

Quel confine sottile
- Autore: Silvia Napolitano
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2025
Silvia Napolitano è nata a Napoli, ha vissuto un po’ a Milano, molto a Bari e moltissimo a Roma. Ora vive in campagna, a Riano. Ha sempre scritto per il cinema e la televisione, tra film, tv-movie e tantissime serie di successo, ed è stata nella giuria del Premio Solinas per vent’anni, mentre ora insegna Sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia. Per la casa editrice Bollati Boringhieri scrive un libro intitolato Quel confine sottile (2025), il suo romanzo d’esordio.
Che cos’è il confine sottile?
Il confine è sottile, sottilissimo. Una carta velina. Sei da questa parte, e un attimo dopo sei dall’altra. Tutti abbiamo un confine sottilissimo, la linea di demarcazione che separa un attimo dall’altro. La vita dalla morte, la vita di prima dalla vita di dopo, la morte di prima dalla morte di dopo.
Il romanzo parte dal ritrovamento di un corpo senza testa. Appartiene a un’adolescente, certa Juliette di anni tredici. A trovarlo lungo il fiume Zac, quattordici anni, un adolescente problematico con problemi psichiatri, che parla con i morti, soprattutto i morti giovani, deceduti di morte violenta.
Zac se ne stava seduto di fronte al piccolo armadio aperto. Guardava dentro, e aveva lo sguardo che aveva sempre quando parlava con i morti: uno sguardo che c’era e non c’era, a metà tra quello vuoto di un cadavere e quello intenso e vivido di un adolescente curioso. E le palpebre gli vibravano sempre, una vibrazione appena percettibile.
Chi ha voluto la morte di Juliette? Chi può aver commesso un terribile atto? E la testa? Quest’ultima viene successivamente ritrovata in un luogo che ha dell’incredibile:
La testa della ragazzina, lo so che è assurdo, ma l’hanno trovata nel confessionale di una chiesa. Santa Maria delle Grazie, per essere precisi.
A indagare Bruno Ligabue, un commissario di origini napoletane con le sue debolezze per i fantasmi, che ha come unica compagnia un cane strano dal nome Bulli. Un commissario lugubre, triste, sempre pesato da un macigno che gli impedisce di vivere la vita, con un segreto pesante che lo opprime:
La sua malattia. Nessuno sa qual è il termine giusto per definire quella sorte di morte del cervello e di perdita di sé.
Riuscirà Bruno a risolvere il caso, così intricato e complesso?
Quel confine sottile è un giallo intenso e narrativamente potente. Intorno alla morte tragica di una ragazzina ruotano varie esistenze umane, una più dolorosa e sofferente dell’altra. In questo romanzo tutti soffrono di un disagio psicologico che devia le loro esistenze, tutti appaiono diversi da quello che sono e tutti hanno un segreto con il quale convivono da sempre. Il portare alla luce tutti questi segreti permetterà ai vari protagonisti di rinascere finalmente e di lasciarsi alle spalle dolore ed emotività?
Un giallo psicologico scritto con un linguaggio preciso, fluido ma anche ricco di caratteristiche e di riflessioni, soprattutto sulla psiche di ognuno dei personaggi. Un romanzo le cui indagini vengono svolte da un professionista, che tuttavia riflette più sui loro aspetti psicologici che li hanno mossi a compiere azioni violente, che su altro. Quallo di Silvia Napolitano è un giallo fortemente introspettivo che colpisce molto il lettore amante di questi aspetti. Una lettura consigliata soprattutto a chi ama il genere giallo psicologico, condotto con precisione e un narrato potente, che scava moltissimo nell’animo umano. Sicuramente un esordio destinato ad avere successo sicuro, soprattutto in chi ama questo tipo di narrazione.

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Un libro perfetto per...
A chi ama i gialli psicologici.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quel confine sottile
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