

La primavera è entrata da qualche settimana e noi ne avvertiamo la presenza nell’aria più tiepida e frizzante, nelle giornate che diventano via via sempre più lunghe e nel paesaggio verdeggiante che ogni giorno fiorisce un po’ di più.
La Filastrocca di primavera di Gianni Rodari ci invita a prestare attenzione ai piccoli e grandi cambiamenti della natura in questo periodo dell’anno, preludio dell’esplosione di luce, calore e colori dell’estate che si avvicina.
Analizziamo il testo della filastrocca, che come sempre si rivolge principalmente ai bambini ma sottende un messaggio importante anche per gli adulti un po’ distratti.
“Filastrocca di primavera”: testo della filastrocca di Gianni Rodari
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
“Filastrocca di primavera”: analisi e significato del testo di Gianni Rodari
I segni della natura che si risveglia e un pizzico di ironia verso chi, distratto, non se ne accorge - In Filastrocca di primavera il maestro, scrittore, poeta e pedagogista di Omegna Gianni Rodari menziona alcuni cambiamenti importanti attraverso i quali la natura mostra la fase di rigenerazione in cui viene a trovarsi durante la primavera.
Fra le giornate che diventano più lunghe e le sere che si fanno meno fredde, ecco che tra l’erbetta dei prati spunta la prima violetta, fiore considerato il simbolo stesso della nuova stagione.
Nei pochi versi che costituiscono il componimento, leggeri e divertenti come è nel tipico stile dell’autore, si può leggere un invito ad osservare la natura, a coglierne i mutamenti e, soprattutto, a non perdersi le sue meraviglie.
Mai come in primavera il creato rivela tutta la propria forza autorigenerante, la capacità unica e misteriosa di risorgere più rigoglioso e palpitante che mai dalle ceneri invernali.
Nei mesi freddi del resto, la natura non muore, tutt’altro, si riposa in attesa di risvegliarsi e stupirci ancora una volta con la sua bellezza.
Rodari ci esorta ad essere attenti e pronti, a far caso ad ogni minima trasformazione, anche alla violetta che spunta per prima, così da non perderci nulla dello spettacolo che è intorno a noi.
E poiché l’artista piemontese non difetta in ironia, chiude la Filastrocca di primavera con una strofa allegramente pungente nella quale con bonomia prende in giro le persone distratte, forse gli adulti, meno propensi ad osservare e captare rispetto ai bimbi: sbadati come sono, spesso incapaci di cogliere i segnali che giungono dall’esterno, potrebbero addirittura pensare di trovarsi ancora in inverno! Insomma, chi è distratto, dice Rodari, rischia di perdersi il meglio che c’è.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Filastrocca di primavera” di Gianni Rodari: un invito a osservare il risveglio della natura
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