sua concezione dell’amore, non sono riuscita a non rimanere affascinata da questo ritratto di donna che tanto somiglia alle grandi eroine della letteratura ottocentesca. Ho sperato con lei, mi sono arrabbiata, indignata e poi impietosita, in più punti mi sono commossa e a tratti quasi ho pianto, a dimostrazione di come la bella letteratura sia in grado di far provare al lettore emozioni assolutamente autentiche.
Meravigliose le descrizioni dei luoghi in cui è ambientato il romanzo, dalla Costa Azzurra a una Milano “nera” in senso sia metaforico che letterale, che tuttavia s’illumina di luce, diventando splendida, quando Clara e Juan finalmente s’incontrano a metà strada tra i rispettivi desideri, stipulando il tacito accordo di vivere l’amore così com’è, staccato dal mondo, dal tempo e da tutto ciò che li circonda. Ambientato nel presente, “Qualche lontano amore” non ci fa conoscere soltanto la Clara di oggi, la quarantenne con due amati figli e due divorzi alle spalle, ma anche la Clara dell’infanzia, quella che i genitori lasciavano troppo spesso sola, la Clara dell’adolescenza e infine quella della giovinezza, l’età in cui scopre il sesso e l’amore e capisce che se c’è una cosa che conta, nella vita, è essere amati. Pur non insistendo troppo sui primi anni della protagonista, l’autrice lascia intuire come sia fondamentale, per una bambina, ricevere l’amore totalizzante dei genitori, pena l’essere condannata a una “sete d’amore” destinata a durare tutta una vita.
Qualche lontano amore
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