Il rapporto tra sorelle è unico. Nei libri troviamo splendidi esempi di sorellanza, sia tra le scrittrici che tra le loro personagge.
Certo, non sempre i rapporti erano idilliaci, anzi spesso conflittuali o comunque complessi: dallo straordinario esempio di sorellanza delle sorelle March, che ricalcavano l’esempio delle sorelle reali di Louisa May Alcott, al binomio antitetico delle sorelle Dashwood in Ragione e sentimento sino alla diade inscindibile e strettamente contemporanea rappresentata dalle sorelle Nothomb.
In Jane Austentroviamo un altro esempio di sorellanza nelle sorelle Bennet di Orgoglio e pregiudizio; anche l’autrice, come si può facilmente dedurre, aveva una sorella maggiore, Cassandra, alla quale era molto legata.
Non era tuttavia l’unica scrittrice di fama ad avere un’unione speciale con la propria sorella: i libri straripano di storie di sorellanza e le biografie delle loro autrici non sono da meno, su tutte spicca un celebre “trio” che ha fatto la storia della letteratura inglese.
In occasione del Siblings Day, scopriamo quali sono le sorelle più famose della storia della letteratura.
1. Le sorelle Brontë: Charlotte, Emily e Anne
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Il primato va al mitico trio, unico nella storia letteraria: tre sorelle scrittrici, tutte e tre autrici di capolavori della letteratura inglese: Jane Eyre, Cime tempestose e Agnes Grey. Stiamo parlando delle sorelle Brontë: Charlotte, Emily ed Anne che esordirono nel febbraio del 1846 sotto gli pseudonimi di Currer, Ellis e Acton Bell pubblicando la raccolta delle loro poesie sotto il titolo di Poems.
Il rapporto tra le tre, cresciute nella brughiera inglese con il fratello Branwell insieme al padre reverendo Patrick Brontë, non fu sempre idilliaco: tra tutte in particolare Charlotte, la primogenita, aveva fama di despota, era lei a dettare gli ordini sottomettendo le altre due. Per volontà di Charlotte le sorelle furono spronate a cercare un editore, forse non avrebbero mai ottenuto visibilità nel mondo letterario senza l’impegno tenace della maggiore. Emily, dal canto suo, era il vero genio della famiglia, autrice dell’immortale Cime tempestose. La terzogenita Anne, dotata di talento, fu ingiustamente schiacciata dalla fama delle prime due, ma ultimamente è oggetto di una nuova riscoperta letteraria.
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2. Jane Austen e la sorella Cassandra
La madre di Jane Austen disse: “Se la testa di Cassandra fosse stata tagliata, Jane avrebbe anche tagliato la sua” per spiegare il rapporto strettissimo che legava le due figlie. La celebre autrice di Orgoglio e pregiudizio era legatissima alla sorella maggiore, che portava lo stesso nome della madre. Erano le uniche femmine in una famiglia di sei figli; vissero nella canonica del padre, il reverendo anglicano George Austen, per gran parte della loro vita. Entrambe le sorelle Austen non si sposarono mai. Cassandra ebbe un pretendente, il giovane Thomas “Tom” Foley, che disgraziatamente morì di febbre gialla prima del matrimonio; lei per un periodo poté fruire di una discreta rendita in seguito alle ultime volontà espresse dal fidanzato. Pare che il personaggio di Elinor Dashwood, la sorella maggiore che coraggiosamente sopporta la perdita dell’amato, fosse ispirato a lei. Cassandra sopravvisse a lungo alla sorella Jane e fu lei la custode della sua memoria e della sua eredità letteraria. Dppo la perdita della sorella visse in solitudine sino alla sua morte, avvenuta nel 1845, all’età di 72 anni.
3. Virginia Woolf e Vanessa Bell
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Decisamente viscerale e morboso il rapporto che legava Virginia Woolf alla sorella maggiore Vanessa Bell, ora nota come pittrice. Le sorelle Woolf (il cui cognome originario era Stephen, Ndr) persero la madre, Julia Jackson, quando erano ancora giovanissime e probabilmente questo trauma patito nell’infanzia cementò in maniera indissolubile il loro ambiguo legame. Quando Vanessa si sposò, a ventotto anni, con il critico d’arte Clive Bell lasciando la famiglia, Virginia lo visse come un tradimento. In seguito al matrimonio scrisse a Vanessa lettere infuocate di gelosia, come un’amante tradita. Per tutta la vita le due intrattennero un rapporto travagliato; anche quando Virginia, ormai più che trentenne, sposò Leonard Woolf, non si diede mai pace e continuò a tormentare la sorella con le sue frequenti scenate di gelosia. Vanessa Bell era un’artista eclettica e anticonformista. Era stata lei a fondare, insieme a Virginia e al fratello Thoby, il Circolo Bloomsbury di cui era la principale protagonista. Sempre al centro della scena, Vanessa si dedicò tanto alla pittura quanto alle arti applicate, fu la principale realizzatrice degli “Omega Workshops”, disegnò ceramiche, ricamò stoffe, fu anche arredatrice e compì numerosi viaggi. Ebbe relazioni sentimentali aperte e disinibite, molto moderne per l’epoca, dopo la fine del suo matrimonio ebbe una terza figlia Angelica, dal pittore omosessuale Duncan Grant: una volta cresciuta Angelica avrebbe sposato lo scrittore David Garnett, ex amante del padre. La vita di Vanessa Bell fu segnata dalle perdite: la morte precoce della madre vissuta nella prima infanzia, la scomparsa del figlio primogenito Julian durante la guerra in Spagna e, non da ultimo, il suicidio dell’amata sorella Virginia.
