Nella città di Sanremo si trova Villa Terralba, la dimora dei nonni paterni di Italo Calvino. Qui l’autore de Il barone rampante era solito trascorrere le estati, forse arrampicandosi sugli alberi come il suo protagonista Cosimo Piovasco di Rondò.
La città, in occasione del centenario dalla nascita di Italo Calvino, ha deciso di rendere omaggio allo scrittore con due passeggiate letterarie.
Sanremo: due passeggiate letterarie dedicate a Calvino
La “Città dei fiori” torna a vivere attraverso gli occhi dello scrittore che, più di tutti, l’ha raccontata. Per le vie di Sanremo sono stati installati 38 pannelli illustrativi che mostrano la città attraverso i testi e le suggestioni calviniane.
Un percorso a tappe che sarà possibile percorrere anche nel corso delle passeggiate letterarie organizzate nel mese di giugno.
La prima è prevista il 3 giugno, con ritrovo alle ore 15 e 30 sul lungomare Italo Calvino accanto all’ex stazione ferroviaria.
La seconda avrà luogo l’11 giugno all’ingresso del parco di Villa Ormond, in corso Cavallotti. Entrambe le escursioni avranno una durata di circa due ore e mezza.
A Sanremo sulle tracce di Italo Calvino
La città di Sanremo, per Calvino, fu la matrice di tutte Le città invisibili, come dichiarò lui stesso in un’intervista:
Sanremo continua a saltar fuori nei miei libri, nei più vari scorci e prospettive, soprattutto vista dall’alto, ed è soprattutto presente in molte delle Città invisibili.
Lo scrittore era nato a Cuba il 15 ottobre 1923, dove il padre Mario Calvino e la madre Eva Mameli si erano recati per studiare le piante tropicali: lui era agronomo e lei botanica. Due anni dopo la nascita del figlio i due decisero di tornare a Sanremo, in Liguria, poiché Mario era stato nominato direttore della Stazione speciale di Floricoltura.
Calvino scrisse di aver avuto una doppia nascita: americana e sanremese.
Sono tanto nato a Sanremo e sono nato in America perché una volta i sanremesi emigravano molto in America e soprattutto in America del sud per fare i più vari mestieri.
Il giovane Calvino crebbe nella casa di Villa Meridiana, in un giardino vivido ed esuberante che era un tripudio di piante tropicali. Era il regno del padre, Mario, che - come scrisse l’autore - “vedeva solo piante”. A quella visione paterna il Calvino adolescente si ribella. Dapprima si iscrive alla facoltà di agraria per compiacere i genitori, ma poi sceglie la sua strada: Lettere.
La città si fa quindi riflesso del mondo paterno e diventa inospitale, a tratti ostile:
Ci vivevo in mezzo e volevo essere altrove. Di fronte alla natura restavo indifferente, riservato, a tratti ostile.
Italo Calvino assistette alla metamorfosi della sua città d’origine che perdeva il suo splendore originario divenendo un “regno di cemento” nell’epoca della speculazione edilizia.
All’età di venticinque anni Calvino abbandonò Sanremo per andare altrove e seguire le sue aspirazioni. Ma la città tornava sempre, in una visione di inchiostro: era la misteriosa Ombrosa del Barone rampante, era il filo segreto delle “città invisibili”.
I luoghi da cui veniamo non ci lasciano con la stessa facilità con cui noi lasciamo loro. Calvino lo sapeva; lo ha sempre scritto, la sua Sanremo era un luogo della memoria, soleggiata e aspra come la Riviera ligure. Nel corso della sua vita Calvino ebbe un rapporto conflittuale con la città e, infine, decise di vendere Villa Meridiana perché non la riconosceva più, ormai era travolta tutt’intorno da “un’accozzaglia di parallelepipedi e poliedri, spigoli e lati di case”. Forse, però, una parte di lui era rimasta in cima all’albero a contemplare sprazzi di cielo tra le piante tropicali di Ombrosa. Quel panorama fiabesco e sognante è, in fondo, la trama originaria di tutte le sue storie.
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