Il 5 giugno 2012 moriva a Los Angeles, all’età di 91 anni, lo scrittore e sceneggiatore Ray Bradbury. Fu l’autore visionario di Fahrenheit 451 (1953), libro profetico considerato il suo capolavoro. Nelle sue pagine, scritte negli anni Cinquanta, Bradbury seppe prefigurare desideri e idiosincrasie della società contemporanea: immaginò un mondo governato dai media, in cui l’antidoto per la felicità umana è “smettere di pensare” e le persone si crogiolano in un’esistenza di finto benessere in cui è la televisione a dettare i ritmi di vita dall’apatia di uno schermo che ormai riveste le pareti di tutte le case.
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Nell’universo distopico creato dallo scrittore americano i libri sono banditi, messi al rogo, perché rappresentano un ostacolo per coloro che detengono il potere. Ray Bradbury si servì della letteratura di fantascienza per scrivere un potente monito letterario, oggi più attuale che mai. Ricordava al mondo il pericolo della censura, il rischio che l’avvento dei mass media facesse un lavaggio del cervello totale all’intera umanità, anestetizzandone sentimenti ed emozioni, avvilendone l’intelligenza. Ma cosa accese l’immaginazione di questo scrittore visionario che seppe predire le nuove tecnologie e persino l’avvento dei personal computer?
Qual è il segreto di questo “autore marziano” che chiese che le sue ceneri fossero portate su Marte?
Scopriamo 8 cose (che forse non sai) su Ray Bradbury.
1. Mr. Electrico è realmente esistito
C’è un personaggio di Bradbury che è realmente esistito. Si tratta del mago Mr Electrico che fa una sua fugace apparizione in Something Wicked This Way Comes. Questa figura è considerata una specie di “Santo Graal” dagli studiosi bradburiani. Lo scrittore stesso disse che l’incontro con Mr Electrico gli cambiò la vita e determinò il suo futuro di scrittore. Era l’artista di un circo itinerante che viaggiava per l’Illinois. Bradbury lo conobbe nel 1932, quando aveva dodici anni, e rimase ipnotizzato dalla sua esibizione sulla sedia elettrica. Un giorno, dopo la morte di un suo caro zio, il piccolo Ray corse sgomento verso il tendone del circo. Il mago Electrico gli insegnò un semplice trucco e poi si mise a chiacchierare con lui sulle sponde del Lago Michingan. Gli disse una cosa importante sull’immortalità, disse al giovane Ray che gli ricordava un suo amico scomparso in battaglia sulle Ardenne nel 1918. Lo toccò con il suo scettro magico e gli ordinò: “vivi per sempre!” Bradbury non avrebbe mai dimenticato quella frase né l’emozione che ne conseguì. Disse che da quel momento iniziò a scrivere ogni giorno e non avrebbe più smesso. L’immagine di Mr. Electrico lo avrebbe accompagnato come un sortilegio per tutta la vita.
2. Fu scoperto da Truman Capote
Nel 1947, uno scrittore di Mademoiselle lesse il racconto di Bradbury intitolato Homecoming che era stato inviato alla rivista. La storia narrava di Timothy, l’unico ragazzo umano capitato in una famiglia di esseri soprannaturali: i suoi fratelli Leonard e Bion sono vampiri, sua sorella Cecile sa leggere la mente. Lui è l’unico mortale, rappresenta l’emblema dell’outsider. Lo scrittore decise di pubblicare il pezzo che in seguito fu premiato come uno dei “migliori racconti del 1947” del Premio O. Henry. Lo scrittore misterioso che afferrò il manoscritto di Bradbury dalla pila di scritti inviati e lo portò al successo era un certo Truman Capote.
3. Nutriva un’avversione per la tecnologia
A quattordici anni Ray Bradbury acquistò la sua prima vera macchina da scrivere per soli 10 dollari. Fu uno dei primi autori a predire l’avvento dei computer, ma curiosamente scrisse tutta la vita utilizzando la macchina da scrivere e rifiutando ogni innovazione tecnologica. In Fahrenheit 451 profetizzò persino l’avvento degli earpods, le cuffiette auricolari oggi molto in voga; ma non le utilizzò mai. Viveva in un mondo tutto suo, rifiutando l’avanzamento tecnologico: non usò mai un computer e nel 2009 parlò di Internet come di una “autentica perdita di tempo”.
