Senza perdono di Sabine Thiesler

Autrice tedesca innamorata dell’Italia, di cui spesso nei suoi romanzi inserisce incantevoli affreschi, Sabine Thiesler è una delle firme di gialli e thriller più conosciute e apprezzate al mondo.
Il suo modo di scrivere inusuale, così atipico e originale, all’inizio potrebbe spiazzare il lettore, abituato a stili più descrittivi che in un certo senso si prestano meglio alla narrazione.
Quella di una scrittura scarna, a tratti didascalica, è stata l’impressione che avuto anch’io all’inizio, ma sono bastate pochissime pagine per rendermi conto che un tale stile si prestava perfettamente all’intento della scrittrice di ricreare un’atmosfera dubbiosa e ambigua e caratteri ombrosi, imprevedibili, mai sondati fino in fondo, fin nella loro parte più oscura che quando emerge lo fa all’improvviso, sorprendendo e intrigando chi legge.

Nella narrazione non c’è spazio per le opinioni o le elucubrazioni dell’autrice: ci sono gli eventi e i personaggi in tutta la loro lineare complessità; spetta al lettore cercare di intuire come si evolverà la vicenda e come agiranno personaggi alle prese con passioni forti e un sentimento tanto antico quanto distruttivo, quella vendetta cara agli eroi mitologici quanto ai personaggi dei romanzi classici.
Come indica il titolo, infatti, la vendetta è il fulcro di “Senza perdono” (Corbaccio, 2012), romanzo che lascia intuire, più che descrivere, la deriva di una mente devastata dal dolore, che si aggrappa alla vendetta come a qualcosa d’inevitabile, ormai incapace di riflettere sulle conseguenze.

Jonathan, giovane fotografo di successo, dalla vita ha avuto tutto ciò che un uomo potrebbe desiderate:una moglie bellissima, ex prima ballerina, che lo ama, una bella casa, soldi, un lavoro di successo e un’incantevole figlia di nome Giselle, dotata di uno straordinario talento per la pittura.
Ma il destino, si sa, è beffardo, e un solo attimo di malasorte può togliere tutti ciò che negli anni la fortuna ha elargito a piene mani. È quello che succede a Jonathan quando, a soli diciotto anni, Giselle viene travolta da un’auto in corsa guidata da un ventenne ubriaco, Tobias, e muore sul colpo.
Per giunta, per via dell’amicizia fraterna che lega il giudice incaricato di giudicare Tobias e il padre di questi, il giovane se la cava con una pena pecuniaria, senza farsi nemmeno un giorno di carcere.
Da questo momento in poi, la vita di Jonathan va a rotoli, il suo matrimonio diventa un incubo ed egli capisce che deve andarsene da lì, a qualunque costo. Il caso lo porta in Italia, in Toscana, per la precisione, dove s’innamora del verde e delle dolci valli, oltre che di Sofia, giovane cieca che gli ricorda in maniera impressionante la figlia. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, però e l’uomo ha ormai iniziato una nuova vita ristrutturando e affittando ai turisti la proprietà dei suoceri, ecco che il destino lo porta a re-incontrare proprio una delle persone che ha contribuito a rovinargli la vita…

Il finale è a dir poco sorprendente, affatto scontato e se una morale è possibile trarre da questo nuovo romanzo della Thiesler sicuramente è quella che il destino a volte si diverte alle nostre spalle, e la vendetta, per quanto soddisfacente, si paga a caro prezzo.