Tutti in classe! «Prof. ce lo giuro sulla pizza». Storie scolastiche di «straordinaria» quotidianità
- Autore: Jessica Lo Jacono
- Genere: Scuola
- Categoria: Saggistica
Un percorso scolastico che è anche un percorso di vita vissuta quello compiuto ed ora descritto brillantemente e significatamene da Jessica Lo Jacono in Tutti in classe! «Prof. ce lo giuro sulla pizza». Storie scolastiche di «straordinaria» quotidianità (Edizioni Spazio Cultura, 2022). Già autrice di un divertente e sagace volume che prendeva di mira gli originali usi e costumi della popolazione palermitana allorché usufruiva dei mezzi pubblici, (cfr. M’Amat non M’Amat, Ed. Epos.2012), ora si cimenta con successo nel mettere sotto i riflettori il mondo dell’educazione specie nel quotidiano della sua personale esperienza scolastica. Sono, come recita il sottotitolo di copertina “storie scolastiche di straordinaria quotidiana”, scritte con sentita partecipazione in questo accattivante volume con la pertinente prefazione di Emanuele Drago.
Da “inguaribile ottimista” come si autodefinisce, Jessica Lo Jacono ritiene correttamente che ogni forma di apprendimento non possa essere disgiunta dalla gioia, dalla contentezza. L’autrice in premessa ripercorre il suo personale iter scolastico verificando come nel corso del tempo le condizioni siano completamente mutate prendendo in considerazioni anche le recenti novità introdotte dalla didattica a distanza a causa della recente epidemia.
Ma l’infausto COVID 19 ha prodotto nefaste conseguenze sul piano psicologico con l’insorgere di problemi e disagi psicologici, aggravando carenze scolastiche latenti e manifeste. Togliendo tutte ad un tratto con il forzato isolamento, quasi tre anni di rapporti umani, si sono aggiunte poi difficoltà relazionali e un grave aumento dell’abbandono e della dispersione scolastica.
A tentare di risolvere al meglio l’insieme di queste problematiche si sono posti gli insegnanti, specie quelli dotati di un senso del dovere e dell’abnegazione come la nostra autrice, insegnante di Inglese in atto nelle istituzioni pubbliche.
Si riflette e si fotografa una realtà scolastica della periferia urbana, emarginata non solo logisticamente, dove sono più palesi segnali di inquietudine con un manifestarsi maggiore, da parte degli studenti di un bisogno di essere ancor più guidati e ascoltati giorno per giorno.
Vere e proprie “chicche” sono quelle raccolte dall’autrice che riporta testualmente espressioni anche dialettali che le note a margine ed un “glossario scolastico” aiutano a meglio comprendere.
Originale la costruzione narrativa distinta per “ore” (di lezione) dove emerge l’empatia della docente verso i suoi allievi. L’immedesimazione come pura la complicità, appare essere la più efficace chiave risolutiva per potere decifrare e risolvere problematiche diverse riferite alle nuove generazioni.
Citando l’A.:
“Si sbaglia, ma esistono anche le correzioni che arrivano sempre in aiuto. I nostri sbagli, o quelli dei nostri alunni, sono “solo” sbagli che avranno una fetta di merito nell’arricchimento del loro sapere (ma anche nostro) e tali resteranno”
Occorre, secondo l’Autrice, insegnare la bellezza e cercare quanto più possibile di traferire la propria passione per il sapere e per la conoscenza anche e soprattutto ai più refrattari, non dimenticando mai di essere più che docenti anche e soprattutto educatori.
Tutti in classe! «Prof. ce lo giuro sulla pizza». Storie scolastiche di «straordinaria» quotidianità è un libro che diverte, ma che allo stesso fa pensare per gli aneddoti curiosi che vengono riportati accaduti alla stessa autrice e ai suoi colleghi insegnanti. Si viene a conoscere un mondo interiore e di intendere la vita con spensieratezza, scevra da grosse preoccupazioni in cui l’insegnante svolge un ruolo quasi maieutico, traendo da ogni alunno la parte migliore instaurando un rapporto basato sulla reciproca fiducia, la stima e l’allegria.
Si alternano i toni di ilarità a quelli di amarezza e anche di scoramento per le evidenti difficoltà che a volte si appalesano nel rapporto con alunni difficili e in condizioni di disagio. Ma l’Autrice ha scelto correttamente un percorso improntato alla positività e all’ottimismo.
Episodi, racconti, storie impregnate di realismo che spingono però sempre a guardare nel futuro della nostra società con speranza allorché si veda nel docente un leale compagno di vita, che pur non cedendo autorità, mostra pur sempre la sua autorevolezza. A risposte fulminanti, seguono strafalcioni ma anche se non soprattutto richieste non tante velate di aiuto e supporto al mondo dell’insegnamento che sovente è chiamato a sopperire alle carenze affettive e relazionali non ultime quelle con i propri genitori. Tratto da un colloquio coi i genitori convocati per il non buono andamento scolastico della loro figlia:
“…ma voi siete a conoscenza di COME VA VOSTRA FIGLIA A SCUOLA quest’anno?” I coniugi Ferrari, all’unisono: “Ma certo professoressa… in AUTOBUS”. Questa io la definisco, “perspicacia dei genitori”.
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