4. Ha ispirato Elton John
Il racconto di Bradbury The Rocket Man, tratto dalla raccolta L’uomo illustrato, ha ispirato l’omonima canzone di successo di Elton John. Il paroliere Bernie Taupin ha dichiarato di esserne rimasto affascinato e di aver voluto trarre ispirazione dal testo dell’autore. Anche Elton John apprezzò l’opera di Bradbury, disse che fu proprio la lettura a ispirargli la melodia della canzone: "È stata una canzone piuttosto facile da scrivere", ha dichiarato il cantante.
5. Sposò una libraia
Bradbury incontrò per la prima volta Marguerite McClure, detta “Maggie”, la donna che sarebbe diventata sua moglie, nella libreria Fowler Brothers nel centro di Los Angeles, dove lei lavorava come commessa. Lui aveva venticinque anni all’epoca e non aveva mai chiesto prima a una ragazza di uscire. Ogni volta tornava nella libreria solo per vederla e lei temeva che lui volesse rubare qualcosa, quindi lo teneva d’occhio. Un giorno finalmente lui si fece coraggio e gli chiese di uscire.
Si videro per un caffè, che poi divenne un cocktail, che divenne una cena, che divenne un matrimonio. Avrebbero festeggiato 56 anniversari e avuto quattro figli. Leggenda narra che Maggie fu l’unica ragazza con cui Bradbury uscì. L’altro aspetto insolito della loro relazione era che Maggie lavorava a tempo pieno in libreria, mentre Ray svolgeva una vita casalinga dedicandosi alla scrittura. All’epoca una tale ripartizione dei generi uomo-donna era praticamente inaudita.
6. Non imparò mai a guidare
Bradbury detestava le automobili e non imparò mai a guidare. Aveva profetizzato l’avvento delle tecnologie più futuristiche, ma non riusciva ad apprezzarle nella realtà. Non prese mai la patente a causa di problemi alla vista, ma non solo: pare che fu testimone di un terribile incidente che lo traumatizzò. Per tutta la vita si aggirò per le strade di Los Angeles in bicicletta, solo di tanto in tanto per necessità prendeva il taxi. Si racconta che spesso l’attrice Katharine Hepburn lo accompagnava in auto al suo ufficio. E che Doris Day lo salutava allegramente quando lo incrociava in bicicletta.
7. Era amico di Walt Disney
Bradbury era un grande amico di Walt Disney, e fu proprio lui a spingerlo a candidarsi come sindaco di Los Angeles. L’autore di Fahrenheit 451 ha anche contribuito alla realizzazione della giostra Spaceship Earth a Epcot del World Disney Park in Florida, inviando un racconto in cui ne spiegava il funzionamento e ne allestiva la sceneggiatura.
Lo scrittore era un grande fan dei parchi Disney e, a tal proposito, fece un’altra profezia poi avverata: “tutti nel mondo verranno a questi cancelli.” Credeva che Walt Disney avesse scoperto la formula della felicità. Dopo la morte di Walt, Bradbury continuò a difenderne l’eredità, tutelandola dagli sciacalli e da chi voleva infangare il nome di Disney.
8. Chiese che le sue ceneri fossero spedite su Marte
Una volta Ray Bradbury disse che, alla sua morte, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero messe in una lattina di zuppa di pomodoro Campbell’s e piantate su Marte. La dichiarazione apparve in un’intervista pubblicata sul giornale cileno La Terciera. Bradbury aveva ottantatré anni all’epoca, ma poi cambiò idea. Alla fine lo scrittore delle Cronache marziane decise di optare per una soluzione molto più semplice: una semplice lapide con il suo nome e la scritta "Autore di Fahrenheit 451". A lungo lasciò circolare tra amici e familiari una bozza di epitaffio in cui era scritto: “Qui riposa uno che raccontava storie”. Così voleva essere ricordato.
Dopo la sua morte, avvenuta il 5 giugno 2012, fu sepolto al Westwood Memorial Park di Los Angeles.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ray Bradbury: 8 cose (che forse non sai) sullo scrittore di “Fahrenheit 451”
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