“Roma selvatica” di Antonio Canu (Laterza, 2015) è il racconto del fenomeno dell’inurbamento di fauna e flora nella Capitale, arricchito dalle illustrazioni di Alessandro Troisi.
“Questo libro è dedicato alla vita selvatica a Roma. Ma potrebbe essere la storia di qualsiasi altra città”.
Negli ultimi decenni, il costante afflusso degli animali dalla campagna alla città è cresciuto progressivamente interessando tutti i centri urbani. Roma è un caso particolare grazie alla sua posizione geografica e alle sue 19 aree protette (41.000 ettari). La metropoli, ricca di biodiversità, è sviluppata su un’area pianeggiante, aperta, bagnata da corsi d’acqua, con un versante affacciato sul mare e l’altro a due passi dal Subappennino laziale. L’ambientalista Canu ricorda che su un totale di 129.000 ettari di estensione circa 86.000 sono occupati da aree verdi, agricole, non edificate che rappresentano il 67% dell’intera superficie della città. Roma è il comune agricolo più grande d’Europa al cui interno vivono 1.649 specie di piante vascolari, ovvero più strutturate. La flora comprende 228 specie non native per l’Italia, quarantadue delle quali sono considerate d’introduzione antica e le altre 186 più recenti. Quanto alla fauna vivono nell’Urbe più di 5000 specie d’insetti, ventidue di pesci, dieci di anfibi, sedici di rettili, 121 di uccelli e trentanove di mammiferi.
L’autore, presidente WWF Oasi, come un novello Charles Darwin (1809-1882) ha osservato e annotato sia all’interno sia fuori dalla città piante quali querce, palme e animali come falchi, rospi, barbagianni. Il primo avvistamento per il naturalista avviene sul suo terrazzo, dove ha posto mangiatoie per uccelli. Passeri, pettirossi e merli sono tra i più frequenti convittori della sua mensa. Un anno sul balcone dell’autore ha nidificato una coppia di cardellini. Vicino alla propria abitazione Canu afferma anche:
“Da qualche anno osservo un nucleo di volpi. Le ho viste correre, nascondersi, cacciare, giocare”
con la loro bella pelliccia color rosso fulvo. Il giornalista pone l’accento sull’importanza della vegetazione capace di far ridurre in estate la temperatura
“le piante sono necessarie a raffreddare l’aria, le aree verdi assorbono i gas serra e contribuiscono al loro controllo”.
Nel bellissimo e cangiante cielo di Roma “c’è sempre qualcosa”, basta saper guardare: lo storno dal becco lungo e giallo e appuntito, le rondini che annunciano la primavera e vanno a svernare in Africa, oltre il deserto del Sahara. I gabbiani sono diventati usuali frequentatori della città, tra gli uccelli è quello che ha avuto maggior successo d’insediamento. A Villa Ada è possibile ascoltare il caratteristico verso acuto dell’upupa dalla cresta sul capo, invece il coniglio selvatico fu introdotto da Vittorio Emanuele III che si divertiva a dargli la caccia. Villa Pamphilj e Villa Borghese, dove si trovano platani orientali secolari piantati all’inizio del XVII secolo e tra i quali passeggia il simpatico scoiattolo, sono state dichiarate Siti d’interesse comunitario per la presenza di quattro specie animali importanti a livello europeo: il martin pescatore, la testuggine d’acqua e gli insetti cerambice della quercia e lo scarabeo eremita. Roma si può considerare un grande orto botanico con i maestosi ed eleganti platani, “pianta rustica, robusta e resistente allo smog”, che adornano il Lungotevere, Viale Parioli, Viale Liegi e Viale Trastevere. Appena fuori porta si trova il lupo sui Monti della Tolfa e nel Parco regionale dei Monti Simbruini. Una coppia di aquile regna sui Monti Lucretili. Nell’area di Monte Livata e nel comprensorio dei Monti Simbruini è possibile incontrare l’orso. Tra i cittadini e gli animali vi è una coabitazione spesso distratta e inconsapevole.
Roma selvatica di Antonio Canu è un volume veramente interessante e curioso che “non è una guida e nemmeno uno scritto scientifico” ma è capace di stimolare in chi legge il desiderio di osservare con più attenzione il mondo che ci circonda esortandoci ad avere più rispetto per la natura. Ogni città ha un cuore selvatico, a noi il compito di scoprirlo “ci sentiremo meno soli, meno poveri, meno tristi”. Nel caso di Roma è un’altra pagina della sua grande bellezza.
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