The Rokes. Conversazioni su musica, moda, società e costume
- Autore: Roberto Paravagna
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Arcana
- Anno di pubblicazione: 2021
La parabola dei Rokes si è consumata in soli sei anni.
Dal primo singolo, Shake, Rattle and Roll / Quando eri con me, uscito nel 1964, all’ultimo, pubblicato nel 1970, Ombre blu / Sempre giorno.
Nel mezzo un’altra manciata di 45 giri e quattro album. In poco più di un battito di ciglia, la band inglese è tuttavia riuscita a restare nell’immaginario degli italiani, e non solo di quelli appassionati di musica.
Le ragioni? Tante, e non solo legate al successo delle loro canzoni.
I Rokes sbarcano nel Belpaese agli albori degli anni Sessanta in cerca di fortuna. Arrivano al momento giusto: belli, capelloni, simpatici, devoti a quel beat che si sta facendo verbo tra i giovani occidentali, trovano sin da subito terreno fertile. Li scopre Teddy Reno, per un po’ accompagneranno Rita Pavone nei suoi concerti.
Il tempo di mettersi in proprio e la loro strada sarà in discesa: milioni di dischi venduti, brani mai dimenticati come Che colpa abbiamo noi o È la pioggia che va, ospitate televisive, Festival di Sanremo, Cantagiri e così via.
A ricostruire le vicende artistiche di Johnny Charlton, Bobby Posner, Shel Shapiro e Mike Shepstone ha pensato il giornalista/scrittore e molto altro Roberto Paravagna. Attraverso modalità non convenzionali.
Rokes. Conversazioni su musica, moda, società e costume (Arcana, 2021) non è l’abituale biografia tempestata di date, numeri, aneddoti. O, per meglio dire, è anche qualcos’altro. In primis, un’occasione per parlare dell’Italia dei Sessanta, di moda, di costume, di immagine.
Roberto Paravagna arricchisce il testo di interviste non solo ai componenti della band inglese, ma allarga lo spettro a stilisti, docenti universitari, fotografi, manager discografici, riuscendo a scomodare persino un’istituzione come Mogol. Ne esce fuori uno spaccato, parecchio interessante, di un Paese che nei Rokes vede uno strumento di emancipazione.
Un Paese arretrato da troppi punti di vista: i ragazzi di allora non potevano far altro che cercare di distruggere le basi della vecchia società per ricostruirne di nuove, solide e inclusive. Anche i capelli lunghi, quelle chitarre dalle forme bizzarre, quelle canzoni dai testi rivolti alla speranza di un futuro migliore, potevano giocare un ruolo importante.
Ed è quel che The Rokes. Conversazioni su musica, moda, società e costume spiega attraverso 222 pagine ricche e preziose, tra le quali stonano solo i primi due capitoli, forse superflui, dedicati, rispettivamente, ai principali avvenimenti del Dopoguerra e alla nascita della musica giovane. Ma nessuna ombra su tutto il resto.
Rokes. Conversazioni su musica, moda, società e costume
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