La storia di Tristano e Isotta è una delle più famose e struggenti che risalgono al periodo del Medioevo. Il mito di questi due amanti è stato ed è tuttora ispirazione per le opere più disparate, dai film ai libri, passando per telefilm e omaggi e citazioni di ogni genere. L’origine di questa storia è celtica, da ricercare nelle tradizioni popolari e orali, e se ne trovano le prime tracce scritte ai tempi dei poeti normanni.
Nel corso dei secoli la storia di Tristano e Isotta è stata ripresa e rielaborata più e più volte fino ad avere diverse versioni provenienti da diversi paesi. In alcune di queste rivisitazioni la storia di Tristano si mischia con quella della Tavola Rotonda e di Re Artù.
Vediamo insieme la storia e il mito di Tristano e Isotta insieme ai libri che ne parlano.
La storia di Tristano e Isotta
La storia inizia con Tristano, rimasto orfano e cresciuto dallo zio, il re Marco di Cornovaglia. L’uomo deve pagare un gravoso tributi al re d’Irlanda e Tristano, una volta cresciuto e diventato un abile guerriero, decide che è tempo di liberare la Cornovaglia dalla sottomissione irlandese. Una volta partito per l’Irlanda Tristano riesce nell’impresa di uccidere il gigante Moroldo, fratello del re.
Ferito da un colpo di spada precedentemente avvelenata, Tristano viene curato da Isotta, la figlia del re, ancora inconsapevole del fatto che lui abbia ucciso suo zio. Una volta guarito Tristano fa ritorno in Cornovaglia.
Intanto re Marco è pressato dal fatto che deve garantire un erede al trono, quindi decide di sposarsi con la donna il cui capello d’oro è giunto portato dal mare. Ricordando Isotta, Tristano parte nuovamente alla volta dell’Irlanda dove si trova ad affrontare un tremendo drago. Il giovane riesce nell’impresa di uccidere il drago ma rimane ferito e, nuovamente, viene curato da Isotta. La giovane si rende conto che è lui che ha ucciso suo zio Moroldo ma rinuncia alla vendetta, accogliendo la richiesta di sposare re Marco allo scopo di riappacificare i due regni.
Isotta parte con Tristano verso la Britannia e, nel mentre, la regina d’Irlanda commissioni all’ancella Brangania un filtro magico da somministrare ai due sposi la notte delle nozze.
Navigando verso la Britannia Tristano si trova a bere il filtro per sbaglio, pensando che sia vino, e lo offre anche a Isotta. Questa è una delle versioni della storia, in altre si parla di una pietra magica che fa innamorare i due ragazzi.
Il risultato, quale che sia il mezzo, è che Isotta e Tristano si innamorano perdutamente; la giovane sposa comunque Marco, facendosi però sostituire da Brangania durante la prima notte di nozze.
A quel punto cominciano mesi e mesi di amore clandestino condito da menzogne e trucchi per stare insieme, col rischio di essere scoperti ogni giorno e smascherati da persone invidiose. Un nano buffone del re a un certo punto cerca di far cogliere in flagrante i due amanti durante un loro appuntamento notturno ma Tristano, che si accorge del re nascosto dietro un albero, riesce a mettere in guardia Isotta; i due, a quel punto, mettono in scena un innocente dialogo. Tristano e Isotta vengono comunque smascherati, a un certo punto, per poi essere condannati a morte.
Sfuggiti alla condanna, gli amanti scappano nella foresta del Morrois. Una volta scoperto il loro nascondiglio, Tristano decide di lasciare Isotta al re e riparte alla volta della Bretagna. Qui sposa Isotta dalle Bianche mani pur non avendo mai rapporti fisici con lei.
Intanto la buona fede della regina viene continuamente messa alla prova da baroni malvagi, che la inducono a reclamare un’ordalia (una pratica antica che prevedeva di stabilire innocenza o colpevolezza di un imputato mettendolo alla prova con un duello o un test doloroso). Tristano si reca alla cerimonia travestito e riesce ad aiutare la regina.
In seguito il giovane si reca altre volte in Cornovaglia travestito e una di queste il cognato, fratello di Isotta dalle Bianche Mani, decide di accompagnarlo per vedere se l’amore che lo lega a Isotta la Bionda sia davvero così forte, tanto da impedirgli di amare sua sorella.
Durante una spedizione Tristano rimane ferito e manda a chiamare Isotta la Bionda per farsi guarire; dà precisi ordini per cui la nave con cui lei si dovrebbe recare da lui debba avere vele bianche qualora lei accettasse e vele nere qualora lei si rifiutasse di aiutarlo.
Isotta accetta ma la moglie di Tristano, avendo scoperto la loro storia, riferisce al marito che le vele sono nere. Sentendosi abbandonato dalla sua amata, Tristano si lascia morire.
Isotta attracca troppo tardi e, vedendolo morto, muore a sua volta.
Pentita della sua crudele decisione, Isotta dalle Bianche mani rimanda i corpi dei due amanti in Cornovaglia dando disposizione che siano seppelliti insieme.
Libri che parlano della storia di Tristano e Isotta
Di libri e rivisitazioni della storia di Tristano e Isotta ce ne sono molti, uno su tutti “Il romanzo di Tristano e Isotta”, riscrittura di Joseph Bédier, storico e scrittore francese. La base di riscrittura per lui sono stati i libri del ciclo di romanzo bretoni che narravano la storia di Tristano e Isotta.
Di trascrizioni e libri che parlano di Tristano e Isotta se ne possono trovare nella tradizione letteraria di moltissimi paesi: scritti francesi, inglesi, tedeschi e islandesi, fino anche a Italia e Spagna.
Sono moltissimi i romanzi che riprendono il tema rimanendo fedeli o rivoluzionandolo come, ad esempio, "Le Rivage des adieux" di Catherine Hermary-Vieille pubblicato nel 1990 o "Iseult et Tristan", del 2001, di Yann Brekilien.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tristano e Isotta: la storia
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