4. Emily Dickinson e la sorella Lavinia
Se oggi possiamo leggere e apprezzare le poesie di Emily Dickinson, lo dobbiamo a sua sorella, Lavinia Dickinson.
Lavinia era nata appena due anni dopo Emily, il 28 febbraio del 1833, ma le due crebbero insieme come se avessero la stessa età: sembravano due gemelle, ma erano molto diverse per attitudine e temperamento. Frequentarono la stessa scuola, la Amherst Academy, e divisero la stessa stanza da letto fino ai vent’anni. “Vinnie”, così veniva chiamata affettuosamente Lavinia, aveva un temperamento pratico, poca attitudine allo studio, amava la vita sociale ed era molto civettuola; insomma, nulla a che spartire con la sorella che visse una vita ritirata e quasi da reclusa. Entrambe le sorelle Dickinson non si sposarono mai. Vinnie era molto devota alla sorella maggiore, la accudì e la protesse per tutta la vita. Le due erano indissolubili, come due gemelle siamesi, cosa che dava spesso sui nervi al fratello Austin.
In una lettera Emily Dickinson testimoniò la propria eterna devozione alla sorella scrivendo:
Vinnie è stata tutto, così a lungo, che provo uno strano spavento a separarmi da lei per un’ora, per evitare che si scateni una tempesta e che io rimanga senza riparo.
Dopo la morte di Emily, Lavinia Dickinson bruciò la loro corrispondenza, obbedendo alla volontà della sorella, ma trovò centinaia di poesie di Emily e, riconoscendone il talento artistico, decise di pubblicarle. Vinnie si fece in quattro e scrisse a editori, critici, appassionati di letteratura, anche con l’aiuto della cognata Susan Huntington Gilbert Dickinson (con la quale Emily aveva un profondo legame, Ndr). Oggi i critici sono concordi nel dire che “senza la voce incitante di Lavinia” non avremmo mai avuto le poesie della Dickinson.
5. Simone de Beauvoir e la sorella Poupette
Hélène de Beauvoir, la sorella minore, fu la prima lettrice di Simone de Beauvoir (pensate che onore!) come da lei stessa ricordato nel libro Souvenirs. Detta affettuosamente Poupette, bambolina (con questo nome viene citata anche in Memorie di una ragazza perbene), Hélène fu la prima testimone del talento della sua geniale sorella: racconta che, quando erano bambine, lei preferiva disegnare mentre Simone già si dedicava tenacemente alla scrittura. Hélène de Beauvoir era più giovane e bionda della sorella, e molto meno intellettuale: aveva un carattere dolce e remissivo, ma un temperamento innegabilmente artistico. Crebbero entrambe come “ragazze perbene”, borghesi e cattoliche, ma seppero emanciparsi dalla loro condizione. Hélène divenne una brava pittrice, molto integrata nell’ambiente artistico parigino dell’epoca, tra le sue frequentazioni celebri c’erano Picassoe Maria Callas. Nel 1967 fu proprio Poupette a illustrare il romanzo di Beauvoir, Una donna spezzata, pubblicato da Gallimard. Le sorelle Beauvoir rimasero legatissime per tutta la vita, si intendevano senza bisogno di parlarsi. Nel celebre Manifesto delle 343, pubblicato sulla rivista Le Nouvel Observateur nel 1971 come atto di disobbedienza civile per mostrare i nomi delle donne che avevano avvertito, Beauvoir aggiunse anche il nome della sorella, senza neppure consultarla. I nomi delle sorelle Beauvoir apparivano, ancora una volta, uniti, proprio l’uno accanto all’altro.
