Rock’n’goal. Calcio e musica passioni pop
- Autore: Antonio Bacciocchi, Alberto Galletti
- Genere: Sport
- Anno di pubblicazione: 2013
Leggete cosa teorizzava Fabrizio De André (genoano) sulla fede calcistica:
“Il tifo è il bisogno di schierarsi in un partito, simbolizzato magari da un colore ma che si pretende essere sostenuto da una tradizione o da una cultura diversa da quella degli altri. Il tifo nasce da un bisogno forse infantile di identificarsi in un gruppo che ha come obiettivo la lotta per la vittoria contro altri gruppi”.
E sentite cosa ha da dire - meno prosaicamente - Elvis Costello a proposito dei suoi incontri ravvicinati coi campioni della pedata:
“Quando ho a che fare con il calcio, è completamente al di là di me quando incontro certi campioni. Quando ho incontrato Kenny Dalglish avevo la lingua completamente legata, non sapevo cosa dire, per poi scoprire che in realtà sono davvero grandi persone e ti possono raccontare storie divertenti”
Così sia, ma la domanda sorge spontanea: in un’ipotetica classifica di attrazioni collettive si piazzerebbe prima il calcio o il pop/rock? Stando a quanto si deduce dal catalogo di sogni di rock and goal allestito da Antonio Bacciocchi & Alberto Galletti (“Rock’n’goal. Calcio e musica passioni pop”, VOLOlibero, 2013) finirebbe, penso, come in una classica tra big: pari e patta e non se ne parli più. Certo che tra partite del cuore, love song, playlist da goleador, i microcosmi (dorati) si intersecano e si contaminano spesso e volentieri, come ipotetici interscambi di uno stesso percorso per vip, con personaggi delle sette note che avrebbero potuto sfangarla come calciatori - Julio Iglesias ex-portiere del Real Madrid, Ligabue difensore della Corregese (beh, ognuno fa quel che può), Baccini ex della Sampdoria - e calciatori che, complice il business, se la vedono con microfoni e compilation consigliate (il fenomeno è diffuso soprattutto in Inghilterra, da noi è circoscritto ai soliti più noti, sulla scia di Totti e Del Piero). Senza contare il feed back reciproco e gli inni ufficiali, redatti ad hoc per la compagine del cuore (l’esempio più longevo è dato da “Roma Roma”, dell’immarcescibile Venditti).
“Rock’n’goal” scherza dunque (ma non troppo) coi due ambiti più gettonati dell’immaginario collettivo del pianeta (della serie tutto il mondo è paese), enumerando le relazioni affatto pericolose tra rockstar e goleador, cantanti e squadre di calcio. Un’inchiesta non seriosa (e per ciò godibilissima) che finisce col non mancare un colpo, tirando in ballo, anzi, ben più di qualche madeleine: come quando ripesca dalla memoria bambina la performance canora del “mitico” Giorgione Chinaglia alle prese con la trash-song degli Oliver Onions “I’m football crazy” (nei titoli di coda de “L’arbitro” con Lando Buzzanca); o come quando recupera stralci di dichiarazioni d’amor calcistico di stelle rock e/o cantautori di fama universale (Mick Jagger, Vasco Rossi, Elton John, Clash ,Van Allen, AC/DC…l’elenco è lunghissimo).
La lettura (corredata da un robusto apparato fotografico), può tornare utile, inoltre, anche sul versante dell’analisi antropologica, parte – per esempio - con un’appuntita indagine fra rock e sottoculture calcistiche nelle curve. Ottima la prefazione del giornalista sportivo Jacopo Casoni.
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