La crisi, unita a pesanti tagli al mondo della cultura, sta mietendo decine di vittime tra le piccole case editrici. Lo scorso mese, un articolo di Matteo Grimaldi ci dava un desolante aggiornamento della terribile onda che tenta di travolgere i piccoli editori, soli di fronte al pericolo.
Mi è nata così una piccola idea in testa, che ho chiamata “Uno spazio per I Piccoli”. La mia proposta, rivolta alle librerie, consiste nel creare un piccolo scaffale, nel quale vengano raccolte alcune pubblicazioni delle piccole case editrici della propria zona, della propria regione, o libri “piccoli” particolarmente richiesti.
Questo scaffale porterebbe molti vantaggi:
- Prima di tutto arricchirebbe l’offerta che la libreria è in grado di dare, proponendo un maggiore numero di titoli. Si aumenterebbe così la “biodiversità”, i generi trattati, i nomi proposti, etc
- In secondo luogo, si potrebbe anche aumentare la curiosità dei lettori e degli appassionati frequentatori di librerie, a volte stanchi di vedere sempre gli stessi nomi.
- Il terzo vantaggio, che è poi quello più importante, è il salvataggio delle piccole case editrici. Queste ultime infatti, per quanto possano impegnarsi a partecipare a fiere, mostre, concorsi e premi, non hanno alcuna speranza di sopravvivenza, se non riescono ad entrare nelle librerie.
Com’è possibile che una casa editrice come la EdiGio’ di Pavia, che pubblica molti autori pavesi tra cui il sottoscritto, debba combattere una lotta durissima per entrare nelle librerie della sua stessa città? Perché non viene concesso lo spazio per qualche libro almeno? Come prova… A mio parere, se non si parte con la promozione nella propria regione, una promozione seria, non si può pensare di conquistare l’Italia. Un ultimo vantaggio? Tutto questo potrebbe essere realizzato senza che le grandi case editrici perdano nulla.
Il lettore appassionato, infatti, non smetterà mai (parlo anche per esperienza personale) di comprare quei grandi nomi che è abituato a seguire con interesse, ma almeno avrà la possibilità di scegliere. Potrà sapere dell’esistenza di altre case editrici, scegliere un romanzo storico di Manfredi perché piace di più, e non perché è l’unico di quel genere presente in libreria. La scelta può diventare più consapevole, la ricerca più interessante, la lettura nuova e ancora più appassionante.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Salviamo le piccole case editrici: una proposta per le librerie
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Salve,
la proposta è interessante ed è anche già applicata in molte librerie, a prescindere dallo scaffale riservato, ma tutto ciò incontra sempre due problemi rilevanti:
1) anche un piccolissimo spazio non è semplice da riservare per una piccola libreria. I libri sono già tanti e le librerie mettono sugli scaffali ciò che è più richiesto dai loro clienti. Inoltre, ad una libreria interessa il trattamento che riceve dall’editore (sconti, conti deposito ecc) piuttosto che inserire "opere di cultura". Sono attività commerciali. Se una libreria ha una clientela che domanda libri mediocri, si adeguerà in tal senso.
2) anche creando questo spazio, il problema risiede a monte: poca promozione da parte della casa editrice e degli stessi autori = libri a prendere polvere sugli scaffali. E il libraio si vorrà presto sbarazzare di questi titoli.
Gli autori locali già ora non hanno grosse difficoltà a far accettare libri autoprodotti dalle librerie locali, perché quest’ultime sanno che gli autori manderanno parenti e amici ad acquistare il libro. Il vero problema è proprio quello di riuscire ad andare oltre i confini del proprio paese!
ma per una piccola casa editrice non sarà mai facile la promozione, non basta spammare qualche link su Facebook per raggiungere vendite decenti.
Andrea Mucciolo
E’ una buona idea. Molte librerie comunque dedicano spazio agli autori della provincia, il problema è che sono spesso cattive pubblicazioni di cattivi editori. Così si ottiene l’effetto contrario. Sarebbe un’ottima iniziativa qualora dietro vi fossero librai illuminati capaci di operare una giusta selezione fra le opere di autori della zona per scegliere quelle davvero meritevoli di essere esposte in libreria.
Sono assolutamente d’accordo con Bertoni. Certo, non è una cosa molto semplice da realizzare, perchè è vero che molte piccole case editrici rimangono piccole perchè hanno produzioni di bassa qualità, però si può provare. Affidiamoci al buon senso ed alla passione dei librai più esperti...
Sono ovviamente d’accordo con le proposte, senza dimenticare l’importanza della promozione. Andrebbero ’consorziate’ le piccole case editrici per avere forza necessaria per iniziative (festival, presentazioni, circoli di lettura, coinvolgimento scuole ed ass.ni culturali, assessorati, etc,) tali da renderli visibili e tangibili.
Una cultura a ’km.0’ disponibile per studenti con incontri con gli autori, eventualmente anche con la partecipazione a concorsi ed eventi di promozionale culturale:teatro,cinema,sociale....
un sito web aggiornato e ben veicolato con proposte da ’votare’ a discrezione del pubblico che però si impegna a ’acquistare’ il libro, magari dopo aver letto l’incipit....