6. Jo, Meg, Beth e Amy March
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A impersonare la sorellanza in letteratura sono loro: le sorelle March, protagoniste di Piccole donne, un capolavoro senza tempo. Le vicende delle quattro sorelle cresciute a Concord, nel Massachussets, durante la Guerra civile americana, hanno fatto da sfondo all’infanzia di ogni bambina: ciascuna poteva riconoscersi nella tenace Jo, nell’accudente Meg, nella timida Beth o nella viziata Amy. Il libro fu scritto da Louisa May Alcott su committenza, quando l’editore le chiese di scrivere specificatamente una “girls story”: una storia per ragazze. Lei disse di non sapere cosa scrivere, che il suo unico riferimento in tal senso erano le sue sorelle. L’editore non fu molto convinto della storia, ma il manoscritto fu pubblicato il 28 agosto 1868 e fu subito un successo: la prima edizione andò a ruba. Per scriverlo Louisa May Alcott si era ispirata alla sua storia e a quella delle sue sorelle. Lei era innegabilmente Jo, la secondogenita; poi c’era Meg, ispirata alla sorella maggiore Anna Bronson Alcott, che avrebbe sposato John Bridge Pratt; poi c’era Beth, lo stesso nome di Elizabeth Alcott, che proprio come il suo alter ego letterario, morì di scarlattina a soli ventidue anni. Infine c’era anche Abigail May Alcott, la sorella più piccola, che ha ispirato il personaggio irresistibile di Amy, dotata di un talento artistico. Con i guadagni ottenuti dal successo di Little Woman, Louisa May Alcott pagò ad Abigail un soggiorno artistico a Parigi, Londra e Roma perché potesse formarsi nel disegno. Più tardi avrebbe sposato il magnate svizzero Ernest Nieriker, dal quale avrebbe avuto una bambina. Alla morte precoce di Abigail, la piccola Lu sarebbe stata data in affido a Louisa May Alcott, divenendo fonte di ispirazione per la zia scrittrice che era sempre stata la vera Jo March.
7. Elinor e Marianne Dashwood
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Altre celebri “personagge” sono le sorelle Dashwood, protagoniste di Ragione e sentimento. Per creare Elinor e Marianne, Jane Austen si ispirò al suo reale legame con la sorella Cassandra. Elinor, la maggiore, nel libro ha diciannove anni: solida, riflessiva e assennata, rappresenta la parte della “ragione”; mentre Marianne, la più giovane, diciassette anni, rappresenta il “sentimento”. Come testimonia una lettera del vicario James Edward Austen, Jane era legatissima a Cassandra, proprio come Marianne a Elinor e infatti parlava della sorella “come di una persona migliore e più saggia di lei”. La vera protagonista di Ragione e sentimento è infatti Elinor, Jane Austen amava così tanto la sorella da voler essere lei e riconoscerle un ruolo di primo piano nella sua storia. Nel romanzo troviamo due personaggi complementari, necessari e inscindibili l’uno dall’altro; non può esserci Elinor senza Marianne, così come non poteva esserci Jane senza Cassandra.
La sorellanza, non a caso, è un altro tema portante anche nel più celebre romanzo di Austen, Orgoglio e pregiudizio, in cui le protagoniste sono proprio le sorelle Bennet: Jane, Elizabeth detta Lizzie, Mary, Kitty e Lydia. La protagonista indiscussa del libro è Elizabeth Bennet che ha un rapporto di confidenza strettissimo con la sorella maggiore Jane, assennata e giudiziosa, la più saggia tra le due.
8. Amélie e Juliette Nothomb
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Giungendo ai tempi più recenti, non possiamo non citare l’indissolubile legame tra le sorelle Nothomb. Amélie Nothomb è una scrittrice ormai riconosciuta, meno nota è sua sorella Juliette - sempre presente nei libri autobiografici di Nothomb, tra cui ricordiamo il recente Il libro delle sorelle.
La casa editrice Voland recentemente ha pubblicato in Italia un libro di Juliette Nothomob, celebre chef e drammaturga, dal titolo La cucina di Amélie. Le due sorelle Nothomb, per l’occasione, sono apparse insieme al Salone del Libro di Torino.
Sempre molto unite, Amélie e Juliette hanno trascorso la loro prima infanzia in Giappone, per poi trasferirsi in Cina e in Bangladesh al seguito del padre diplomatico Patrick Nothomb (la cui vita è stata narrata da Nothomb in Primo sangue, vincitore del Premio Strega Europeo e del Prix Renaudot). Il loro rapporto è trasfigurato in quello tra Tristane e Laetitia ne Il libro delle sorelle, pubblicato da Voland nel 2023: in quelle pagine la scrittrice belga più famosa al mondo parla della sorellanza come salvezza. Di recente Juliette Nothomb ha pubblicato un libro dal titolo L’elogio del cavallo (Voland, 2024), in cui racconta la sua infanzia e adolescenza vissuta al fianco della sorella Amélie, racconta la complicità tra sorelle dal suo punto di vista e rovesciando, per la prima volta, la prospettiva della più celebre delle Nothomb.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le sorelle più famose della storia della letteratura
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