Le poesie di Alda Merini dedicate alle donne sono un inno alla vita che sgorga direttamente dal grembo materno, che è connaturata alla presenza femminile nel mondo. Nel breve componimento Sorridi donna Merini condensa il suo messaggio in due sole parole: un verbo coniugato all’imperativo “Sorridi” cui segue un vocativo “donna” che definisce il destinatario ideale, designato, del suo canto. Parlando a una sola donna Merini era certa di potersi rivolgere a tutte: non perché tutte fossero uguali, ma perché erano appartenenti al genere umano, dunque accomunate dalla stessa sofferenza e da un identico, lancinante, bisogno di felicità.
Il canto alle donne di Alda Merini è infinito: sono innumerevoli le liriche della poetessa dei Navigli dedicate al genere femminile che puntualmente vengono citate in occasione dell’8 marzo. La poesia di Merini è soprattutto un’ode alla femminilità intesa come bellezza offesa, sensibilità tradita, inquietudine sofferta.
Scopriamo testo, analisi e significato della poesia.
Sorridi donna di Alda Merini: testo
Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà
un bacio di mamma,
un battito d’ali,
un raggio di sole per tutti.
Sorridi donna di Alda Merini: il significato della poesia
Sorridi donna è una poesia scritta con un linguaggio semplice, elementare, ma denso di significato.
In questi versi Alda Merini riesce ad esprimere quel connubio indivisibile di fragilità e forza che contraddistingue l’essere femminile, capace di dolori assoluti e devastanti, ma anche di volare alto attraverso levità inattese.
La bellezza di questa lirica sta nel suo incipit perfetto che sembra accarezzarci, posarsi sulla nostra guancia come il tocco di una madre:
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Merini mostra la sua vulnerabilità, la sua profonda conoscenza del dolore: lo so non è facile, ci dice, ma “sorridi”.
La poetessa dei Navigli condensa il suo grido di lotta nella spontaneità di un gesto: il sorriso. Quante volte i volti delle donne sono sciupati e stropicciati dalle lacrime, ma poi si aprono improvvisi a un sorriso aperto - forse non di vera gioia - ma dedicato a chi sta loro accanto. In questo sorriso risiede tutta la loro capacità di resilienza, la volontà di non arrendersi di fronte alle innumerevoli prove della vita che a volte appare simile a un accidentato percorso ad ostacoli.
L’invito di Merini a tutte le donne è a sorridere di fronte alle difficoltà dell’esistenza; anche se la vita spesso non ricambia come il riflesso di uno specchio. Non devono farlo solo per sé stesse, specifica la poetessa (per fortuna ancora lontana dal self coaching contemporaneo che impera sui social rispondendo allo slogan “io valgo”), ma per gli altri. Non celebra l’egoismo - che oggi spesso trionfa sovrano - ma l’empatia: il sorriso che Merini chiede alle donne non è il sorriso posticcio esibito per scattarsi un selfie e celebrare sé stesse su Instagram con l’hashtag #myself, ma un dono da regalare.
In questa poesia Alda Merini sembra evidenziare la capacità femminile di empatizzare, sostenere, farsi guida e luce. E la gentilezza, la bontà, la comprensione possono essere condensate in un semplice gesto.
Il tuo sorriso sarà un faro per naviganti sperduti
Sorridi donna di Alda Merini: commento
La poetessa sembra fare proprio il discorso sulle donne di Natalia Ginzburg: anche lei sapeva che ogni tanto le donne hanno la cattiva abitudine di “cascare in un pozzo”, ovvero di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e di finirci dentro. Le profondità abissali di quel pozzo Alda Merini le aveva sondate, vi era affondata con la mente e anche con tutto il corpo nei lunghi anni trascorsi in manicomio distesa su un bianco letto freddo e sorvegliata da infermieri che non conoscevano la pietà.
Dal fondo del pozzo, però, Merini trae un’incredibile forza ed è proprio quella capacità di resilienza che ci consegna a piene mani attraverso la sua poesia: i suoi versi parlano di cicatrici - alcune delle quali sono invisibili, proprio per questo più profonde -, di corpi afflitti e martoriati come agnelli sacrificali offerti sull’altare divino, ma anche della straordinaria levità e sensibilità che contraddistingue l’essere donna.
Spesso le donne non sono in grado di riconoscere la propria bellezza né il proprio talento. Alda Merini però compone il suo “inno alla gioia” che è un comandamento non scritto: in quell’imperativo “sorridi” racchiude una lezione di vita. E noi che leggiamo sappiamo che dietro il suo diktat categorico, il suo ordine perentorio “Sorridi donna” si cela una profonda comprensione: so che hai sofferto, so che devi ricacciare a forza le lacrime, so cosa provi, ma non arrenderti. Forse è proprio questo ciò che in fondo ci commuove in questa poesia: ci fa pensare alle lacrime che abbiamo visto sui volti delle nostre mamme, delle nostre nonne; lacrime puntualmente ricacciate indietro quando ci vedevano fare capolino nella stanza. Con gli occhi ancora lucidi ci rivolgevano sorrisi luminosi, capaci di eclissare il sole. Non volevano piangere in nostra presenza, non volevano mostrare quelle lacrime a nessuno: perché loro, per noi, dovevano essere “gioia” e sostegno e forza.
Da bambine noi non sapevamo che un giorno avremmo, a nostra volta, ripetuto quel gesto come quando si prende in consegna un testimone: “Sorridi donna”. Il sorriso dissipa le nubi, è luce e faro, è un battito d’ali. È il gesto più semplice, ma richiede uno sforzo di volontà, che è molto difficile. Le donne, però, sono maestre nell’arte del coraggio: ogni tanto cadono nel pozzo, ma poi ne vengono fuori.
E in fondo Alda Merini lo sapeva: solo chi ha pianto molto sa ridere bene.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sorridi donna”: la poesia di Alda Merini dedicata a tutte le donne
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Poesia Storia della letteratura Alda Merini Festa della donna
GRANDISSAMA " ALDA"
Questa poesia invece mette tristezza, la donna che deve sorridere anche alle avversità non credo sia opportuno, dobbiamo uscire da questi stereotipi della donna felice di soffrire...dobbiamo invece lottare per avere il meglio, e se a qualcuno serve la luce si compri pure una lampada