È un Ungaretti nuovo quello che troviamo nella poesia Il sentimento del tempo. Non è più il poeta de L’Allegria che aveva cantato l’esperienza personale della guerra servendosi di parole aguzze e nude come pietre, parole assolute. Il nuovo Ungaretti nelle poesie della maturità utilizza un linguaggio più complesso e articolato e non riduce più l’espressività all’osso, ma cela il significato dietro il velo oscuro dello stile ermetico. Non ci sono più le immagini incisive di Veglia o Fratelli, gli occhi sbarrati rivolti al plenilunio o le parole tremanti nella notte; ora Ungaretti abbraccia lo stile di Quasimodo e Montale, si serve di immagini astratte e di periodi complessi, la sua poesia non è più rappresentazione di un’esperienza di vita, ma di una percezione, di uno stato d’animo interiore o di un ricordo.
Il sentimento del tempo è il titolo della seconda grande raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti.
La riflessione sul tempo caduco della nostra vita è il tema centrale affrontato nella poesia che dà il titolo all’intera raccolta: Sentimento del tempo, nella quale è contenuta anche la bellissima La madre.
In questi versi possiamo percepire il bagliore crepuscolare del capolavoro di Quasimodo, Ed è subito sera; è ormai lontana la luce abbagliante e piena di promesse di Mattina. La riflessione del poeta è tutta penetrata all’interno, nella mente, e sembra riflettere la visione dell’Infinito leopardiano.
“Sentimento del tempo”: testo della poesia di Ungaretti
E per la luce giusta,
Cadendo solo un’ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l’ascolto,
T’affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
“Sentimento del tempo”: analisi e commento della poesia di Ungaretti
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Composta nel 1931 Sentimento del tempo è una poesia di primo acchito non ungarettiana, che non sarebbe associabile a Ungaretti, solo a poco a poco il segreto della “parola pura”, qui mascherata, si rivela. È una poesia composta di versi lunghi, endecasillabi e settenari; non c’è nessuna rima, solo un sottile riverbero di assonanze e consonanze. Ma, a leggere bene, si ritrova la vocazione di Ungaretti per la parola pura, anche nella libera associazione tra nome e aggettivo “la luce giusta”; “l’ombra viola” e, infine, “le labbra ultime”.
Ungaretti compone attraverso questi versi un quadro rarefatto, astratto, fatto di luce e di ombre e di ineludibili lontananze. Descrive un attimo di contemplazione interiore che prende avvio da uno stimolo esterno: la visione di un tramonto conduce il poeta ad ascoltare il battito sordo del proprio cuore che a ogni pulsazione sembra avvicinarlo inesorabilmente alla fine, bruciando il tempo della vita. L’analogia è il vero filo conduttore di questa poesia: è la luce violacea del tramonto, che già sconfina nell’ombra, a ispirare al poeta la riflessione sulla caducità del tempo.
La conclusione è a effetto perché ci presenta una personificazione del tempo che, nel finale, è invitato dal poeta a concedergli l’ultimo bacio. Il riferimento metaforico è al bacio della morte che Ungaretti veste qui delle sembianze umane e consolatorie di una donna.
Il misterioso bacio del tempo sembra racchiudere in sé l’inafferrabile enigma della vita, il senso ultimo di tutte le cose. Questa lirica spiega anche il senso del titolo della raccolta, il “sentimento del tempo”, un’epifania della memoria basata sulla consapevolezza della fine, dell’infinità vanità del tutto.
“Sentimento del tempo”: figure retoriche
- Metafora: “la lontananza aperta alla misura”, sembra una contraddizione in termini, ma non lo è: con questa metafora Ungaretti intende esprimere la misurazione di un tempo non misurabile, quello della vita;
- Analogia: tra la luce del tramonto e la fine della vita;
- Consonanze: vengono ripetute in particolare le consonanti t, b, che sembrano riprodurre come un’onomatopea il battito del cuore.
- Prosopopea: Ungaretti induce il tempo - che è una cosa astratta - a parlare attraverso il battito del suo cuore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sentimento del tempo”: testo e analisi della poesia di Giuseppe Ungaretti
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