Rabarbaro per cena di Federica Galetto

Il rabarbaro ha una fragranza dolceamara e pungente ed è proprio questo aroma che accompagna il lettore nel nuovo romanzo di Federica Galetto dal titolo Rabarbaro per cena (Flowered, 2024).
La protagonista è Ute Schaffeln, la cucina e l’arte sono le sue grandi passioni. Nata a Vienna in una piovosa notte di febbraio, Ute ci guida da Looe in Cornovaglia a Oackleby, un piccolo villaggio del Lake District, dove la nonna materna le ha lasciato in eredità un cottage fatiscente.
Vi arriva con una valigia, due bauli pieni di libri, qualche disegno e soprattutto attrezzi di cucina e nel giro di un anno riesce a trasformare quel vecchio cottage nella deliziosa “Pensione Schnuffles”.

Ci sembra quasi di vederla quella targa di ferro smaltata di bianco e blu che cigolando oscilla appesa all’arco di rose dell’ingresso.
L’atmosfera che Federica Galetto sa creare in queste pagine ha la magia dei racconti di Rosamunde Pilcher, da lei definita “la mia maestra, la mia scrittrice del cuore” e di cui conserva gelosamente una lettera autografa:

“Priva di luce, la giornata stava come raggomitolata in se stessa e i tetti lucidi d’acqua dei due cottage di fronte riflettevano barbagli opachi; nel giardino sul retro la mia minuscola veranda si illuminava riflettendo la luce bianca sulle vetrate.”

Ed è proprio alla “Pensione Schnuffles” che giunge una sera Aidan, cuoco famoso che non ha più il senso dell’olfatto, in preda dunque ad una vera e sofferta crisi di identità, e fin da subito si crea tra i due un’affinità di sentire e condividere i ricordi dolorosi di giorni lontani.
Come per gli altri due personaggi, Alexander e Kendra, c’è dunque un passato di dolore che li accomuna, al quale ognuno cerca, a modo suo, di reagire.
E come i titolo lascia presagire, sarà proprio il cibo con i suoi sapori avvolgenti, con la sua azione quasi miracolosa, a diventare la via verso la guarigione dell’anima ferita e ad aprire la strada verso l’Amore, quello vero.
Un inno all’Amore dunque armonicamente modulato dal potere terapeutico di ricette squisite.