Spiragli di buio di Gianfranco Sorge

“Spiragli di buio” di Gianfranco Sorge narra la vicenda di un architetto trentenne dal bizzarro nome di Gontrano (in origine un re franco della dinastia dei Merovingi), una persona in apparenza tranquilla che comincia a un certo punto a percepire un malessere crescente. In preda a incubi notturni e a turbamenti diurni scoraggerà la donna che di lui si è innamorata e, perdendo tutte le amicizie, si farà terra bruciata intorno. Solamente la madre, con la quale ha un attaccamento morboso, continuerà a costituire il suo collegamento col mondo. Ma fino a quando? L’uomo è ossessionato dalla cultura egizia e dalla volontà di mantenere una castità sacerdotale. A poco a poco la sua mente sprofonda verso la schizofrenia, in una vita popolata da incubi tremendi, larve, sogni, desideri e il prepotente ricordo del padre, fuggito da casa quando egli era solo un bambino.

La struttura del romanzo, narrato in terza persona e coi tempi al passato, ben proporzionata e padroneggiata, è vivace e appassionante, di tanto in tanto incastonata dalle visioni del protagonista. Allora la prima persona e il presente descrivono allucinazioni simboliche in presa diretta, immagini a mente libera quasi sempre interrotte bruscamente da qualche evento esterno. I personaggi sono ben delineati nella loro psicologia e nell’apparenza fisica, a volte in maniera oggettiva, altre attraverso il filtro dell’osservatore (ad esempio la psicologa dell’ospedale).
La trama è lineare e abbastanza ben distribuita, i capitoli danno ampio respiro ai pensieri e le vicende si susseguono in maniera chiara ed equilibrata. Il finale è elettrizzante, con colpo di scena che non vogliamo svelare. I riferimenti all’antico Egitto impreziosiscono l’alone di mistero che attornia la storia, adducendo una sottile inquietudine che monta e si fa sempre più palpabile. Ci sono episodi davvero emozionanti, cito quello, azzeccato, in cui la sorella Valentina, per conquistarsi la fiducia di Gontrano che non sta bene e farsi aprire la porta, ripete col citofono una sequenza di suoni che facevano da piccoli. Il tema della follia e dei turbamenti della mente, già assai noto al romanzo del Novecento e che è stato il filo conduttore di diverse opere di successo, è dominante in questo libro e credo che costituisca sempre un’attrattiva affascinante per chi legge. Il fascino della storia di Gontrano invaderà ogni lettore, impedendogli di distaccarsi dalle pagine in cui scorre una sottile corrente elettrica.