Quando tutto è lontano
- Autore: Pierluigi Severi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Quando tutto è lontano (Rossini Editore, 2024, 328 pagine) è il romanzo molto originale del sociologo, giornalista e già pro-sindaco del Comune di Roma nel corso degli anni Ottanta Pierluigi Severi.
È la storia del professor Ahmed Bessaud, docente di sociologia alla Ecole di Parigi e di un suo soggiorno romano. Un romanzo in cui si affrontano svariati temi: l’integralismo islamico, le lotte fra le fazioni religiose, la figura dell’arabo, che poi, a mio modo di vedere, rappresenta una certa tradizione del Medio Oriente. È appunto un racconto del suddetto soggiorno romano del Bessaud, francese di origine berbera e musulmano, un sociologo che verrà chiamato a fare i conti con la dura realtà di una pubblica opinione, di fondo antimusulmana perché ignorante, e che non conosce certe tradizioni.
Siamo pochi mesi dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e quindi il mondo è urtato contro l’apparenza di un fattore di matrice islamica, anche se sappiamo che, in fondo, non fu così, come la Storia ci insegna quando sulla scena mondiale c’è l’imperialismo degli Stati Uniti d’America. Ahmed Bessaud, come scrivevo, è un intellettuale arabo liberale, cresciuto nel benessere, frequentante le migliori scuole e senza mai sapere che tutto ciò è dipeso da un’inquietante verità (che duramente apprenderà) sul padre, minatore nel bacino carbonifero di Nord-Pas-de-Calais.
Il nostro protagonista, nel corso del suo soggiorno romano per un ciclo di lezioni universitarie sull’Islam al Dipartimento di Sociologia dell’Università agli Studi della “Sapienza”, frequenta il vero e autentico cuore della cosiddetta “borghesia” ricca della Città Eterna. Sarà un susseguirsi di lezioni, conferenze, interviste televisive e soprattutto serate mondane nelle case di lusso romane.
In questa situazione Ahmed sarà introdotto da Flaminia, la determinata Segretaria del Dipartimento di Sociologia, che gli farà da guida, in quanto, strada facendo, è molto, ma molto invaghita di lui. E molto importanti nel racconto sono le figure femminili, amiche di Flaminia.
Myrta, funzionaria del Comune,
Due occhietti castano chiari maliziosamente esibiti sul bel viso ovale. E un’aria vaga da sciantosa in cinquant’anni portati bene, dentro l’argento vivo e fuori la verve di eterna ragazzina impertinente.
Giulia, benestante,
La poverina aveva un bambino di sei anni con seri problemi di salute [si capirà che ha l’Asperger n. d. r.] Ma lei era benestante, appagata professionalmente.
E poi c’erano Aida, Tiziana, tutte che si basavano sul loro stipendio, che poi non bastava mai. Giulia, pur benestante, era con loro per i suoi vecchi trascorsi di militanza politica di critica alla corruzione della Prima Repubblica. Anche Giulia si invaghì di Ahmed, che, nel soggiorno romano, era ospite della sua famiglia nella parte del palazzetto di proprietà ai Parioli.
Parallelamente a questa storia, c’è anche quella degli immigrati clandestini, che vivevano di spaccio, di stupri e che poi vorrebbero organizzare un attentato per difendere i loro diritti di musulmani, anche se la violenza non è parte della loro religione. È sicuramente tutto il romanzo una difesa da parte degli Iman contro il terrorismo, che appunto non fa parte della loro religione, mera dimostrazione che i veri religiosi non sono terroristi, ma ciò è solo nell’ignoranza della coscienza popolare.
Quando tutto è lontano si legge tutto di un fiato. È un romanzo molto documentato e ponderato in uno stile pressocché lineare, con una prosa alla portata di tutti e dimostra, e bene, il parallelo che, in una città come Roma (anch’essa descritta e ricca di particolari di zone, situazioni, luoghi, strade, che l’autore conosce bene), c’è di tutto. Dalla gente modesta che arranca per andare avanti anche con situazioni illecite (coperte alle volte dai “borghesi”), ai benestanti che, alle volte, lo sembrano anche solo e soltanto per convenienza.
Eccellente, come detto, Pierluigi Severi nel descrivere e porre in evidenza le figure femminili, forse anche in contrapposizione con il mondo arabo in cui sono messe da parte; figure autentiche e vere protagoniste appunto del romanzo, che esprimono determinazione, passioni, scelte profonde di vita, come Flaminia, ma anche Giulia, tra l’altro musicologa e pianista. E poi ancora la figura di Julienne, la Capo Segreteria factotum della Ecole di Parigi, che farà avere al protagonista notizie sconcertanti sulla vita del padre.
Il professor Ahmed Bessaud, terminato il suo soggiorno romano, rientrerà a Parigi, dove lo raggiungerà Flaminia, travolta dalla passione per lui e che aveva nel frattempo lasciato il marito. Ma questo rientro sarà sconvolto dall’attentato terroristico contro un collega romano avvenuto davanti al dipartimento di Sociologia. Volevano forse colpire Ahmed Bessaud? Tutto il romanzo automaticamente ci catapulta nella situazione attuale con le inutili guerre in corso; poco è mutato dal racconto di Pierluigi Severi.
L’11 settembre 2001 è un po’ il prodromo della situazione attuale. C’è sempre un debole Occidente che appare del tutto assente e il male assoluto sono ritenuti gli arabi, cioè quei paesi che spaziano dall’Iran al Libano, in quanto non accettano la supremazia israeliana in Palestina, la terra tradizionale che purtroppo fu violata dalla nascita a tavolino dello Stato d’Israele nel 1948.
In conclusione riporto un concetto che ritengo fondamentale, tratto dal saggio La deriva dell’Occidente (Laterza, 2023) del professor Franco Cardini:
Di cosa parliamo quando parliamo di Occidente? Oggi, con la guerra in Ucraina, sembra ritornare in auge un concetto di Occidente tutto geopolitico, ove Europa occidentale e Stati Uniti, difensori di democrazia e libertà, si contrappongono alla “barbarie” orientale, russa e cinese. Ma non è sempre stato così, anzi, e siamo sicuri che questa idea di Occidente, questa alleanza fatta di valori, di economia, di tecnologia militare duri per sempre?
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A chi vuole apprezzare il mondo arabo e le loro tradizioni
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