Riviera Club Culture
- Autore: Pierfrancesco Pacoda
- Genere: Musica
- Anno di pubblicazione: 2012
La scena dance nella metropoli balneare adriatica. Tra i primi anni ’80 e la fine dei ’90 tra Rimini e Gabicce c’era il centro del mondo. Qui si narra, attraverso la voce dei protagonisti, la nascita e l’evolversi della scena musicale dance più importante d’Europa e insieme ad essa l’affermarsi di un modello turistico e di stili di vita che hanno fatto scuola nel mondo. (Note di copertina)
Sono un integralista della canzone d’autore: detesto la house-music, l’hip-hop, la disco-dance, e alle 22 di sera, per lo più, sono già a letto. Se ne deduce che non ho mai messo piede in una discoteca e che nemmeno mi sfiora il pensiero di farlo in futuro. Ho avuto i soli incontri ravvicinati col mondo della club culture per ragioni di lavoro, al tempo in cui raccoglievo materiale per il mio libro sul Piper (“Piper Club. Storia, mito, canzoni”, Bastogi): niente che mi abbia distolto dal pregiudizio, mi sono turato naso e (soprattutto) orecchie e ho completato il libro, tutto qui (mica sono Roberto D’Agostino, io). Questo prologo non è campato in aria: ho letto “Riviera Club Culture. La scena dance nella metropoli balneare” (NdA Press, 2012) per mera curiosità antropologica, e per una manciata di motivazioni – consce e inconsce – che enumero nell’ordine:
- 1) ritengo la NdA Press una realtà editoriale seria;
- 2) Pierfrancesco Pacoda (autore del volume) collabora a testate giornalistiche altrettanto serie;
- 3) l’indagine di “Riviera Club Culture” è concentrata sulla madre di tutte le location notturno-goderecce: la Rimini trendy e quasi mitologica degli anni Ottanta/Novanta (mi attendevo dunque una lettura dalle auree felliniane e buoni spunti per un’antropologia nottambula del periodo);
- 4) “Un weekend postmoderno” e “Rimini” di Pier Vittorio Tondelli restano tutt’oggi due libri fondamentali per la mia formazione culturale (in questo caso la speranza era quella di ritrovare, tra le pagine di “Riviera…”, il tempo e i luoghi evocati dal giornalista-scrittore).
A questo punto credo sia giusto svelarvi com’è andata a finire, di fatto, a fine lettura: malgrado qualche diffidenza dura a morire, cotante aspettative non sono state deluse (fiuuuu!, scampato pericolo): oggettivi clima, suggestioni, amarcord, indagine di costume del libro, col valore aggiunto di numerose interviste. L’excursus storico-sociale allestito da Pacoda risulta utile, inedito, documentaristico, affatto apologetico e finisce con l’interessare anche gli idiosincratici dello svago fine a se stesso tipo il sottoscritto. Come sottolinea Massimo Roccaforte in coda al volume, “Riviera Club Culture” è il primo libro che prova a scrivere una biografia collettiva dell’eccezionale ondata creativa che, negli anni che vanno dalla metà degli Ottanta alla fine dei Novanta del secolo scorso, ha travolto le notti della riviera romagnola facendola assurgere per più di un decennio a una delle capitali mondiali del divertimento notturno e della cultura giovanile in genere”. L’album di famiglia (sotto l’intermittenza di ideali luci steboscopiche) è dunque quello della generazione insonne (gestori di locali, pr, dj, direttori artistici), colorata, priva di complessi (a partire da quelli ideologici) che ha ridisegnato i canoni dell’intrattenimento notturno e delle discoteche, coniugandoli con il trend e le suggestioni made in England. La cronistoria dei “luoghi” dove questa rivoluzione ballerina si è compiuta sono rivisitati da Pacoda uno dopo l’altro (Cocoricò, Prince, Slego, Aleph, Babylos, Baia) e s’impongono tra le pagine di questo almanacco della dolce vita che fu come templi laici di una riviera che balla(va), tirando tardi. Valore aggiunto al campionario assortito di costume e costumi, l’inserto di trentadue pagine fiammeggianti (lo curano Carlotta Frenquellucci e Davide Nicolò), con le foto - molte delle quali inedite - di flyer e locandine (d’epoca) dei locali romagnoli.
Raccomando la lettura a curiosi e/o studiosi degli “stili di vita” urbani, nonchè a vitelloni nostalgico-impenitenti: hai visto mai trovino anche il tempo per qualche lettura utile a rispolverare un po’ del glamour dei tempi d’oro.
Riviera Culture Club: La scena dance nella metropoli balneare (Contrasti)
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