Individuare cos’è ubi Maior non è così difficile come spiegare cosa significa. Iniziamo con il dire che si tratta di una locuzione latina sopravvisuta al nuovo italiano, quanto alle origini invece ci addentriamo subito in un terreno incerto.
Difficile, infatti, contestualizzarla nonostante ancora oggi ampiamente diffusa. Ma se risalire a una fonte certa non è possibile, è altrettanto vero che possiamo ripercorrerne la storia.
Procediamo, quindi, con ordine e torniamo indietro nel tempo, in particolare sulla scena romana degli anni che precedono la nascita di Cristo.
Il significato di ubi maior e alcuni cenni storici
Il significato di ubi maior non si esaurisce in poche parole, al contrario in italiano abbiamo necessità di ricostruire una frase. Ubi maior minor cessat, la locuzione nella sua completezza, significa laddove vi sia qualcosa di più grande, la realtà più piccola cede il passo.
Il senso della frase è quello di mettere in evidenza che dove c’è qualcuno o qualcosa che ha un ruolo fondamentale, chi è al di sotto non può che sottomettersi.
Ed è forse proprio il significato gerarchico a far pensare che le origini di ubi major sono da ricercare, come sostengono alcuni, in due personaggi storici di grande importanza. Si tratta di Catone il Censore (234-149 a.C.) e Catone l’Uticense (95-46 a.C.) i quali si distinsero in modo particolare nella vita politica romana.
La necessità di distinguere tra bisnonno e pronipote potrebbe aver dato esito a ubi maior ricorrendo in un primo momento agli aggettivi Maior e Minor. E naturalmente a predominare non poteva che essere il più anziano, tra l’altro fondatore di una politica anti-ellenistica e molto austero, con una forte influenza sul discendente.
Lo stesso Dante ha parlato del più giovane, assegnandogli il ruolo di guardiano del purgatorio, per aver scelto di suicidarsi liberandosi così da quel senso di sottomissione. Nonostante questo non vi sono fonti certe che attestano questo rapporto controverso tra i due.
Dal mondo giuridico, al contrario, sembrerebbe arrivare una risposta più esaustiva e credibile: in particolare questo si deve alla somiglianza con altre locuzioni come ubi societas o ibi ius. In questo caso, anche se le origini permangono incerte, il senso sarebbe quello di mettere in evidenza il criterio gerarchino all’interno dell’applicazione di norme e regolamenti.
Ubi maior ricorre non solo nel contesto giuridico ma anche in quello politico e sociale per ribadire che i rapporti di forza sono sempre regolati da un minore e un maggiore e il primo deve sempre cedere al volere del secondo.
Possiamo quindi concludere che l’utilizzo di ubi maior è strettamente legato alla volontà di imporre gerarchie di valore o giustificare un atteggiamento remissivo. Non è inoltre inusuale il suo utilizzo per affermare che effettivamente ci si trova al di sotto di qualcuno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ubi maior: che significa?
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