A molti di noi sarà sicuramente capitato di andare in libreria e venire colti da una voglia compulsiva di comprare libri, nonostante sul nostro comodino ce ne siano diversi da finire o iniziare. Non ci possiamo fare niente: siamo booklover e compriamo libri per amore, curiosità, passione. Ne abbiamo bisogno fisicamente, ci servono proprio tutti quelli che sono nel nostro carrello o nelle nostre mani.
Insomma, in libreria siamo un po’ come Rebecca Bloomwood, il personaggio creato da Sophie Kinsella in I love shopping? Allora siamo affetti da tsundoku, termine giapponese che indica proprio l’acquisto compulsivo di libri.
Un triste destino accomuna però buona parte dei libri acquistati compulsivamente. Una volta arrivati a casa nostra, rimangono a prendere polvere perché non si ha più tempo o non si ha più voglia di prenderli in mano e, finalmente, leggerli. Così, i libri comprati finiscono a formare pile scalcagnate sui comodini, negli angoli, sugli scaffali delle librerie.
Tsundoku: origine del termine
La parola tsundoku non ha a che fare solo con l’acquisto compulsivo, ma anche con la successiva mancanza di tempo e voglia di leggerli. Il suo diffuso impiego tra gli amanti dei libri ha fatto in modo che oggi il termine sia piuttosto sdoganato e conosciuto, pur facendo parte di alcune parole intraducibili in italiano, e chissà che un giorno non venga usata comunemente, proprio come karaoke.
Il termine giapponese è nato in epoca Meiji (1868-1912) e alla sua origine si trova il verbo "tsunde-oku" (積んでおく), che significa proprio "impilare/accumulare qualcosa perché sia pronto per l’uso e poi lasciarlo così".
Ma cosa c’entrano i libri? A un certo punto, è stata sempre più diffusa la sostituzione, inizialmente scherzosa, del logogramma conclusivo del verbo con quello, molto simile, "dokusho" (読書), che significa "leggere".
La parola tsundoku nasce quindi come gioco di parole, che fonde l’idea di accumulo con quella dei libri (積読 significa proprio "impilare+leggere") e viene usato per definire chiunque acquisti libri e li impili, lasciandoli poi da parte senza leggerli.
Quanti di voi ne soffrono?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Shopping compulsivo in libreria? Siete affetti da tsundoku
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