Riunione di famiglia di Francesca Hornak

Giornalista ed ora anche romanziera, l’inglese Francesca Hornak riesce a condensare nel suo romanzo d’esordio, “Riunione di famiglia”, che in inglese ha un titolo più appropriato,” Seven Days of Us”, la storia della famiglia Birch, ambientata in un’antica villa del Norfolk, nella settimana di Natale del 2016.
I quattro personaggi, Andrew, giornalista gastronomo, sua moglie Emma, casalinga inquieta, le loro due figlie Olivia e Phoebe sono al centro della storia: ma sono quattro persone con identità profondamente diverse, obiettivi divergenti, segreti mai rivelati, difficoltà nel presente sempre più angosciose.

Olivia, medico trentenne, volontaria in Liberia in un campo dove si cerca di contenere un’epidemia di Haag, ha avuto recenti contatti con il pediatra Sean, di cui si è innamorata. Ora, al loro ritorno in Inghilterra, dovranno per precauzione rimanere in quarantena per un’intera settimana, senza uscire di casa né incontrare altri. Mentre Sean va in Irlanda dai suoi, Olivia passerà la settimana di Natale con la sua famiglia nella tenuta di famiglia, Weyfield Hall, antica casa aristocratica, mai rinnovata, dove da sempre la famiglia si riunisce. Olivia non rivela di essere innamorata del collega, mentre Phoebe ha appena ricevuto l’anello di fidanzamento dal George, un rugbista con cui si frequenta da anni, Emma invece ha saputo da pochi giorni di avere un nodulo che è in realtà un tumore su cui deve fare altri accertamenti e infine Andrew ha ricevuto una mail da un giovane americano, Jesse, che ha scoperto di essere suo figlio naturale, avuto da una donna libanese oltre trent’anni prima, quando già frequentava la futura moglie Emma.
Da qui parte l’intreccio messo in scena da Hornak, una sorta di complicata commedia, a tratti tragedia degli equivoci, dove, man mano che il romanzo procede, si svelano ferite lontane, segreti celati, rapporti difficili, situazioni scabrose. La famiglia che Emma credeva “modello” è invece un covo di nevrosi, di rivalità, di incomprensioni. Piombano nella situazione claustrofobica della quarantena ospiti inattesi o non voluti, a movimentare la già complicatissima atmosfera, che del Natale sembra aver perso tutta la poesia, che la madre cerca inutilmente di riproporre.

Un libro molto inglese, in cui l’odierna società britannica, al tempo della Brexit, viene ritratta in modo talvolta impietoso: Phoebe è una piccola egocentrica egoista, che l’evoluzione della storia non potrà che cambiare in meglio; Andrew vive di rimpianti, per una carriera di corrispondente in zone di guerra che ha dovuto sacrificare per la famiglia; anche Emma, promettente organizzatrice di catering gastronomici, ha rinunciato ai suoi sogni per stare accanto alle figlie in un’ossessionante ripetitività di gesti. Olivia, la più dotata, ha scelto un lavoro durissimo in Liberia, a fianco dei malati incurabili, testimone di una società che si impegna e sacrifica per nobili cause. Nei sette giorni trascorsi forzatamente insieme, verranno al pettine nodi mai affrontati, segreti inconfessabili, dissidi ideologici e incomprensioni che nessuno aveva avuto il coraggio di affrontare. Rapporti di coppia, genitori e figli, fratelli e sorelle, figli sconosciuti, tutto viene affrontato da Francesca Hornak con una scrittura incalzante, diretta, ottima anche in traduzione, opera di Sivia Manzio. Commedia di costume interessante, a tratti molto coinvolgente, consigliata come regalo di Natale, adatto a tutti, uomini e donne, genitori e figli.