Scandale! Gainsbourg
- Autore: Jennifer Radulović
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Tradotto alla lettera dal francese Je t’aime...moi non plus sta per “ti amo…neanch’io”. Chi non se ne ricorda? Il pezzo famigerato - prima ancora che famoso - del famoso-famigerato Serge Gainsbourg, si annuncia sin dal titolo come paradosso. Gli esegeti la spiegano in questo modo: la sospirosa fanciulla in fiore della canzone-scandalo (in primis Brigitte Bardot, in una registrazione del ’67 edita soltanto nel 1986; quindi Jane Birkin nel 1969) è tanto presa dalla copula che si lancia nell’impegnativa dichiarazione sentimentale, lui (Gainsbourg in persona) da consumato cinicone pensa bene di smitizzare con un lapsus a un passo dall’ossimoro. Il resto è storia della pop music e storia del costume insieme: alle faccia delle censure Rai e Vaticana il brano spariglia le classifiche e non solo italiane. Per quelli capaci di guardare la Luna senza fermarsi al dito, nulla a che vedere con la pornografia: le esplicite dichiarazioni di ambito erotico, rintracciano piuttosto il loro humus nello spirito della rivoluzione sessuale del lungo Sessantotto, di cui Gainsborg è espressione provocatoria quanto trasversale.
La minuziosa biografia che gli dedica Jennifer Radulović per le edizioni PaginaUno nel 2019 ( "Scandale! Gainsborg" ) ne è la riprova più recente. Una corposa storia di passioni e tragedie che fiammeggia delle fiamme dell’arte e dell’inferno. Una parabola luci-ombre dissipata sul crinale amore e notte: le coordinate ontologiche e temporali attraverso cui si sono spese l’arte e la vita di Serge Gainsbourg. Per dirla con l’autrice:
L’uomo che ha fatto dell’Amore la sua musa, la sua condanna, la sua vocazione. Amore per la bellezza, amore per l’arte, amore per la tragicità, per la provocazione, per lo sberleffo, per l’ironia, per le donne: molte, bellissime, iconiche.
Per dirla invece dentro metafora: Gainsbourg è stato un uomo inquietamente assiso all’incrocio dei venti. Un uomo sfrontato e misogino. Pittore, attore e musicista. Dandy e alcolista. Fumatore incallito e poeta sensuale. Amante del lusso col disprezzo del denaro. Incestuoso, ebreo, parigino sino al midollo, una copiosa declinazione di donne e poi Jane Birkin.
Serge Gainbourg ha riposizionato i focus sulle realtà consuete, trascendendole e rivisitandole alla maniera di un Picasso e di un Dalì, da lui, peraltro, tenuti in gran conto. Malgrado abbia fatto poco per piacere (se non altro per piacere ai più) ha finito col convincere la Francia di rappresentarne il genius loci. Quando è morto persino il Presidente della Repubblica Mitterand dichiara che la nazione “ha perso uno dei suoi più grandi artisti”. In parallelo ai chiaroscuri di una vicenda biografica riepilogata senza agiografia, affiorano in Scandale! Gainsborg retroscena utili e anche poco noti, sul modus operandi dell’artista. Riandando alle due versioni di Je t’aime…moi non plus, per esempio (pag. 182-183):
Il pezzo viene inciso in due sedute separate: in una si registra la sola parte strumentale con i musicisti diretti da Arthur Greenslade mentre l’altra sessione si tiene negli studios Chappell di Londra (…) Qui l’atmosfera e i metodi di lavoro sono molto diversi dalla seduta precedente negli Studios Barclay di Parigi, avvenuta nella notte del 10 dicembre dell’anno prima con B.B. (…) Una registrazione molto partecipata in cui Gainsbourg e la Bardot cantano mano nella mano, sorridendo, ammiccando e amoreggiando vistosamente in un clima di grande complicità e palpabile tensione erotica. Serge stavolta è meticoloso, ultra esigente, distaccato e autoritario: lui e Jane cantano in momenti diversi, chiusi in cabine distanti.
Stando agli esiti conturbanti di una hit che ha sedotto il pianeta non lo diresti affatto. Sarà perché di siffatti prodigi è stato capace Serge Gainsbourg. Controverso, irredento, sensibile e spietato al tempo stesso: forse l’ultimo dei poeti autenticamente maledetti del Novecento.
Scandale! Gainsbourg
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