Tutto quello che è un uomo
- Autore: David Szalay
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2017
C’è una stagione per ogni cosa e un tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
"Tutto quello che è un uomo", un titolo che rimanda agli ultimi versi della prima strofa di Navigando verso Bisanzio del 1927 di W.B. Yeats, tutto ciò che è un uomo, tutte le mere complessità, la furia e il fango delle vene umane e il libro di David Szalay vuole essere una resa dei conti con tutto ciò che l’uomo è.
Tra i più importanti autori inglesi contemporanei, David Szalay, canadese di nascita da parte di madre e padre ungherese, da bambino si trasferì con la famiglia nel Regno Unito. Ha studiato ad Oxford ed è oggi sceneggiatore per la BBC e scrittore. I suoi libri sono stati premiati fin dal suo debutto nel 2008, acclamato, ammirato e definito dalla critica il romanziere di ambienti caustici.
"Tutto quello che è un uomo" racconta nove storie di uomini attraverso il tempo e diversi paesi dell’Europa, dal giovane Simon, appena diciasettenne, sulle strade di Berlino e Praga, all’ungherese Balazs, bodyguard di una prostituta d’alto bordo nel cuore della City dove girano i soldi. Dallo studioso belga di storia medievale che attraversa l’Europa a bordo di un SUV per incontrare la sua ragazza polacca, al funzionario in pensione, solitario e in depressione, che ritorna nella sua casa a Ravenna e all’oligarca russo suicida sul suo yacht nel Mediterraneo. Ognuno in una fase della propria vita, ognuno alla ricerca del significato dell’essere vivi.
"Vivere tutto quello che si può perché è un errore non farlo", così parla uno dei protagonisti del romanzo. Racconti crudi, spietati, a tratti pietosi, mondi marginali e desolati che fanno di questo libro un romanzo bellissimo.
Non sono storie complesse ma ognuna ha un significato solitario, intenso e audace.
Come la storia di Simon in vacanza prima di andare a Oxford, che ha nel cuore Eliot e Joyce e con l’amico Ferdinand, con il quale ha condiviso le letture di questi scrittori e le tragedie di Shakespeare, annota nel suo diario di viaggio gli incontri, i quartieri delle città, l’alternativo di Berlino e le statue annerite sul ponte Carlo di Praga dove i turisti scrive:
sembrano essere in una Disneyland senz’anima, colpa dell’insensatezza del turismo.
E Balazs e la sua tristezza, che dopo aver prestato servizio militare in Iraq a bordo di un veicolo corazzato, protegge Emma e il suo lavoro di intrattenimento con gli uomini dietro la porta di una stanza di un grande hotel.
Seduto tra le ombre, ripensa con vergogna e tristezza alla propria vita, alle proprie cose, ai propri piaceri.
Nella ricerca dell’uomo l’autore mette in evidenza ritratti femminili la cui lettura diviene difficile, a tratti sofferente, come nel racconto della coppia madre e figlia, due donne obese e il loro incontro con Bernard, un giovane scansafatiche francese in vacanza in un hotel economico a Cipro. Debolezze e fragilità umana, drammi, solitudini metropolitane, fallimenti dei sentimenti e desiderio sessuale; vite di uomini a volte spregevoli, ridicoli, il racconto dei loro limiti e delle loro assurdità, un ritratto contemporaneo di mondi ombrosi incredibilmente scioccante.
Come svegliarsi da un incubo e ritrovare la propria vita come la si è lasciata.
Tutto quello che è un uomo
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