Mattia Torre è morto un anno fa, il 19 luglio, a Roma, dove era nato il 1972. Ha scritto per il teatro, il cinema e la televisione. Tra le serie televisive più famose Boris, alla cui sceneggiatura aveva dato anima assieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, e La linea Verticale, per TV Rai, che è tratto dall’omonimo libro, edito da Baldini & Castoldi nel 2017.
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Con La linea Verticale Mattia Torre, che ha anche sceneggiato e diretto l’edizione televisiva, ripercorreva la storia della sua malattia senza retorica e senza voler commuovere il pubblico, ma facendo riflettere in maniera ironica e intelligente sul dramma di un uomo felice, un quarantenne che all’improvviso deve affrontare la malattia. Il formato della serie è stata una formula straordinaria e nuova per la Rai, con otto puntate da trenta minuti, che ha consentito di catturare l’attenzione di un’importante fascia di pubblico. Il protagonista della serie televisiva è stato uno dei più intelligenti attori della scena italiana, Valerio Mastandrea che, proprio a un anno dalla morte di Mattia Torre, ne rinnova il ricordo su Twitter con una lunga serie di messaggi, in cui scrive, tra l’altro:
“Cerco un lessico che non esiste per sopportare il tempo che più non condividiamo io e te”.
Mattia Torre: l’intelligenza e le opere
Mattia Torre è stato un autore geniale, intelligente, capacissimo di unire aspetti comici e tragici in maniera raffinata, senza alcuna retorica e stucchevolezza. Sapeva mettere in evidenza aspetti della realtà che incontrava ovunque, anche nei luoghi di cura e che, negli ospedali, rappresentano “quel micro-universo” che difficilmente si immagina dall’esterno e che,
“visto dall’interno, mostra, anche in casi estremi come le malattie più gravi, una vitalità che diventa perfino comica”.
Per il teatro, già dai primi anni novanta, aveva scritto L’Ufficio, Io non c’entro, Tutto a posto e Piccole anime (tradotto anche in versione cinematografica).
Dopo un viaggio in Albania di quindici giorni, scrisse nel 2000: Faleminderit Aprile ’99 Albania durante la guerra, che è un diario ricco di umanità. Una serie di monologhi scritti per il teatro sono stati riportati nel libro In mezzo al mare. Sette atti comici. In maniera intelligente, acuta e sensibile, Mattia Torre evidenziava in quel libro tic e manie degli italiani.
La lucida intelligenza di Mattia Torre manca tanto a Mastandrea, ma Torre manca un po’ a tutti quegli italiani che ne hanno seguito inconsapevolmente l’intelligente presenza in tanti spettacoli di Serena Dandini e Corrado Guzzanti. Una vena ironica, umana e sensibile, mai scontata né banale, che supera la comicità d’acchito e che arricchisce l’osservazione della realtà con punti di vista originali e insostituibili.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ricordiamo Mattia Torre a un anno dalla scomparsa
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